NG200802003

ALEKSANDER HOROWSKI 494 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 consistono nelle cose relative all’adempimento dei precetti. La per- fezzione maggiore è quella relativa ai consigli piuttosto che ai precetti, perciò questi doni sono prima dei doni della scienza e della pietà. Inoltre, il consiglio è illuminativo della fortezza e la scienza illumina la pietà, perciò il consiglio precede la fortezza e la scienza precede il dono della pietà. E il timore come compimento di tutti questi doni ci rende simili a Dio. [c.] In modo inverso occore l’ordine dei doni circa lo stato del penitente, perché prima viene espulso il peccato in relazione alla pena, alla quale si riferisce il timore. Poi segue fare il bene e prima c’è l’osservanza dei precetti piuttosto che dei consigli, perché il primo è proprio di colui che sta nella carità imperfetta, l’altro di colui che sta nella carità perfetta. E all’operare questi beni segue diventare uniti al fine che é la somma verità, ma al modo della somma bontà. [d.] Gregorio nei Moralia 41 paragona i sette doni alle opere dei sette giorni, dicendo: “Nello spirito della mente l’uomo intende per mezzo delle Scritture, attraverso l’illuminazione ricevuta da Dio; nello spirito della sapienza e nello spirito del consiglio passa dalla mollezza dei vizi alla solidità <delle virtù>; nello spirito della fortezza risplende con i miracoli e la dottrina; nello spirto della scienza vive con buoni costumi e amministra i sussidi ai fedeli; nello spirito della pietà diventa a immagine di Dio; nello spirito del timore Dio si riposò dall’opera, ma non in modo mutevole, come noi” 42 . L’ordine dei doni presentato nel primo paragrafo [b.] è un ordine gerarchico di dignità o di perfezione della natura dei doni, perciò non si deve pensare alla relativa priorità dei doni nell’aspetto del tempo, bensì in quello di nobiltà e di vicinanza a Dio. Alessan- dro giustifica quindi l’ordine dei doni attinto da Isaia. Nel punto seguente, invece, [c.] egli sviluppa l’esposizione della gerarchia dei doni nel penitente. In questo caso abbiamo a che fare con una sequenza dell’uso dei doni, ma non della loro acquisizione, perché tutti quanti vengono infusi simultaneamente nel momento della giustificazione. 41 L’attribuzione di questo passo a Gregorio Magno è falsa. 42 GH III, d. 34, n. 1b-d, 404-405 (red. AE). Per la red L si veda: n. 27b-c, 424.

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