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DONI DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA DI ALESSANDRO DI HALES NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 507 L’atto della potenza razionale relativo ai mezzi per raggiungere il fine consiste nel discernere tra il male e il bene e viene abilitato dalla virtù della prudenza. Questo atto viene completato da due atti conseguenti, abilitati rispettivamente dal dono della scienza e dal dono del consiglio. Il dono della scienza abilità la potenza razionale a svolgere il suo atto conseguente che consiste nel sapere come comportarsi in questa vita “in mezzo alla nazione perversa” 63 , ossia nel conoscere le cose da fare ( operabilia ). Questo dono è abbinato al dono della pietà per illuminarlo, ma – poiché la pietà è legata all’indigenza altrui e questa non esisterà in patria – l’atto della scienza nel cielo sarà trasformato e avrà come oggetto la conoscenza di ciò che si deve al prossimo co-amato. La scienza riguarda le azioni obbligatorie per tutti, ossia i precetti 64 . In compenso il dono del consiglio riguarda la conoscenza delle azioni facoltative e non obbligatorie. Si tratta quindi di cose grandi, relative al fine. Nella vità futura, invece, l’idea della grandezza, legata – secondo Aristotele – al consiglio, si ritroverà nel fine stesso. Perciò l’atto permanente di questo dono consisterà nella conoscenza di quella grandezza che si trova in Dio 65 . 63 Alessandro allude qui al passo della Lettera ai Filippesi 2, 15, seguendo la scia di Guglielmo d’Auxerre che nella Summa Aurea scrisse: “… scientia donum ad tria se habet, scilicet, ad defensionem fidei, ad administrationem temporalium competentem et ad abstinere a malicia… …abstinere vero a malis est, ut dicit Augu- stinus, «in medio prave et perverse nationis prudenter conversari». Tamen omnia illa tria comprehendentur in hoc quod dicitur: prudenter conversari in medio prave et perverse nationis”. Guillelmus ALTISSIODORENSIS, Summa Aurea , liber III, tr. 33, cap. 2, 642-643. 64 GH III, d. 34, n. 2, p. 405-406 (red. AE) [= n. 28, 424-425 (red. L)]. 65 GH III, d. 34, n. 2, p. 405-406 (red. AE) [= n. 28, 424-425 (red. L)]. Cf. I. FORNARO, La teologia dell’immagine nella Glossa di Alessandro d’Hales , 230. Guglielmo d’Auxerre definiva il dono del consiglio in modo seguente: “Stricte ite- rum sumitur consilium, secundum quod est deliberatio de operibus arduis, sive ad que tenemur sive ad que non tenemus; et hic est prudentia excellens et sic accipitur donum consilii, prudentia enim excellens sive donum consilii est in confinio actionis et contemplationis, que est inter sapientiam et intellectum ex una parte, et fortitu-

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