NG200802003

ALEKSANDER HOROWSKI 492 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 RAPPORTO DONI-VIRTÙ E LA GERARCHIA INTERNA DEI DONI Nella distinzione 34 del III libro della Glossa Alessandro apre l’indagine sui doni dello Spirito Santo con il problema della loro gerarchia interna ( ordo ) 37 . Come si è accennato, i doni sono definiti dall’Halense come disposizioni che aiutano le potenze dell’anima umana a svolgere i loro atti conseguenti. Nella dinamica dell’atto umano, quindi, i doni sono secondari rispetto alle virtù. Essi sono aggiunti sopra le virtù ( superaddita virtutum ) a causa dei loro atti. Sia le virtù che i doni – secondo il pensiero iniziale dell’ Irrefraga- bilis – si riferiscono all’agire ( ad operandum ). Il nostro teologo ammette che la definizione della virtù, proposta dal Lombardo, come buona qualità della mente della quale nessuno fa cattivo uso, è una definizione generica e si addice sia alle virtù teologali e cardinali, sia ai doni dello Spirito Santo. La definizione appropriata della virtù sarebbe: il massimo della potenza prodotto dall’oggetto ( ultimum potentiae de re ) dono, invece, sarebbe: la perfezione dell’oggetto verso l’ottimo ( perfectio rei ad optimum ). Si aggiunge poi, che nell’essere gratuito la virtù è la prima perfezione e il dono è la seconda perfezione 38 . Alessandro precisa come si deve capire questa priorità delle virtù rispetto ai doni. Se si considerano soltanto come abiti ( habi- tus ), allora c’è soltanto l’ordine di priorità secondo la natura, ma non sul piano del tempo. Infatti, tutti gli abiti gratuiti vengono infusi simultaneamente. Se invece si pensa agli atti prodotti dalle forze dell’anima sotto l’influsso delle virtù e dei doni, allora si può parlare piantur, sicut penes virtutes, quod sic patet: sicut enim alias dictum est, virtutes per appropriationem sunt ad agendum; dona autem per appropriationem sunt vel ad patiendum, ut timor; vel ad compatiendum, ut pietas; vel ad recipiendum, ut sapien- tia. Unde omnia dona respiciunt potentiam anime in quantum receptiva est, virtutes autem respiciunt potentiam in quantum activa est”. QH 210 ( De fructibus spiritus ) m. 2, art. 2, in A 2 f. 11rb (Pd f. 140ra; V 1 f. 87ra). 37 Cf. GH III, d. 34, 404s. 38 GH III, d. 34, n. 20 II d-e, 417-418 (red. L).

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