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ALEKSANDER HOROWSKI 516 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 Un altro riflesso della dottirina halesiana sui doni lo possiamo scorgere nel terzo modo di distinguere tra i doni e le virtù, dove Bonaventura attribuisce ai doni la capacità di renderci conformi a Cristo in patiendo , mentre le virtù ci conformano a lui in agendo 80 . Anche nello spiegare il numero dei sette doni e la loro combi- nazione reciproca il Dottore Serafico si ispira visibilmente ad alcune soluzioni proposte in precedenza da Alessandro. Una delle vie di giustificare il numero dei sette doni, infatti, si basa sul rapporto dei doni al male e al bene e quest’ultimo considerato sia in sé (ossia come il bene identico con il fine ultimo) sia come via per raggiungere il fine (bonum quod est ad finem ) 81 . A proposito della combinazione dei doni, ossia del loro rapporto interno, Bonaventura parla dei doni reggenti o regolatori ( dona regentia vel regulantia ) che si abbinano ai doni retti o esecutivi ( dona recta vel exequentia ) 82 . In questa teoria riecheggia in un certo modo la divisione halesiana in dona cogni- tiva et motiva , dove i primi svolgono il ruolo di dirigere i secondi. Il Dottore Serafico, quindi, pur introducendo una nuova terminologia, mantiene le linee portanti, abbozzate dal suo predecessore inglese. CONCLUSIONE Sembra che il fondamentale apporto personale di Alessandro alla dottrina dei sette doni dello Spirito Santo consista nell’averla inserita più profondamente nel sisitema antropologico. I doni, infatti, vengono definiti non più come virtù, bensi come un abito sui generis e per giustificare razionalmente il loro numero e ordine gratuiti si veda anche la tesi di F.M. TEDOLDI, La dottrina dei cinque sensi spirituali in San Bonaventura , (Studia antoniana, 39), Roma 1999, in particolare 143-148. 80 Cf. BONAVENTURA, In III Sententiarum , d. 34, pars 1, art. 1, q. 1, in Opera omnia , V, 737. 81 Cf. BONAVENTURA, In III Sententiarum , d. 34, pars 1, art. 2, q. 1, in Opera omnia , V, 745. 82 Cf. BONAVENTURA, In III Sententiarum , d. 34, pars 1, art. 2, q. 2, in Opera omnia , V, 748-749.

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