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DONI DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA DI ALESSANDRO DI HALES NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 487 che i frutti dello Spirito vanno considerati in un certo modo come atti medi e rimanda il lettore ad una futura spiegazione dell’argomento che – come si è già detto – effettivamente non si trova nella Summa de bono 30 . Alessandro espone la sua teoria sugli abiti gratuiti in modo più maturo e chiaro nelle questioni disputate postquam fuit frater . Nella QH 209 ( De beatitudinibus evangelicis ), infatti, egli spiega che si tratta degli abiti che dispongono le potenze dell’anima ad eseguire i loro atti, descritti – questa volta – come atti primi, secondi o medi e ultimi o per- fettissimi (per quanto lo permette lo stato del viatore). I doni, quindi, dispongono le tre potenze dell’anima a svolgere gli atti secondi 31 . Il Doctor Irrefragabilis esemplifica la sua teoria applicandola subito al funzionamento delle singole potenze ( vires ). Secondo lui le potenze – già abilitate dalle virtù per svolgere gli atti primi – mediante i doni ricevono un’ulteriore perfezionamento e aggiungono una nuova dimensione agli atti indirizzati verso lo stesso fine. Così – per esempio – la potenza razionale, quando è abilitata dalla virtù della fede, svolge l’atto di assentire alla somma verità, mentre abilitata 30 Cf. Philippus CANCELLARIUS, Summa de bono , 1109. Alessandro, invece, descrive tutte e quattro le cattegorie elencate. Sarebbe quindi difficile sostenere la posteriorità della teoria halesiana rispetto a quella del Cancelliere. Fino a prova con- traria bisogna riconoscere che l’ Irrefragabilis sviluppò la dottrina sulla quadruplice ramificazione della grazia in modo autonomo, visto che la Summa de bono non for- nisce il trattato sui frutti né sulle beatitudini. 31 “Dicimus enim quod tam virtutes tam dona quam beatitudines sunt habi- tus disponentes vires anime ad actus vel opera sua, sicut primo obieciebatur. De fructibus autem ad presens sileamus, sed dicimus quod virium anime sunt triplices actus, scilicet primi immediate adherent potentiis vel exeunt, et secundi sive medii et ultimi sive perfectissimi secundum modum vie. Dicimus ergo quod virtutes, prout proprie accipitur hoc nomen, disponunt anime vires ad elicendum suos primos actus, dona ad secundos, beatitudines ad ultimos. Unde beatitudines habent adaptare vires anime in proxima dispositione ad beatitudinem patrie” . QH 209 ( De beatitudinibus evangelicis ), in V 1 f. 83vb (A 2 f. 9rb). In questo passo Alessandro non spiega né la natura né il ruolo dei frutti dello Spirito, perché rimanda questi problemi alla QH 210 ( De fructibus Spiritus ) che nei manoscritti segue immediatamente a quella sulle beatitudini.

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