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ALEKSANDER HOROWSKI 502 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 Nonostante i doni siano opposti al male e guariscano le ferite del peccato, tuttavia essi possono diventare in certe situazioni occa- sione di peccato. Alessandro spiega che a volte la superbia può nascere sia dall’abondanza dei doni naturali, sia dall’abondanza dei doni di grazia. Questo avviene quando l’uomo pone la fiducia nel dono gratuito considerato come creatura, ossia in quanto sia legato al nulla da cui sorse. Se invece poniamo fiducia nei doni in quanto provenienti da Dio ed esistenti in Dio, essi non possono diventare per noi occasione di peccato 50 . CONNESSIONE DEI DONI L’Halense interroga se i doni siano connessi tra di loro così come lo sono le virtù teologali, ossia se avendo un dono si possie- dano necessariamente tutti i rimanenti. A favore di questa tesi c’è il fatto che essi provengono dalla grazia santificante che è indivi- sibile. Lo sembra contraddire invece un passo dei Moralia di Gre- gorio Magno: “La sapienza è minore quando le manca l’intelletto; l’intelletto è inutile senza la sapienza”, da cui segue che un dono potrebbe comunque esistere senza l’altro. L’ Irrefragabilis lo risolve affermando che i doni sono connessi tra di loro e precisando che questo significa che chi possiede un dono come abito ( in habitu ), li possiede necessariamente tutti quanti come abiti, tuttavia questo non significa che chi possiede un dono in atto dovrebbe possedere in atto tutti i rimanenti. Si può possedere, quindi, l’uso di un dono solo, senza l’uso degli altri doni, posseduti come abiti al momento privi dei propri atti 51 . Nella QH 206 Alessandro riconferma questa soluzione (espressa nella Glossa in III Sententiarum ), ma aggiunge ancora una nuova possibilità di interpretare il sopraccitato passo di Gregorio Magno. Esso si potrebbe riferire anche ai doni gratuiti ( dona gratis data ) 50 GH III, d. 35, n. 10, 439 (red. AE) [= n. 16, 441-442 (red. L)]. 51 GH III, d. 35, n. 9, 438-439 (red. AE) [= n. 15, 441 (red. L)].

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