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zs a . > 4 46 \ “Ppattato V. del V. Comandamento. i “ancorché fa morte 5 Tinfamia, & alcrimalifi ra accufarfi , dicendo il tempo, che ha hatute 4 diftinguono in fpecie’ fificamente , Yodiolimi- quefia mala volonra, ftnza diftinguere 1¢ vol. © ‘ya tutti fotto wna ragione formale, cio¢ in te, che ha defiderato male alla perfora ; Se” hid quanto fono dacno del Proffimo: Adenque mm = forfi non auefle ritratcato l’odio , ¢di poi ri- A i genere moris, non fi diffingdono ia fpccie li caduto'in quello; perché toties quoties f titvat= — ‘odij per Ia diuerficd de’mali; ¢ cosi baftera, cheil Penitenre s’accnfi d’'auer defideraco male grane , d leggicro al Proflimo , {enza {pecifi- care, che gli ha defideraco Ja morte , l'infa- mia &c. 4. Defideraua di far ella flefla quefto mal graue a quella perfona, 6 pure, che Ie veniffe ‘per alera ftrada , fenza fux cocperazione ¢ “ P, Defideravo di farpiielo io. C, Quancunque la abbiamo detro, che i] ‘defiderare male al proilimo , non é circoftan- 2a, che varij il peccato; pero quando egli fteflo defidera di fargliclo , € cola cerca , effete diftinto di fpecie il defiderare d’ammazzare il Proffimo , dal defiderargli l'infamia, Odile. | uarglilaroba, & ¢€ neceflatio dire ucila Con- f:ffione la fpecie del male , chefi detiderd fare al Proflimo: cosi infegna con Lugo ,e la co- “mune , Leandro del Sacramento Tom, 1. Tradt. §.difp. 8.9. 8, Tp, ‘5. Quanto tempo ¢€, che ha quefta mala -wolonta cos guefta perfona¢ ‘en * Pp, Saravn’anno. , C, In turto il decorfo detl’anno é Rata fem pre con quelto mal animo ? ‘ P. Allora folo quando mi confeffauo , lo sdeponeno , ¢rittattauo; ma fubico poi rorna- ho di nuouo all’odio antico . C. Quante vole s’é confeffata in quefto tempo , che ha auuto l’odio? P. Tre volee. C. Nelle cre volee, che inrerruppe la cattiua volonta , che aucua ,.¢ di poi ricadé in quella, ha commeflo tre peccati in numero ; per il re- flo del tempo, che ha auuro quefto rancore fenza interromperlo con volonta contrratia , batta , che s’accufi d’auer commefio vn fol pec- _c2to in numero , pill, 6.meno graue , fecondo ‘ibinfiore, 6 maggior cempo, che € durata Ja mala volonta. Vide Palaum Tom. 1. Trat. 4. “ap. 3. p. 2 6. Elinferifeo dalla dortrina di Pietro Na- uatro, Atagone, & altri; quale diffende per probabile Diana p, 1. Trat. 7. refol. 58. Infe- gnano quelti, che quello, il quale ha differita longo tempo, ¢fenza caufa la refticazione del. Jaroba altrui, commerce vn fol peccato in nu- m¢tto ,cbalta, che s’accufi nella confeffione, dicendo il tempo, che ha differico colpabilmen. te la refticuzione, fenza diftinguere le vale, cheha auuco comodica di reficuire ; fe forli Pet volonra contraria non aueffe ritractato la _ Prima: V.G. proponendo di reftituire, e fubico rinouando la volon:a contraria: Adungut lo fieflo fi deue dire nel cafo dell’odio ; che bafte. to !a mala volonta, v'é interruzzion¢ morale, ¢ confticnifce dinerfo peccato in numero . 7. Ps Padre m’accufo , che giorni paffati | mi préfiva poco di faftidio con vna perfona, © ¢ d’alicra in qua Riamo tutti due fulla noftra « C. Ha contre di effa cattiua yolonta ? P. Padre nd. C. Quando l’incontraua , la falutaua ? P. No Padre ; anzi che, quantunqne quel- — Ja mi falucaffe , io non glirendenoillalaco. | C, Aflolaramence parlando niuno é obbli- © gato falucare i} {uo nimico , fe non vifofle fori ~ {candalo ia Isfciarlo di fare; perché quelli, © che V'annertifcono,, 6 Fiftefo nimico , fiper- fuadono , che quefta mancanza di faluco nafca © da va cnor inferco,e amaro. E’ comune de’ ~ DD. con S$. Tumafo 2, 2. qu. 25. art. 6. i Pero i! son rendere if faluco al nimico, che © faluta il primo , regolarmente € peccaco mor- tale . S. Toma fo ibidem, Caietano, & alrri, che © cita Caftro Palao Tom. 1. Trat.6.difp. t.punti. — 5.n.6.Murcia in difquifit. T. 2. lb. 4. difp. 2. © refol. 11.n, 2. Ela tagione é€ ; perché quaucun- — que il falucare , ¢ riffalurare fia atto d’ytbanita, © ¢ politi ; perd nella circoftanza dinemico;é © {egno chiaro di odio: Arqui non folo ¢ obbli- © gacohuomo 4 non portar odio, maanche © anon darne fegni di anetlos Adangque ve ob. © bligazione di falutare l'inimico, che primias | faluca, j ‘) 8, P. Padre m’accufo , che auanti di tal in- concro , aucuo gran dimefichezza con quella — petfona, ¢ molto ne frequencauo la cafa,e¢ dall’ora in qua con v'hd mai pid pofto piede, C. Quella Perfona é fua parente,, P, Padre nd . C. Se fofle Pareore V.S, peccherebbe ia rom. pere la comusicazione, che ¢ douuta tra per- | fone parenti, ma oon eflendo parence non v'é © quefta obbligazione. Villalobos partia.Trat. 3.dif,6, n. 6, E la tagione é; perché co’l profi. © mo quella comunicazione fi ricerca , che bafla, accio non fi pofla penfare , che vi fia odio nel cuore: Acqui bon comunicando con quei del © Proprio fangue, dopo, che é feguiro qualche rottura, fi prefume, che fi coui odio nel cuo- re, ilche non fi prefume, non tratcandodi co’ ftranieri: Adunqué con quefti non v’é obbil, gazione di comuaicare , ma bitisi co’parenti, Prouo la minor ; petcheé fra le pétfone parenti fuole , € deue ¢iict magegior iactinfechezza, che fra flraniere : Adungut &c. " ty ae Colli Rranieri, f¢ fi tracta con loro in pub- 3 blico ,€ nelle foozioni comuni, bafta quefio, per perfaadete , che non ye rancoré pel cucre, quan.
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