NG200802003

ALEKSANDER HOROWSKI 496 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 al bene. Questo si divide in modo seguente. Il bene che si identifica con il fine può essere considerato in relazione alla potenza cognitiva, come nel caso del dono dell’intelletto, oppure alla potenza affettiva, come nel caso della sapienza. C’è poi il bene da usare come via verso il fine. Esso si riferisce alla potenza cognitiva in due modi: in quanto riguarda la conoscenza delle cose obbligatorie per tutti, come nel dono della scienza, oppure in quanto riguarda la conos- cenza delle cose obbligatorie per alcuni, come nel dono del consi- glio. In modo analogo si divide il bene riguardante la potenza affet- tiva ossia operativa: ci sono dei beni da compiere da tutti, ai quali si riferisce il dono della pietà, e i beni da operare da parte di alcuni ed essi sono oggetto del dono della fortezza 45 . Questa divisione viene riassunta nella tabella. Actus donum in malum culpae non est donum poenae timor in bonum quod est finis secundum cognitivam intellectus secundum affectivam sapientia quod est ad finem secundum cognitivam eorum ad quae omnes tenentur scientia eorum ad quae aliqui tenentur consilium secundum operativam (affectivam) eorum ad quae omnes tenentur pietas eorum ad quae aliqui tenentur fortitudo Questo passo, anche se non ha riscontro nella redazione AE della Glossa , è attendibile, perché ce lo conferma la QH 155 che approffondisce alcuni aspetti della divisione dei doni, trascurandone però altri. Sembra che Alessandro abbia voluto fare solo un fugace accenno all’argomento che riteneva ormai sufficientemente esposto. 45 GH III, d. 34, n. 20 V, 420 (red. L). Il discorso di Filippo Cancelliere a que- sto proposito è essenzialmente uguale. Cf. Summa de bono , 1117.

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