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DONI DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA DI ALESSANDRO DI HALES NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 497 Nella QH 155, quindi, egli divide i doni in: cognitivi, relativi al fine stesso (la sapienza e l’intelletto); cognitivi, relativi alle cose ordinate al fine (la scienza e il consiglio). Qui, però, i doni vengono messi anche in relazione tra di loro: la scienza illumina le opere della pietà, mentre il consiglio istruisce riguardo alle opere della fortezza. Inoltre, i doni della sapienza e dell’intelletto vengono ordinati come atti conseguenti alla virtù della fede. Questi due doni sono legati al vedere la verità, però in modo differente: la sapienza è legata al gusto del sommo bene, mentre l’intelletto è una capacità di vedere Dio. D’altra parte, però, l’Halense afferma che la conoscenza del bene mediante il dono dell’intelletto è più netta ( per distinctionem ) di quella acquisita mediante la sapienza ( per indistinctionem ) 46 . La QH 155, però, introduce nella dottrina halesiana sui doni dello Spirito alcuni aspetti nuovi in confronto alla Glossa . Soprat- tutto si afferma – come si è già accennato – che i doni principal- mente dispongono l’anima a sentire ( ad patiendum ) secondo la conformità dei sentimenti che furono in Cristo. Per spiegarlo, però, Alessandro sente il bisogno di spiegare la suddivisione dei doni in tre gruppi: 1. propriamente conoscitivi, 2. legati esclusivamente alla facoltà affettivo-decisiva ( motiva ), 3. parzialmente conoscitivi e parzialmente affettivo-decisivi. Tra i doni del primo gruppo ci sono: la scienza, l’intelletto e il consiglio. Al secondo appartengono: il 46 “Similiter quedam dona cognitiva in ipsum finem immediate respiciunt et quedam id quod est in finem. Sapientia enim et intellectus immediate respiciunt in finem, sed differenter quoniam sapientia consistit in gustu summi boni, secundum quod dicitur in libro De spiritu et anima. Dicitur enim sapientia a sapore. Unde non solum dicit cognitionem rei in quantum est visibilis, sed in quantum saporata, intel- lectus vero dicitur in quantum per ipsum videtur Deus, secundum quod dicit Augu- stinus quod intellectus visus est. Scientia vero et consilium determinant cognitionem eorum que sunt ad finem, sed scientia instruit ad opera pietatis que sunt in precepto, consilium vero ad opera fortitudinis. Sic ergo ad assentire summe veritati ex parte fidei respondet duplex bonum quod est in relatione ad ipsum finem, scilicet donum sapientie et intellectus, sed donum sapientie quasi per indistinctionem, donum intel- lectus per distinctionem. Sed scientia distinguit ad bonum ad quod omnes tenentur, unde scientia distinguit per modum cognitionis ad illud bonum, ad quod movet pietas; consilium ad quod movet fortitudo” . QH 155 ( De quatuor in quibus gratia descendit ), in A 4 f. 129rb.

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