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42 : per vica di Dio, be ree molci voglino , che quefta pa- rola fia beRemmia ; pero il Cafpenfe ¢ di fenci« mento contrario » Tom. 2-trat, 15. de fide di/p- «300. 4 f s , < P. aid ‘m’accufo, che vna volta ho detro, fia lodato, il Diauolo, C. Lo diffe, credendo , che di lode? eS Padre , ma folo portato dalla colera. C. Se fofle con errore, & auefle creduco, che §1 Demonio fofle degno dilode , farebbe erclia jl confenfo; ma efiendo fenza quetto errore, quefta parola fi riduce all'idolatria materiale; oiché il peccaco d’idolacria_confifte in dare al monio il culeo douuro a Dio ; V.S. nella pa- rola derra diede la lode donuta a Dio al Demo- nio: Adungue fi peccaco @idolatria , non» formale, perche neli'ioterno non € concorfo errore; ma materiale : quefta parola era anche beftemmia , perch¢ il lodare il Demonio , é ti gettare Dio , ¢ difonoratlo, 30. S'anuerta qui, che il dire , rinego Dio, € beftemmia ercricale ; ¢ puol’efiere folo mare. rialmente ereticale, 6 formalmeore : macerial- méte lo fara, qnado quefte parole fi dicuno fen- za ¢rrore interno contro la fede; ¢ fara formal. mente erericale,quando v’é quefto errore: quan- do € formalmente creticale , 'afloluzione {perta al Tribunale del Sant’ V flicio , Quando pero fono materialmente ereticali, ¢ pubbliche, 6 di confuerudine , quanrunque fijno riferuate al S, Vfficio; per la Bolla dela Cruciata G porno affoluere roties quocits ; Lo fiefio fidice degli aleri cafi riferuaci 2 quefto _ Tribunale : V.G., fortilegij , maleficij &c. eutei fi ponno affolucre per il priuilegio della Bolla toties quorics , eccerro l'erefia efterna , cosi in- fegna Suarez , Filiucio, Alcherio , che citw Dias B4 P» Ue trat, 5. refol. 7 © Murcia tom. 2. difq. lib. 4. diff, 1. refole 44. 0. 42. Quando fi dica la beficmmia pubblica, 6 confuecudinaria , ev quando per quefto ¢ riferuaca al S. Vfficio, fi pe vedere in Diana p. 10, trat, 14. refol. 68, € 99 31. P, Padre m’accufo, che alrre volee hd detco, per la Paffione di Chrifto, che quefto ¢ rs 30 che hd da fare quefta, 6 guell’alra cola. . C, Quefta parola prefa in tutto rigore é bes flemmia ; perché in gutco rigore € efporre al difprezzo la paffione di Chritto, fenoné vero gueilo > che s'affcrma 9 ' Pero.in fentimenco comune, non & prende uefa parola con quefto rigore, e€ non prens ndo in quifto fentimenso, non é befteme Mila; Come ne pure il dire , quefto é tanco vero, come € vero, che Chrifto ha patito per noi: Liveffo, dice il Ca(penfe , deue dirfi, quando fi dics per il Cape, per il Volto dj Chritto , Tom, il Demonio Ga Trattato II. del 1], Comandamento - 2. trat. de fide di/p- 6. Sele 20 15, CAPITOLO If, Della Maledizione . 32 Padre, m’accnfo, che hé vn’abi- P to diabolico di maledire ad ogni tracco, ¢ dire il Diayolo ci porti. C. Suole V.S, dir quefta maledizione cons animo , che il Demonio porti via quelle perfo- ne, contro le quali la dice 2. Perché v’é maledie zione materiale ; & € , quando fi dice fenz’ani- mo , che s’effettui ; ¢ maledizione formale , che é , quaodo Gj waledice con animo , che fucceda jl facto :la maledizione formale ¢ peccato more tale, la materials € peccaco veniale. P. P,Solevo maledire in colera , 33+ C,Solena dire quelle maledizi oni a’figli 6 demeftici di cafa, 6 pure a fuoi nemici ? P, Le diceno 2 qualfiuogtia, che midaua occafione d’inquietarmi , Non ¢ facile a’Confeffori conofcere , quando i pecitenti maledicono con intenzione , ¢ quan- do n6. non fapendo effi rifpondere alcro, fe von che maledicovo , quando vanno in colera; ¢ per formare givdizio di quefa mareria deuefi chie- der loro contro qual perfona dicono le makdie zioni; annengache, fe le dicono a figii, alla mo- glic,adamici, d’ ordinario fowo maledizionj materiali , non folendo. mai defiderare, Ja Ma- die, Oi! Padre a’proprij figli Gimili mali, Se le maledizioni fi diconoa genre ftraniera di (aogue , deyefi auer riguardo all’ occafione, che v’é di maledire , & alia nacura di chi male. dice; {> V occafione ¢ Raca graue, che abbia potaro eflere motiuo di quaiche odio formale, la maledizione fi deuc centre come formale ; & anche quandola perfona. ¢ affai iraconda, ben. ch¢ l’occaffone noo fia ftaca molro graue. 34. Non ¢ psrd neceflario {picgare nella» coofeffione Ja qualita delle maledizioni, fc fus rono dette, O alia perfona ,6 alla roba, 6 alla vica,6 all’onoresperche quetta differenza ¢ fifica, ¢noa morale , come dice Fagundez fopra il De. calog. bb. 8.cap. 626, 2.7¢ ancorché Baflco rene §4 il concrario verb, Maledi.n. 5. 3§. C. Solenacila dire con guuertenza ques fie maledizioni? Perche , quancunque per aliro fijno fate decce con mala iasenzione, f¢ mancd auuerteoza, oon furono peccati graui, perch¢ non vif la libercd, P, Padre, io Ie diceuo in quella colera ,¢ vea ro pero, che fubico mi paflaua, C, Il padare {ybiro la colera non ¢ argo- mento, cheledicede f:nz2 auucrteaza , coms nord beniffimo i] P. Bafleo nel luogo poco fi ci- tatoin fupplemento n. 3. pcxche quaado ia paf- fione deila colera paffa fubico ¢ fegno , che 009 fi tance veeménte , che porefic acciecare ae Oy
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