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DONI DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA DI ALESSANDRO DI HALES NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 505 e senza fine, la creatura razionale è senza fine 55 , perciò in una certa misura può rappresentare l’essere divino. Secondo l’opinione personale del nostro teologo il dono dell’intelletto durante la vita terrestre permette alla potenza razio- nale di conoscere la somma verità – ossia Dio – tramite l’immagine o nell’immagine. Si tratta di una conoscenza del Dio trino, basata – nel primo caso – sull’immagine naturale della Trinità, impressa nell’anima umana (la triade agostiniana: memoria, intelletto, volontà); nel caso della conoscenza nell’immagine si tratta, invece, della triade delle virtù teologali che riformano la prima triade, deturpata dal peccato 56 . La conoscenza di Dio come Trinità è per- ciò possibile solo alla ragione abilitata dalla grazia. Nello stato di gloria, invece, il dono dell’intelletto renderà possibile alla potenza razionale la conoscenza della somma verità in modo immediato, ossia senza l’interposizione dell’immagine. Questa dottrina sarà leggermente mitigata nel periodo più maturo dell’insegnamento di Alessandro che, nella QH 150 ( De dotibus animae ), precisa quale sia la differenza tra la visione gloriosa (una delle doti dell’anima glo- rificata) e la conoscenza abilitata dal dono dell’intelletto. I due doni esprimerebbero solo il modo aggiuntivo della visione della somma verità per speciem . La conoscenza di Dio mediante l’intelletto nello stato glorioso sarà comunque più immediata di quella sulla terra: Dio, infatti, non sarà più conosciuto per imaginem , bensì solo in sua imagine , ossia lo conosceremo nella creatura razionale, ma in modo immediato 57 . 55 GH III, d. 35, n. 4, 437 (red. AE); n. 19, 443 (red. L). 56 “Alius est modus cognoscendi prout cognoscitur Deus in creatura quae est imago eius, prout in ipsa inveniuntur intelligentia, memoria, voluntas […]. Est autem tertius modus, prout cognoscitur per gratiam creatam, quae reformat imagi- nem in hac trinitate: fides, spes, caritas, vel quae succedit iis”. GH III, d. 35, n. 7, p. 438 (red. AE). In questa dottrina si può intravedere un’analogia al binomio «imago creationis – imago recreationis» introdotto da Alessandro nella QAF 26 ( De imagine ), n. 24, p. 476. Cf. I. FORNARO, La teologia dell’immagine nella Glossa di Alessandro d’Hales , 229-230. 57 Cf. QH 150 ( De dotibus animae ), n. 57, 380-381.

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