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62 E fempio contro coloro y che maledicouo « Iferifce il Padre Andrade nel fuo Iciner- R ratio grado §2,§. 12, d’auerconofciuto jo voa Citta vn Giovinafiro , al quale fua Ma- dre, perché vicina le nocce dicafa contra fua wolonta, tird addofio vna maledizione, di- cendoli, prego Dio, poiché non vuoi fares quello ti dico ,che ti feccia ammazare a forza di pugnalate . S'effectud in brene la maledizio~ ne; poiche vna notce {a paflaro da parte a pare recon vna {pada,¢ lo portarono morto a fua Madre, Ja quale vidde cfaudica la fua maledi- ROROGKOKO KOKORO T rattato 111 .gel 111, Comandamento « 5 gione , con afpro feo cordoglio - Ria Ame ancora, € {ucc*do ucila Miffione ; che incontrandomi con vo'huomo, che auuenrd @ fua moglie voa maledizione , dicendo: poili cu morire di mal dicofta ; india poco fo forprela dal ma! di cofta , che litolfe la vica, ; Alcra maritaca midifle, che fencendo piane gere vo figliolino , che allacraua , infattidica gli diffe : poffi cu vna volta morire , la maicina !o trouo morto fenza infermird; neé vi fi vidde {ee goo d'alcro accidence , che guello delia maley dizione , OQROKORORT KOK TRATTATO IIL DEL Il COMANDAM.” SANTIFICARE LE FESTE. CAPITOLOL Del Precetto d'vdive la Meffa. [: quefio Preeetto di fantificare le Fefte, vna cof{a ficomanda, & vo'alira fi proibi- {ce ,Sicomaoda I’vdir Meffa tutti i giorni di Domenica , el’alere Fete comandate ; ¢ cir- cadiguefto vi fono due Propofizioni condan- nace da Innocenzo XI.quali {piegherd nel T rat, 10. 183. cr feq. Si proibifce in quefto precec- to illauorarein giorno di Fefta , & efercicare opre {ernili: ¢ di quefto diré molec cofe nella 2. part, della Pratica Trat, 16. cap, 8.¢9. Si proibifcono anche gli atti giudiciali in giorno (di Fefta, del che tracers nella 2. part. Trat. 15. cap. 3e-38, E bench la materia del digiuoo appartenga al 4. precetto della Chicfa ; perd, per mecterla ne) Decalogo , ne parlerd in que. fto comandamenro ; Jafciando altre cole dj ote per la 2. part. di quefta Pratica, onc nel Trat. 17, m, 14. CF feq.e num, 181. Cr feq. nello fpiego delle Propofizioni 23. 29.30. 31.¢32, che fopra guelta materia condannd Papa Alcflandro VII. toccheré molte dotcrine concerneoti a guefto , 1. P. Padre m’accufo , che due giorni di fla Cee d’vdir Mefla ‘ sa ated + Uha lafciato per {ua P, Padiesi, | Ps a salen e . oer » come I’ha lafciaca? + Padre, vna volta andando per viaggio, & aucndo potuto fencir Mefla ethos cat quale parcij , diferij a fencirla dove andauo credendo di Tittouarni Mefie ; ¢ quando Vari. Hal, G00 ve o’crano pid :l'alera mi pofi a giuo- care {ull matting ,¢ di poi , quando mi ricor- 4 dai della Meffa , andai alla Chiefa per vdirle , € né meno ve ne ricrouai. 2, C. In quefte occafioni gli venne mai due bio, che non averebb: poturo vdir Mca, 6 pure credeua , che farebbe {taco a tempo di {tne tirla ? P, Padre, fempre credeno di douer efferea tempo. ‘ C. Poiché V.S. credé di douer fempre eficre acempo d’rdir Mela, né mai dubiro del cons teatio,, non peccd in quefte duc occalioni, lar fciando la Mefla; perché Ja malizia dell’om- miflione non confifte nell’ ommiffione fetia; come con Vafquez , ¢ la comune, dice il Cat- penfe Tom. 1. Trat, u1. de peccat, difp. 1. Sect, 8. n.80 Ma beosiin deraicaufa, conofceado, che dalla ral caufa ne feguira Yommifhone : tei non pés6.che né dal {uo viaggio, ué dal fuo gi- uoco porefie feguire Pommiffione della Mcfia, e di.guefto non nebbe purdubbio: Dunqu¢ Yommiflione non fi peccaminofa . 3. Mi dica, credendo alcuna volca , 6 du- birando , che con farebbe arriuato a cempo di fentir Mefla, lafcid di fentirla ne! Luogo , dal quale parti per l’aicro ? P, Padre si ; ma ripgrazio Dio , che arriuai a tempo di fentitla , eja fentij. C. Qui si, che V.S, peccd mortelmente; per- che , come ho decto, la malizia dell’ommitiio- ne confilte in darui caufa} & io efporfi a perica- Jo di quella: V,S. quancunque abbia {eocito Mcfla, pure fi € polta a pericolo di perderlas Adunque ha peccato grauemenre.& quefto pec caco di lafciare Ja Mefla in giorao di Feita ,¢ peccato contro la virch della Religiane ; non ¢ cro facrilegia. ; Auncgca qui il Confeflore, che non fubiro che
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