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66 due giorai di lauorare, 6 perch pioue , 6 per alcra canfa, non ¢ obbligato diginnarc guel giorno ; perché per il cranaglio anrecedente, e fuflegnuence reftano le forze debilicace »¢ bi- fognofe diriftoro nel giorne , che ceffa il tra- naglio, : 20. P, Padre m‘accpfo , che yn giorno pref i Sarroriincafa a cranagliare, ¢ quel giorno, che per altro era giorno di digiuno , diedi loro collazione , ¢ cena - ; C. [Sartori aneuano anjino di digiunare , 0 pore erano rifoluci di non yoler oficrnare il di- giuno ? . P. Padre, eglieo fteffi mi dimandaronola collazione , dicendo, che non diginnavano, C. Se fofle probabile la fenteoza di Fagua- dez pracept. 4.1.1. cap, 8.0, 15.¢ 16, io fine. B Ledefma, che fcufano i Sarti dal digiuno , non auerebbe Y.S, d'augr [crupolo alcuno per aver daro loro Ja collazione ; quefta2_ opinione pero é€ flaca condannara da Alefandro VII. nella Propofizione 30. done riproua il dire , che cue- tig'i Vfficiali della Republica fovo fcufati da} - digiuno ; ¢ che non deuono certificarGi , {¢ il low ro trauaglio ¢ compatibiie, 6 ndco’'l diginao; ¢ cosi ’opinione contraria ¢ la vera, ¢ comyne quella, che inftgaz, che i Sarci fono obbliga- ria diginnare. Layman, Jib. 4. Trat. 8. cap. 3- num. 3. Azorio part. 2. lib. 8, cap. 17. quaft. 8. . 21. Non oftante che fia improbabile Ja fen- tenza,che fcpfa dal diginno i Sarti , Ici non peccoin dar loro da collazione, ¢ cena ,di- mandandola effi, & eflendo rifoluti di non di- giunare; Si perche , come infegna con Fagune dez Diana p. 1. T rat, 9. refol, 13. quello , che ha da condurre arte fici per travagliare in gior- no di digivno , noo ¢ opbligaco valerfi di guel- li, che pon oftante i] trauagiio, poono digiu- nare: Si perché quello, che ¢ rifoluco di cenare, €lecito connitarGi per vrbanicd acena, come infegna Filincio Tom. 2- Trat, 27. p. 2.¢4p. 5. m 94. € Villalobos nellg Som. ps 4+ T rat. 23, dif, .m, 2, Aduogue , fe i Sarti erano determi. nati di pon digiunere pore lecitamente dar loro da collazione ,¢ cena, y 22. Quelli, che fonp difobbligaci dal digiu- no , fono gli Agricolcori, i Fabri, ¢ cucci guel- li, che efercitano mefieti grauoli ,¢ che porca- no fecomolra faica, Margit I Predicacori ,e Confeffori, che molro Ja- horano, ¢ ftentano ns! loro miniftero , f no aacora {cufati, ita Tomas Sanchez in opufcal, Tom. 2. lib, 5, cap. 1. dub, 13. & altri. Gli Scarpinellj {cufa dal digivno Leffio/. 4. fap. 2. dub. 6. tm. 43. Bonacina de leg. difp. vit. 9+ t+ parte vit, nm, 19.Layman vbi fupra , Io pe- ¥0 giudico con Toleto lib. 6. cap, 4. n- 5. che quefitalid’ordinario fijao obbligati al digiu- HO» perche jlloro gravaglio non ¢ tanto grae T'rattato III. del IT]. Comandamento ; ue, chelifcufidaldiginyno, . . 4 23- [Barbieri n¢é meno fono difobbligadl dal digiuno; come infegnano 1 DD. comunc- © mence , Layman, Leffio, Azorio. Vbijupray — & alcri molri; dal che s'inferifce, che fono © anche obbligaci al digiynoi Medici, &iChi- | rurgi. Le Donne grauide, quelle, che allattano, non {ono obbligate g digiunare . Leflio vbi fu- pra n. 39. Valentia Tom. 3, difp.9.quat. 2 punc?, 2. Veganella Som. Tom. t- Cap. 14. cafg 22, o altri os... ' I Vecchi di feflzn’anni, quantunque fijao robufti, fono fcufaci dal digiuno - Sanchez nele la Som, Tom. 4.1.4 cap. 13.0. $4.01. 7.de ma- trim, di[p. 32.”, X37, Porcel , & altri, che cite il P, Leandro di Murcia nello {piego della Regola PYAC. 3+ CAPs BG, 2. mM 48, perche fenectus ip/q eft morbus, 24. P. Padre m’accufo, che vn giorno dj Quareima mi fencij alquanca male, ¢ Made giai caroe, __C. Confuled co'l medico del fuo male? ‘P, Padreoo, C. Eco’'l {uo Padre fpirjtnale ¢ P, Né meno, ‘ C, Quando I'infermita ¢ graue: V.G, di fee bre terzana, 6 quartana, non¢ seceflarioco- | municarlo al Medico, n¢ ad alcri per mangiay carne ;ma quando Vinfermica ¢ molco leggic~ ra, ¢ 6’ha dubbio , fe bafti,, 6 nd , per nangiar carne , fi deye confultare co'l Medico , ¢ Cons fcflore,¢ co'l parere di tucti dae fi pud peril privilegio della Bolla mangiar cara¢ , aache in cafo didubbio. Non ¢ pero Iecico ad alcung in fimigliantt dubbij far arbicro nella propria caufa, ¢ pren- derfi licenza di mzogiar carne, € rompere if djginno , ¢ pecca mortalmente chi lo fa di pro+ pria anrorica, 25+ Quance volre ha mangiaco carne in qute fto giorno? . P. Due yolre, C. Chi compe il diginno mole volee , man- giando cibi quarefimali, commecte folo vo pr¢- cato in {pecie , & in numero 5 perche il digiuag € cofa indiuifibile , & vna volcg rotco voa obe bliga pid per quel giorno; mg chilo romps mangizodo carne , commette duc peccati mor- tali ; perche come dice Choniach de Sacramentis dfp- 7, dub. 5, fub ». 42. Il digiuno, & il noo mangiar carne fono due prececei diltinri, & hanno dj pig difinra maceria ; [ peccati fi mal- tiplicano io numero , quando i precetei {ono di- flinci, & hanao diger{a materia: Dungue rom~ pere i] digiuno » mangiando carag, € doppio Peccato in onnero, . E di pid cutee Ie vole , che fi mangia carne oel Blorno di digiuno, fi commpttono altttt. tanci peccati; Come con Laynan, Villalobos, ; Suartz, °
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