NG200403025
Madrid solo nel gennaio 1582, troppo tardi per rimediare in breve tempo a una situazione che sembrava ormai definitivamente com- promessa. Ebbe numerosi contatti con vari membri del Consiglio della Corona e anche con il generale degli osservanti Francesco Gonzaga, allora in Spagna per la celebrazione della Congregazione Generale, che ebbe luogo a Toledo nel giugno 1583. A causa dell’at- teggiamento ostinato di Filippo II, il Taverna non riuscí a imporsi e a far accettare il breve pontificio del 18 febbraio 1581, e quindi a far riconoscere la provincia recolletta di Tarragona. Gli fu possibile però ottenere la restituzione di alcuni conventi per i recolletti, ormai molto diminuiti di numero, ai quali veniva comunque garantita la possibilità di vivere secondo le loro aspirazioni, privi però di que- ll’autonomia da essi desiderata. Ad impedire la ricostituzione della custodia recolletta di Catalogna fu soprattutto la ferma opposizione di Filippo II, sempre contrario alla proliferazione delle riforme negli Ordini religiosi, soprattutto in quello francescano 30 . All’opposizione del re si aggiun- se anche l’azione ostile e a tratti violenta degli osservanti 31 , sempre LA RIFORMA FRANCESCANA IN SPAGNA… 943 30 Cf. quando scrisse il nunzio Taverna al cardinal Segretario di Stato il 1° luglio 1583, in ASV, Segr. Stato, Spagna 28, f. 420r-v: «Non voglio già mancar di ricor- dare che sua maestà e tutti li ministri qua son tanto risoluti che non convenga eriger provincia, né custodia nova de recolletti, che reputo impossibile il venirne mai ad essecutione con sodisfattione di sua maestà. Tra le molte ragioni che allegano, quel- le che piú li premono sono, prima un grande et antico disgusto che ha sua maestà di veder nelli suoi regni tanta diversità di frati sotto la medesima regola di San Francesco, per il che al tempo di Pio quarto ottenne un breve che si supprimessero tutti li descalzi e si dessero li loro conventi agl’osservanti, sebene poi non fu esse- quito; né mai ha voluto che li cappuccini fondino case in Castiglia, e piú d’una volta si è trattato di levarli quelle che hanno in Catalogna. Parimente, ad instanza di sua maestà, Pio quinto levò di tutta Spagna li conventuali del medesimo Ordine et ordi- nò che si estinguessero quelli del Terzo Ordine, de quali hormai ne sono restati pochi. Però il trattar d’introdurre nova congregatione dà grandissimo dispiacere alla maestà sua, sicome per altra parte li piace che ordinariamente tutti li frati vivano reformatamente». 31 Questa viene spesso sottolineata nei dispacci del nunzio Luigi Taverna al cardinal Segretario di Stato; cf. ad es. dispaccio del 30 aprile 1582, ove il nunzio dichiara di aver fatto «gran querela con il commissario generale delli osservanti dell’ostinatione e temerità sua in opporsi tanto arditamente alla volontà et ordini di nostro signore, e mandai un monitorio sotto gravi pene alli osservanti di Valenza, che non molestassero in modo alcuno li recolletti» (ASV, Segr. Stato, Spagna 28, f. 96v-
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