NG200802003
ALEKSANDER HOROWSKI 486 NAT. GRACIA LV 2/mayo-agosto, 2008, 477-517, ISSN: 0470-3790 potenza viene distinta dalla dimensione irrascibile dell’anima sensi- tiva e appartiene al campo della razionalità umana 27 . Ora, secondo Alessandro, ciascuna delle tre potenze compie i suoi atti proce- dendo verso il fine in modo graduale, raggiungendo i quattro gradi della propria perfezione grazie alle virtù, ai doni, ai frutti e alle beatitudini. La gradualità della perfezione dell’atto compiuto dalle potenze viene descritta con termini diversi nelle due redazioni della Glossa . La redazione Londinese parla degli atti primi, corrispondenti alle virtù; degli atti conseguenti, corrispondenti ai doni; delle opera- zioni legate al fine, identificate con i frutti dello Spirito; e – all’ultimo – del fine raggiunto nelle beatitudini 28 . Nelle aggiunte del codice di Erfurt alla redazione AE si incontra invece la terminologia alquanto differente. Infatti, sia le virtù, sia i frutti dello Spirito vengono messi in relazione agli atti conseguenti, mentre le beatitudini agli ultimi atti in via 29 . Tale divisione è conosciuta anche da Filippo Cancelliere che ne parla in modo piuttosto fugace nel trattato sui doni. L’autore della Summa de bono spiega la differenza tra le virtù e i doni alla base della distinzione degli atti svolti dalle tre potenze dell’anima. Egli distingue tra: gli atti primi, ai quali corrispondono le virtù; gli atti conseguenti o medi, ai quali corrispondono i doni; gli atti ultimi e perfettissimi, ai quali corrispondono le beatitudini. Filippo aggiunge 27 Cf. QH 150 ( De dotibus animae ), n. 51 [ed. A. Horowski], in Verum, pul- chrum et bonum. Miscellanea di studi offerti a Servus Gieben in occasione del suo 80° compleanno , a cura di Y. Teklemariam, Roma 2006, 376-377. 28 “Habent autem vires istae quosdam actus principales, quosdam conse- quentes. Et principalium quidam sunt ad finem immediate, quidam ad id quod est ad finem. Similiter de actibus consequentibus”. GH III, d. 34, n. 20.II.d (red. L), 418. “Sequitur de convenientia donorum ad fructus [et] ad beatitudines, et differentia. Quae est talis: virtutes sunt circa primos actus, dona circa consequentes, ut dictum est; fructus autem est operatio et finis; ultimo sequitur beatitudo, de qua dictum est V Matthei, quae est finis, non operatio. Unde dicit ibi Glossa: «Fructus est operatio propter se appetenda»”. GH III, d. 34, n. 20.IV (red. L), 420. 29 “Possunt autem essentialiter distingui secundum actus vel passiones poten- tiarum: ut virtutes sint per primos actus virium motivarum in finem; donum conse- quentes; fructus vero in consequentes; beatitudo vero secundum ultimos in via”. GH III, d. 34, n. 46.a (aggiunte del ms. E nella red. AE), 433.
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