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A Roma però si era decisi di far osservare il breve pontificio e quindi di favorire l’istituzione e la sopravvivenza della nuova pro- vincia recolletta. Come provvedimento immediato si decise il 30 aprile 1581 l’allontanamento del nunzio Filippo Sega — che allora era troppo prono al volere di Filippo II e che piú tardi capirà gli errori commessi 28 — e la nomina di un nuovo nunzio apostolico nella persona del vescovo di Lodi Luigi Taverna 29 . A causa di impeg- ni precedenti, il nuovo diplomatico pontificio poté raggiungere 942 VINCENZO CRISCUOLO Historia de la Seráfica Provincia de Cataluña , 346-347. Al riguardo cf. anche I Cappuccini e la Congregazione romana dei Vescovi e Regolari , vol. IV: 1570-1612 (Monumenta Historica Ordinis Minorum Capuccinorum, 21), a cura di V. Criscuolo, Roma 1992, 233-235; cf. ivi soprattutto la lettera del vescovo di Orihuela Cristoforo Robuster, che tra l’altro cosí scrisse al papa Clemente VIII: «Quando Gregorio XIII concesse il breve in favore della recolettione de frati di San Francesco, facendo la provincia distinta della osservanza in questo principato di Catalogna, molti frati pro- fessareno in detta recolettione; ma seguendosene poi contentioni fra essi, alcuni frati della recolettione, che haveano fatta profesione in essa, vedendo che sua maestà inclinava agli osservanti et che detti osservanti se faceano patroni de alcuni mona- sterii delli recoletti, cresero fermamente che la detta recolettione se finiria presto o almeno non se servaria la estretezza et mortificatione che in quella se professava. Et pensando haver li soi animi piú quieti, se transferirono alla provincia delli capucini, che in quella occasione in Catalogna allora cominciava»: ASV, Congr. Vescovi e Regolari, Positiones , 1593 C, f.n.n. 28 Si veda la relazione del cardinal Segretario di Stato al nunzio Taverna del 23 luglio 1582, in ASV, Segr. Stato, Spagna 30, f. 87r: «Monsignor di Piacenza, qual prima inclinava che non fusse bene lassar introdurre li recolletti, è stato ultimamen- te ne la Congregatione che ha trattato questo negotio, dove ha lungamente esposto le ragioni sopra le quali fondava l’opinion sua, ma gli sono state ributtate con ragio- ni altre, tanto piú efficaci, che ha conosciuto chiaramente di essersi ingannato, et però ha scritto una lunga lettera al re, ne la qual si ritratta de l’opinion sua et exor- ta sua maestà a far exequir il breve etc.». 29 Nato a Milano, fu prima referendario utriusque signaturae , poi assistente al soglio pontificio e segretario della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari; successivamente fu nominato governatore di Fermo, Camerino e Città di Castello, fin- ché il 9 dicembre 1579 fu eletto vescovo di Lodi, sede di cui fu titolare fino al 1616; nunzio in Spagna dal 30 aprile 1581 all’11 dicembre 1585, fu poi governatore di Roma e in seguito ancora nunzio a Venezia dal 26 febbraio 1593 al 23 febbraio 1596. Si spense il 3 gennaio 1617. Su di lui cf. H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques per- manentes , 147 e 288; Hierarchia catholica III, 220; C. W EBER , Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809) (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Ufficio Centrale per i Beni Archivistici. Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Sussidi, 7) (Roma 1994) 941.
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