BCCPAM000545-3-09000000000000
69 jl privilegio della Bolla, ¢non quando per Sie privilegij , Ele vi fi trowaffe qualche czu- fa, allora fi pud mefcolare parte di difpenfa- zione ,e parte di commncazione , per procede- re pin looranida’ fcrupoli, : 72. P, Padre m’accufo., che da.me fteffo mj fon commuraro va yoto, che aucno farto d’vng cofa in vn'altra , Dat C. L’hacommutato in altra cofa migliore? perché di propria anrorita puo beniffimo cial. cheduno mutar vn fuo voto in cola, che fia cvidepremence migliore 2 P, Padre, non cra migliore la cofa , nella guale I'ha muzato, C, Fra cofa vgwale ?.perché, quanrungue molti Avtori n¢ghino, che vn’huomo pofias commutare di propria aucorica vo {uo voto ig cofa vguale ; Medina pero , Enriquez , Tambue rino , & altri, che riferifce Leandro dal Sacra, mento nella p. 7. foprail Decalog.la 2s Trat.¥, difp. 18. §.. 1. 9+ 9+ aflermano che pud far di propria aucorita , P, Padreionon so, fe Ja cofa, nella quale lho commuraro fia vgnale, 6nd. C. Qual'era Ja materia del fu0 voro? P, Digiunare i Veoerdi, C. Io che l’ha commutaco ? P. Io dareio quefti giorni vnalimofina. . C, Per gual mociuo ha facto queite voco dj digiunare i Venerdj? P. Pes liberarmi d’alcunj ftimoli di concu- pilcenza , che mi tranaglianano, C, A niuno ¢ Iecico, n¢ permeffo il commu- tare di {ua aucorica propria il yoto ia alcra co, fa , che fia men buona, quancynque pofia coin- mutarlo in cofa, che fia migliore , 6 vgnalmen- te buona; ¢ per conofcere qual debba dirfi co- fa migliore , non fi ha da guardare folamente Ja nacora , ¢ bonta intrinicca della cofa;ma bensi alla maggior boned, che ha rifperco al Soggetco, che ha fattoil voro, L’orazione in fe fica ¢ migliore del diginno ; pero riguardo al Soggecto, pud effere migliore il digiuno, che lorazione: & ancorche ammettiamo , che la limofina fia virth pid nobile, & eccellence del digiuno ; per Y.S. perd, che parina quei ftimoli di concupifcenza , era minor bene !'ele. mo fina , che il digiuno ; con che eflendo minor bene, non poteua di propria aurorita commn- tare il voto di diginnare in dare limofina . Vil. lalobos nella Som, Tom. 2, Trat. 34. diff. 31. M. 4. e€ 66 ; 73- P. Padre, ora mi viene vn f{crapolo; perche aysndo fatto voro di portare per que- tio medemo motino, ogni Sabaco il cilicio , i} Confeflore me lo commuré in guefto , che ne’ fudetti giorni recitafli il Rofario colle ginoc- chiainterra. C. Prouaua V.S, pid alleggerimento nelle fis tentazioni , portance il Ciljgio , 6 reciraa- Trattato 11. del Fs Comandamento. do ginocchion: Kofario?s » P, Padre coll’vno ,¢ Valtro mezzo provauo qualche follieno. nelle mie reatazioni; vn poco pero pid co'l cilicio . : C, Gli, commnrd il yoro i) Confeffore , in virch del Priuilegio della Bolla , 6 di qualche Gigbileo ? ; P. In virtt della Bolla». C, Aucna qualche canfa, per commutare guefto woro? oo. -. P, Sentino gran difficolca in porcare il cili- cio , e molre volre trafercdiug i! voro ,¢ quefta fola ff la caufa , che allegai al Coofeflore , ace cid me'l commurafie. C. In fentenza di Aragon, Toleto ,Sa, & aleri, che cira,¢ fcgue come pr: bzbili Lean. dro de] Sacramento pe 2, Trat. 5. difp. 14.9% 156.6 Be Fe Trt 1. aifp. iB. § 1. qual, 12. Si pud con autoricd del Conftiure in vired della Bolla , 6 Giubileo commnucare i! voro in alera cofa, gueocnngue fia alguanco men buona. E* vero ;ma come che guefia minor bonea, che ha !a cofa, nella quale fi commura il voro, fi ha pet. modo di difpenfaziose , ¢ quefta ricerca caufa,, per porerfi fare ; percid , per commura-~ rei woco io cofé men buona vi fi ricerca caufa giulla,come dice Villalobos fop. cit. n. 8. dal che confta, che il Confeffore porena beniflimo commurarglifl voro del cilicio in recicar gi- nocchione il Rofario; poiché guantnoque fofle alguanto men buono per Y.S, I’ha facto pero co'l privilegio della Bolla , ¢ per quel poco ec- cello di boncd, che rifpecto 2 V.S, aucua il por- rare il Cilicio . fi caufa baftance Ja oocabile dif- ficolta., che gueua in porrarlo ,¢ Peflergli ques fia difficolra occafione , cht pid wolce lafcialte ci porcarlo., ea menac 2fzgneno gli Autorj, che j baanoad efigruarc nelle commutazioni de’vo.- ti; ma, come guefe mactrie, quando veogo- noal Confeflore, regolarmenre dapnorempo, — ¢ bon porcana fretra , mon fara bene lo {pedirle fubico nel Conte Gonario, ma_pigliarG tempo a penfargi,¢ pondcrare il cafo, Ieggendo i li- bri, che ne tratgano,,¢ pud vederft Villalobos nel luogo citato » Leandro del Sacramenro par, 7- Trat. §. difp, 18. §. 2. quaft. 32. 7 [6q-§.3e quaft. 52. Tomaflo Sanchez nella Som. Tom. ty lib, 4. cap. 36. per totam, Echi non aucrd que- . libri, pocra communicarlo con quaichey — 1OLfO » ia CAPITOLO V. Efartazioni , che i hanno da fare al Penitente sche ~ ba coftume di giurare , 0 maledire » 74: C -Auusrta V.S. che queftavizio di — giurare, O maledire, ¢ vn vizia — Giabolico , che meleo difpiace a a Dio; 14
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz