NG200802003

ALEKSANDER HOROWSKI 488 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 dal dono della sapienza, aderisce alla stessa somma verità con gusto o sapore 32 . A questo punto notiamo una sottile differenza tra la teoria pre- sentata da Filippo e quella del nostro teologo: mentre il Cancelliere in pratica identifica gli atti primi con gli atti delle virtù, quelli conse- guenti con gli atti dei doni e così via, Alessandro è più raffinato e spiega che le virtù dispongono le potenze dell’anima a compiere gli atti primi (o principali). Lo stesso riguarda le altre categorie, che per il nostro teologo sono sempre delle disposizioni che abilitano le potenze, invece per il Canceliere il passaggio è più immediato e gli atti vengono attribuiti direttamente alle virtù, ai doni e alle beatitu- dini. Un ulteriore approfondimento e il quadro più completo degli abiti gratuiti comparati tra di loro si trova nel secondo membro della QH 155, intitolato: “se queste quattro categorie differiscano e in qual modo?” . In questo testo il nostro teologo afferma che le defi- nizioni degli abiti gratuiti, presentate negli argomenti pro e contra , si possono sempre considerare nel senso largo e nel senso proprio. Considerate nel senso largo, determinano qualsiasi delle quattro disposizioni gratuite e sono interscambiabili. Ciascuna delle quattro categorie, quindi, può definirsi: “una buona qualità della mente che da nessuno viene usata male”; “disposizione che ordina la potenza al suo fine”; “una donazione impossibile da restituire”; “un dono da 32 “Rationalis enim, tum respectu finis, tum respectu eorum que sunt ad finem, habet quosdam actus primos, quosdam medios, quosdam ultimos. Verbi gra- tia, primus eius actus respectu finis est assentire prime veritati propter se et hoc est virtutis que est fides. Etsi enim ad hunc nata sit ipsa potentia, non tamen per se potest exire in illum, nisi habilitetur per gratiam vel virtutem. […] Post hos autem primos actus habet <vis> rationalis actus consequentes: respectu quidem finis est gustare summam veritatem, id est adherere summe veritati per modum saporis sive rei sapo- rite. Unde supra fidem | addit gustum et hunc secundum actum elicit vis rationalis per donum sapientie”. QH 209 ( De beatitudinibus evangelicis ), in V 1 f. 83vb (A 2 f. 9rb-9va).

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