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EL COLEGIO DE ESPAÑA EN BOLONIA. 229 rie Vostre Illustrissime, mi staranno sempre indelebilm ente scrite nel cuore e benche il povero stato di capu ccino, in cui m i ritrovo, non m i permetta il poterle far provare quegli atti di gratitudine à quali m i con fesso tenuto; non p erciò mi si niega, ch ’io, con una candida con fu sion e del m io debito, dia almeno a divedere; che se non hò forze, hò però cuore per conoscerlo, et anim o per desiderare à me se esso occa sion i di loro servizio, per non vivere in eterno ingrato. Sarà per tanto e ffe cto della loro generosa cortisia, se p or­ geranno à me l’oportunità d ’esseguire i m iei sentimenti, con l’honore de suoi com andi, com e affettuosam ente li prego, e scongiuro. In tanto io supplicche- rò incesantemente [f. lv ] il Signore Iddio per ogni fortunato evento alle Signorie Vostre Illustrissime; e perche si com p ia ccia ancora prosperar l’ar­ me del Re N ostro Signore già che la causa di questi, si può quasi dire, che sia quella del m edesim o Dios, alla cui gloria, et essaltazione di sua Santa Chiesa sono sempre indirizzate tutte l’operazioni di Sua Maestà. E piaccia alla Divina Bontà per utilità universale di tutto el Christianesimo, concedere felicissim a successione al Rè N ostro Signore ch ’io ben poi all’hora esclamerò, con quel santo V ecch io di Simeone: Nunc dim ittis servum tuum in pace, quia viderunt ocu li mei salvatorem tuum. A questo scop o son o indirizzati tutti i m iei voti, con quelli di tutti i buoni, onde ben si giova sperare la grazia del pietosissim o D io; poiché co r contritum , et hum iliatum Deus non despiciet. Con che fò hum ilissima reverenza alle Signorie V ostre Illustrissi­ me dalle quali io m i con ferm o. Hum ilissimo e D evotissim o Servitore Fr. Fran­ ce sco da Cesena Capuccino. Im ola 7 Agosto 1657. (En la parte p o slerio r se d ice:) Alli Illustrisim i Vostri m iei Signori e Padroni Signori Li Venerabili Co- llegianti di Spagna nell’alm o Collegio de San Clemente in Cotogna. 25 1657, diciem bre, 20. Imola. Carta del m ism o felicitando las pascuas al Colegio. (Lettere II, n. 89). Illustrissim i V ostri miei Signori Signori. Prendo la penna in mano, per augurarle felicità in ogni tempo, io ben le priego dal Signore Iddio tutti le contentezze imaginabili, ma in questi con- secrati à i di lui Divini Natale, supplico Sua Divina Maestà, à rinascere pari- menti n e’cuori delle Signorie V ostre Illustrissime, affinché tutti inebriati del celeste am ore, anche vivendo in terra, sem brino habitatori del Paradiso. Vadi felice questo m io voto, e ne impetri dall'em pireo la bramata satisfazione, anche à prò della Sacra Maestà del Rè N ostro Signore al quale conceda Dio, per consolazione di tutto il Cristianesimo felicissim a successione, e prospe­ rità senza fine; mentre in tanto alle Signorie Vostre Illustrissime, con ricce- virle di tutto cuore, più che mai m i con ferm o. D evotissim o Servitore vero. Fra F rancesco da Cesena Capuccino. Im ola 20 decem bre 1657. (Al reverso se le e :) Alli Illustrissim i Signori m iei Vostri Venerabili Li Signori Rettore e Co- llegianti dell'Insigne Colegio di Spagna in Bologna.

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