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228 SATURNINO ARA compartir, en general, una depreciación del momento histórico y reli­ gioso actual, ya que se consideran los desarrollos culturales y religio­ sos como una especie de «caídas» respecto a la pureza y a la verdad de los orígenes 9. El carisma y la identidad hay que vivirlos en fidelidad al evan­ gelio, auténtica y verdadera fuente, vuelta a las fuentes ciertamente, pero en respuesta al hoy de la sociedad y de la Iglesia, signos de los tiempos que no se deben desconocer. Primeramente, empeñán­ dose por superar la actitud y empobrecedora posición de quienes se cierran en sí mismos, tan contraria a la amplitud de la caridad cristiana, abierta a otros horizontes y que instaura la saludable y antigua tradición de la comunión de bienes materiales y espiritua­ les, realidad en tantas iglesias y en las familias religiosas 10. 9 Véase I. D uch , Religión y mundo moderno, Madrid 1995. 10 «Il fenomeno della reciproca influenza e di dialogo è stato sempre presente. Anacoresi è cenobitismo sono vissuti in rapporto stimolante, arricchendosi recipro­ camente. I canonici regolari non si comprendono senza il monacheSimo e questo, a sua volta, ha ricevuto da quelli una spinta nuova verso la cura d’anime. Ugualmente l’eremitismo ha influenzato il francescanesimo. E potremmo continuare con le esem­ plificazioni. Un ignoto canonico regolare del secolo xi parlava di amore reciproco tra i differenti Ordines nella chiesa in questi termini: “Ama nell’altro ciò che tu stes­ so non hai, affinché l’altro possa amare in te ciò che egli non ha, perchè il bene compiuto dall’uno sia anche bene dell’altro, e siano uniti nell’amore coloro che sono divisi dalle occupazioni [...]. Se ti avviene di non poter raggiungere ciò che. un altro possiede, è amando che lo possiederai” (Libellus de Diversis Ordinibus et Professio- nibus qui sunt in Ecclesia, edited by G. C onstarle and B. S m ith , Oxford 1972, pp. 14-16). Anche san Bernardo parlando dell’appartenenza al proprio ordine e del rapporto con gli altri ordini scriveva: “Io li ammiro e li amo tutti [...]. Tengo ad uno di essi con la mia osservanza, ma a tutti nella carità. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri; il bene spirituale , che io non ho e non possiedo, lo ricevo da altri [...]. In ques­ to esilio, la chiesa è ancora in cammino e, se posso dire così, plurale: è una pluralità unica e una unità plurale. E tutte le nostre diversità, che manifestano la ricchezza dei doni di Dio, sussisteranno nell’unica casa del Padre, che comporta tante dimore. Adesso c’è divisione di grazie; allora ci sarà distinzione di glorie. L’unità, sia qui che là, consiste in una medésima carità”, Apologia a Guglielmo di Saint-Lhieny, citato da J. L eclerq , “San Bernardo e la vita religiosa”, in Vita consacrata 28 (1992), p. 459-. Líneas ofrecidas por F. C iardi , La riscoperta del carisma dell’istituto, en AA. W ., La vita consacrata. Un carisma tía riscoprire nella chiesa comunione-missione, Pado­ va 1994, p. 200, nota 54. Concluye en la página 204: «La comunione presuppone la coscienza della propria identità. L’unità infatti non è confusione: per entrare in comu­ nione con le altre realtà carismatiche occorre quindi prendere coscienza del proprio

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