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DONI DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA DI ALESSANDRO DI HALES NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 493 della priorità delle virtù sia sul piano della natura, sia su quello del tempo 39 . A proposito dell’ordine interno dei doni Alessandro mette in rilievo che nella Sacra Scrittura incontriamo due diverse gerarchie dei doni: in Isaia (11, 3) abbiamo un ordine discendente – dal sommo (la sapienza) all’infimo (il timore) – mentre il Libro dei Proverbi (1, 7) indica il timore come inizio della sapienza. L’Halense spiega che Isaia enumera i doni secondo l’ordine esistente in Cristo, mentre in noi il principale dono è il timore. I doni, infatti, si possono ordinare o in riferimento alla via di accesso al bene o in riferimento alla via di allon- tanamento dal male. In Cristo, in quanto autore di questa via, il dono principale è la sapienza, mentre in noi, che riceviamo questi doni, e cominciamo la penitenza, il dono principale è il timore 40 . [b.] Circa l’ordine dei doni si deve sapere che il dono della sapienza e dell’intelletto sono prima perché essi si riferiscono al fine stesso. Gli altri cinque doni, invece, si riferiscono a quello che è un mezzo verso il fine. Tra i due primi doni, però, il primo è quello della sapienza, dopo di esso il dono dell’intelletto. Il dono della sapienza, infatti, ci fa gustare la somma verità per modo della bontà, mentre il dono dell’intelletto ci fa conoscere la somma verità soltanto in quanto presente nell’immagine. E così diventa chiaro in che modo mediante il dono della sapienza si diventi sommamente simili a Dio. I doni del consiglio e della fortezza consistono nelle cose relative all’adempimento dei consigli <evangelici>, mentre la scienza e la pietà 39 GH III, d. 34, n. 20 III b, 418-419 (red. L). Guglielmo d’Auxerre sottoli- neava ancora di più la superiorità delle virtù teologiche rispetto ai doni, trattandoli gli ultimi abiti gratuiti quasi come un’aggiunta alle virtù, fino al punto di affermare che i doni siano inseriti nelle virtù naturali come loro perfezionamento: “… magis habundant deliciis spiritualibus virtutes quam dona, salva excellentia doni, quod est sapientia… …dicimus quod dona non vocant virtutes theologicas ad convivium suum per modum imperii, sed per modum supplicationis et supplectionis, quia virtu- tes theologice condiunt dona sapore celesti; virtutes autem theologice superiores sunt ad dona, fides enim, spes, caritas sua generalitate extendunt se ad omnia opera et ad omnes materias aliarum virtutum […] Ad tertium dicimus quod domus donorum non sunt potentie vel actus sed habitus naturales”. Summa Aurea , liber III, tr. 30, cap. 4, 600-601. Egli negava pure la possibilità che i doni avessero degli atti propri, non condivisi con le virtù. 40 GH III, d. 34, n. 1a, 404 (red. AE) [=n. 27, 424-425 (red. L)].

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