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oe Senaaaalinaiaieesities eee a Trattato I. del, Comandamento > vada guarirla ? f pa ;perononyolfedirmelo. _ C. Quando vi ¢ dubbio , fe per mezzo Iecito porra.curare [a factucchiera, {¢ le dene addi- mandare i] modo, & efaminarlo ; ¢ fe quella non vyol dirlo , deueGi allora, auere per fofpec- to . Delrio nel logo cjtato + ; " C, Derta fattuchiera. efercicaua in modo il ~ curare , che Refle difpofta a curare co’ {uci ma- Ieficij chiunque ne la cercaua ¢ P. Padresi, C. Dene fapere, che quando quella ftana difpofta di curare chiunque volena valerfi de’ di lei maleficij , infegnano alcyoi non cfiere pecca~ to indurnela . Ica Angelo. nella Somma verb, fu5 perf. num, 13- doue cita di quefto fentimento Aurcolo in 4. dift. 34. 9, 2. Sicome dicono mol. ti, flere lecico ricotrere per impreftici all'yfu, raro , che fisa non imprefta, che a yfura,quan- do quello ¢ difpoko 4 volerla praticares con tutti quelli, che vanoo a dimandarglicli, Perdé comunsmencte i DD, riprovano queftas opioione , ¢ fi dene fegnirare la goncraria 31. C. Quando la curaua, concorfe V.S.a gualche fua azione, 6 pure fi cbbe meramence poffiue » P, Padre, fo non hd fatto cofz alcuna ; ho lafciato , che ella facia ilcucto C. Hi fatto bene ; perché , quando Ja cura- zione é maleficio , ancorché per alcro refti giu~ ftificata la dimanda d’eflere guarito con alcuni de’ticoli detci, non fi pud perd cooperare ad vna cura malefica con azione pofitiva ; perche mai ¢ Iecito cooperare ad vna azione incrin{e, camente mala: il curare per yna azione malef- ca,¢ intrinfecamence male: Adunque mai ¢ leci- to cooptrarui ¢ 32. P, Padre, m’accufo, che vna volra de- fiderai di peccare con vna perfona; ¢ non po- reado arrivare alliatenco , mi valli di quefta fatcucchiera , che m’ infegno vn'incanco, per tiraria alle mice voglie. oe C, Lafcio per i] fefto Comandamenco il pec- cato difonefto ,¢ qui folo parlo del maleficio; e benché, 6 diraro , 6 majaccade, che vn Ma- Iefico s’accofti a’piedi del Confeffore per con- feflarfi ,cutea volca il cafo fida, & é bene fa- pere ilmodo , con cui dene portarfi con queita gence il Conftflore; & in queftaforma, C. Midica, V.S. ha confeflaco per auanti guefio peccato? aa ' P, Padre nd, C, Quetto € I’'vfo ordinario di fimiglianti perfone ; che il primo patto, che fanno co'l Dex monio , € , di mai confeflarGi di quefto peccato, ingannandole co'l dir loro, che {¢ lo confefla- no ,il Confeflore ha da denonziarle al Sanra _ribunale dell Inquifizione , ¢ farle abbrugiare, ene Confesiore deue ben far ad effe capis re mugo Kriogeatiflimo , che ha di noa mai parlare con qualfifia perfona di quanto fence in confeflione ,¢ che non pud aceufarle al Tris bunale, E quando fi predica ( maffime in cem- po di Miffioni ) ponderarli molco bene il rigor re, co'l quale fono cenuti i Confeflori al fecreto della conteffione, ranco per rimedio di quefta force diperfone , quanto d’alcre molre , che cea mendo debba il Coofeflore manifeftare ilo- ro peccati , non’s’arrifchiano confeflarli . . C, Ebbe Y.S, alcro fine nel fuo matleficio fuori d’arriuare ad habendam cum illa mu- licre copulam? . ore PB. Padre ad , C, Quefto d’ordinario fi fa con mille pefi- mi fini, & inceozioni ftorce ; etal volea fi fa rj- nonziando alla Fede Caccolica , patteggianda) co'l Demonio; perloche ¢ neceflario dimandare, ericercarecon qual'animo fi fece il maleficios E’ anche neceflario dimandare in qual tempo, con quali citcoftanze s’¢€ lafciaco ingannare; -perché, come fimigliaati perfone ( Gagolar- meare fe fono Doune) fono iacoftanti in cid, che dicono , per poterle conuincere , ¢ cauar da effe limpidamence il loro peccato, molto ime porta far loro queite dimande; come aunerce Léyman som, &, Sect. 5. trac. 6. cap. 5 §. vnin a « putts, 18. c d ; ; 33. C. Diede V.S, alcuna fcriceura al Demoe nio, nella quale gli facefi¢ donazione dell'ani- 9 Nally : en P. Padre si; ¢ quefta ¢ la pena maggiore, che io hd. : vit): _ €, La malizia di quefto peccarca,, faole pora tar {cco qualche {pecic di difperazione; percheé, quando confegnano fimiglianti {critcure al Dee monio,fi perfuadono poi , che non vi Ga pili rie medio perl’asime loro, Ma per quefto non ha Y.S.di che affligerfis perche €di fede, che ad vna buona contc{fione non pud refiftere cuceo inferno, n¢ v'¢ peccaco, © Circoftanza per enorme , che fia , 4 cui non G rimedij con quels la , fenza che fia _neceflario (come penfa il vol- go ignorance) ricauare la fcriceura dalle mani del Demonio ; quelto non ¢ neceffario , perche, petdonato il peccacto, non s‘ha di che cemere di cutee le (criccure dell’inférno, ab ic Beo’é vero, che il Demonio {nol dare molte batterie con fuggeftioni interac, & alle volce apparendo vifibilmence cencrande di perfuadere a (imiglianti anime, che per loro non v’é ci- medio, poich¢e volontariamence G fono polte neil¢ fue mani; Al che s’ha da opporreil Gon- fellore , facendoli coufiderare la Milericordia ia- finica di Dio, che ha impegnara la {ua parela, dicendo , che in qualfiuoglia ora , che il pecca~ pore pentito gli addimandsra perdono de’ {uoi peccati, egligliclo concedera, ¢ fi feorderadi tucti. E anche aflai ben {acco anuertirie, che porting addofig qualche diyota Imagine, Re- liquia de’Santi, ¢ che fi faccino fpeflo il feguo dclia
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