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— CapitololIl. Del Digiunes | oF Suarez 5 & aleri infegna Diana p. 1. Trate 9. yefol. 45 -perche il precerto di non mangiar car- ne é negatiuo , che obbliga femper , c pro femper. 3 i 26. P. M’accufo Padre, che feci voto di di- giunare vm Mercoledi, ¢ di poimangiai ins oguel giorno pid volee carne fenza neceffica . C. Ha V.S. peccato facrilegamenre , rom- pendo il voro de! digiuno fenza neceffira ; non: ha peré commeffi pid peccati in numero, per auer mangiato pid volee carne ia quel giorno, come infegna Sanchez nella Som. Tom. 3. /ib.4. cap. V1.m 41. Dove dice , che quello, che fa. voto didigiunare qualche giorno, non com- mette tanti peccati , quance volce mangiay carne. Perché quefto , noo fi ¢ impofto prececto di fon mangiar carne per fe, fe non in quanto era mezzo ; per guardar il digiuno : Adunque rom- peado il digiuno yna volca , ceflana gidil pre- cecro di non mangiar carne, Il contrario annie- nene’ digiuni. della Chiela, quale in quefliper fe comanda, che non fi mangi carne, come precetto diftinco da quello del digiuno , come fi vede chiaro in quelli, che lanorano, quali cfenta dal digiuno, ¢ non dallaftiacnza della CAIN’ » : } z 27. P. M’acenfo, che nelle tempora ho man- giaco oua, ¢latce , fenza la Bolla. : C, Solo nella Quarefima ée proibito mangia- re latticioij ; e cosi in cutti glialcridigiuni, fuori della Quarefima , fe ne pud mangiare {en- 2a Bolla, Sanches vbi fupra m. 25. 28, P. M’accufoanche, che in vo giorno di Quarefima ruppi il digiuno , & in quello mane giai tre volte laticiaij . » C, Quelio, che sé detto de! rompere i! di- giuno della Chiefa mangiando carne, lo fteflo dicodi quello 5 che io rompe mangiando pid volte jaticinij in cempo. di Quarefima ; quale commette due peccati morcali, vao contro il digiuno , l’altro controil precetto di non man. giar latcicinij in-rempo di Quarefima ; ¢ cutte levolce, che tipste la comeftione di lacticinij, commerce altrercanci peccati in aumero . Cos} infegna con Coninch nel luogo di fopra citato Diana p. 3. Trat. 4, rcfol. 157. 1a ragione é la itefia decta di fopra, per quando fi rompe il di- giuno, mangiando carne, oft Auuerta quiil Confeffore, che mole perfoe ne povere, che non hanno con che poterficom- prare vn poco di pefce, & hanno commodita di mangiare qualche ono , € per non auere dug,». realida comprarfi vna Bollaferupoleggiano in | mangiarne ; dica loro, che fenza {crapalo pon- ‘i nelle mani del Sacetdoce , € lo Aeffo, che per no farlo; poiché la Chicfa-é Madre piccofa, che non obbliga con acho Smee figlis >. 29. P. M’accufo Padre, che nel-digiuao-ho qualche {crupolo circa !2 collazione . , La quanticd, che f pud prendere a far collazicne fono 6. oncies Ite Villalobos neflé Som, pels Trat. 23. dif. 7. n. 4. & aleri molti. Faguadez in pracept. Ecclef. fopra il 4. precete. Leaps Ts 8. 23,concede vicino a 8. oncie; Gute fto pero pare grand’allargamenco: perché la; collazione ¢ ftata introdorta, accid il bere non. faccia dacno ; per queR’eferro baftano 4.0.6. oacie di reba. £ s’auuerca, che nelle 6. 6 8. on-. cie s'intende , & include curco quello, G man- gia 2 collazione s perché la gente volgare pen- fa , che folo il pane fia, il cadaco in queft’oncie, € che la frutca noa s'iacluda pelle quancica dea. terminara, La qualita del cibo, che la collazione pere mette , fono pane, frucea, verde, 6 fecca, vn'in« {alata cruda , 6 cotta , conferna , 6 alcri dolci. 30, Dellacicolata fuole agirarfi, fe rompa, 6.20 il digiuno : per me cengo per cezto, che lo rompa 5 perché , quantunque dicano, che é'bea uanda , io vorreifapere da quelli, che I’vfano, {e la prendono per bibita , 6 per modo di cibo: iz bibica {crue , per eftinguere la ere, il cibo per alimencare; la cicolara fi prende, ¢ ferue ptr alimenco,e non per eftinguere la fere: Adute que come pud eflere bibica? Bibica fara per inolti, che ( Gomae dice Giob) bibuvt quali aquam iniquitatem » Non fi nega , che per modo di me- Cicina in wna , 6 alera: neceflica fia lecito pren- Gerla: quello, che fi riprende, ¢ I’vfsrla tories quoties . Oli quanto poco ftimera Dio di fecon- dare , ¢ piacere alla volonca di coftoro ; nel fuo Tribunale fara vedere , che non ammerte tutto quello , che di qua chizmano. probabile, ¢ cere te libertad , che {pacciano per lecite, né alrro fox no in verica , che pure riiafazioni delia viziaca. natura vruana, 5 CAPITOL OW, Efortazione d quelli » che tvafgredifeone Fefle . Gio alla Mefla ue’ giorni di Fefta,e di Rarui con tutca diuozigne; poiche évn Miftero canto fourano, che gli Angioli del Ciclo v’affifono con. fomma riuerenza,e tremore , come quelli, che afliftono alla pre. fenza di Dio Sacramentaco . Confideri con ac- tenzione , come la Mefla € yna rapprefentazio~ ne di quell’incomparabile bencficio , che Dio ci ha fatco , rifcattandoci co'l {uo preziofo San. guesi lAlcare della Croce @ cofto d’infinici fuoi cormenti: poaderi , che quello, che adora 31, P Rocuri d’atcendere con tutto lo Rus amor acftro ha fofferta indicibili pene:lo miti- con fentimento diuenuto vi mar di ptae,va ---ficratcodolorofo di eorméati , {chiaffz¢eiaco, fpucachiato, flagellato ,/coranato i {piaes, trafitco con chiodi nell mani, < ne'’picdi con Late \ Pls / / b q =F ln

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