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RRS L i —_ —— —— Capitola IV. Della V irth della Religione; AS della Santa Croce coll’acqua benederca , & in- pocarel’'aiuco di Maria Vergine Signora No- fira per fugare ii Demonio, ¢ renerlo lonrano$ come auuerce Layman nel luogo citato num. 18, §. fed quia « 34. C. Credé V.S, alcuna cofa contro Ja fe. de? V.G.che Dio non era Oanipotente , che potena pit il Demonio , che lui , 6 che non fof. fe quefto condannaro all'inferno , poiche aucua facolea di fare quei maleficij 2 aS RS _ P. Padre si , cucto quefto credeuo , C. Quefto era atco d’erefia formale, Y.S, Pha manifeftaco , 6 coa opere , 6 con parole 2 _P. Padre nd, : tr Aas, Nea C. Adungue quefatco fi ferma ne’rermini di erefia purameote incerna; la quale , come hd detro di fopra , non¢ rifernata, né per effa s'ia- corre io cenfura, 6 fcomunica alcuna. Ha V.S, rinegato Chrifto Sig. Noftro, 6 la fua Madre Sanciffima,¢ glialeri Sanci? ~ yet P. Padre si, Chrifto, ¢ i faoj Santi ho rine- g2to ; pero di rinegare Maria Vergine , non hd auuco animo . F C. Quefio ¢ peccato di beftemmia, Defidera VS, adeflo di rianirfi alla nofira Santa Madre Chiefa, come fuo membro & abiura turto quel- Jo ha creduto contro la noftra Santa Fede? BP. Padresi,contutcoilcucre, = C. S'¢ mai alcuoa volta accoftara difonefta- mente al Demonio , moftraadofi egli in forma apparencediDonna? BP. Padre si ; vna volta, C. Quefto é peccato contro natura , econ- tra la Religione, — prs ay 35. C, Ha offerto alcuna volca culto, 6 ado- razione a] Demonio? . P. Padre si, cutee le volce , che andauamo a’noftri conciliaboli, — C. Credeua V,S, che i] Demonio anefle Deita yera ,Oche fofiedegno d’eflere adorato? = . PB Padreno, C. Se V,S,anefle offerto culeo al Demonio, credendo , che anefle Deita vera , farebbe fara idolatria formal ; ma auerlo adorato fenza quefio errore , ¢ idolacria materiale , oppofta Vena ,elalrra alla vired della Religione. 36. Ha V.S, iafegnaco ad alcuno queft’arte Pci maleheipee iio yyigip sec P. Padre si, a due Perfone , C. Per quefto peccato di {candalo, co'l qua- Ie le ha indocte 4 pzccare, ¢ caufato quefta rui- na {piricuale all’anime loro, deue reftar perfua- fa ,che jl Demonio Je terra ingannate colle fue {uggcttioni, acid nomfi confeffino ;¢ giacché V,». € ftaca caufadirnina , {ara bene, ch¢ lo fia anche d’edificazione , ¢ di falute , procurando Wi perfuaderlea rinonziare a tutti j patti diaboe lici »& a confetlarfi, quando per quefto non ponno lacorrere in male , 6 danno alcuno tems portale ; come n¢ puz V.S, v'éincorfas 37. C. Hi V.S, aleun vafo d’vnguenti maj gici, libri d'incancefimi , 6 carce diaboliche ? . P, Padre si, ho appreffo di me vn vafo. C, Lorompa , ¢ faccia in pezzi; abbrugii libri ,¢ le {Critcure , ¢ procuri nell’aauenire di noo comuaicare con perfone di fimili coftumi; & anco , fe vi fofle vicina di abicazione G muti dicafa , fe commodameace pud, ¢ fe n’allon. taol. ‘ ' Conofce V.S, alere perfone di queR’arce, ¢ vizio , complici de'fuoi maleficij 2 ~~. Padres}. me C. Sappia, che non ¢ obbligara a denun- ziarle, in opinione di Suarez grat. de fide difp-10, Se. 4.n. £8, il quale cita Pegna , Simanca. Lo tieflo infegnano Megala, Porte) citato da Diana p. 1, trat. 4.refol. 9.J quali dicono, che mai alcuno ¢ obbligato 4 denunziare il comp li- ce del {uo delicco , perché nefluno ¢ mai obbii- gato a denunziare fe fieflo: denunziando il complice, vircualmence denunzia fe fteflosAdun- que non v’é obbligazione di denunziare i] com. plice.Prouo la minore;perché fe Piecto fofle ob- bligaro 4 denunziare il fuo complice , il com- plice farebbe aleresi obbligato a denjizia re Pie~ fro, come complice fuo: Adunque denunziando il complice , denunziarebbe ie medemo . k’perd limitaca quefta docerina ; perché nell’erefia for- male efterna , ¢ nelle folicicationc fi € obbligaco adenungiare il complice &c, : Lucfio il modo ,e Vintgrrogazioni, colle quali s’ hanno ad efamimare , @& interrogare 1 fattucchiertz e chi voleffe pin diffufamente vedcrlo ftefo , lo veda in Martino gel Rio nella difq. mag. |. 6, cap. Xe Sec. 3, ms oe 38. Circail modo, co’l quale ha dadipor- | tarfiil Confefiore con cali perfone , quando le manda a confeflarfi dal §, Vfficio , affide che le caftighi , i veda Lsyman Tom, 1. Sel. 5. trat, ©. cap. §.n. 15. ¢ feguent, Si compiacia Dio per faa Mifericordia illus miaarle , ¢ leuare da’ loro cuori il velo cencbro= fo degli errori, co’ quali le ciene acciecate il Demonio , accid non vedano la luce della v¢~ rita. - 39. Acciochdi Confeffori poffino animare cosi quefti,come turci gli alcri peccacori 4 coa- fidare nell’ infinica Mifericordia di Dio, po- traano brenemente fuggerir loro il feguences efempio , r : Riferitce §. Geronimo, che vn Giouine in- carnaco ne’ vizij , perdyro il rimor di Dio am= mazz6 fuo Padre, & vo fuo Fratello . E pren= dendo quanto gli pocé venire alle mani,fe n’an- do vagabondo per i! moado {pregando, qualal- tro Prodigo , in mille laidezze le fue foltanze. Stando fepolto in canti vizij, vdi va fermone della Mifericordia di Dio, ¢ cocco dail Alcifli. mo fi confe(sé con molciffime lagrime , & ti- ceunta la penicenza f¢ nc vici di Chicfa : iacong i, . race ee ee Deg ST s “aa ~ ae

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