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549 so Trattateo XP III. Appendice, lignoranza fiz-colpabile, non incorrera in ques fa ceofura, come dice Bonacina vbi fupras quale ut. pund, % num, 35.¢ Palao loco citato, num. 41. & io lafciei auvertico di fopra, al principio di queflo Tractato name 4. pag. 5276 perche la profunzioos fuppone {cicoza,6 gran~ de cémerica, dice Bonacioa ; & efiendo in buo- na fede, 6 ignoranz#, quaoturgue’ fia viaci- bile, non w'é comeriré grande, né f{cienza: Adungue &c, Coschiude il Pontefice la promulgazione di quefta Bolla della: Cena, derogaude i priviles gij, accidi Cai in fiz copcenati non fijno af- foluti, @proibendone l'afoluzione , ¢ comairre cofe., che lafcio aunertice nel principio de} Trattato, §. 3.per totnm,e per quefto non ¢ cons venience il ripecerli qui di nove . Per fine,¢ corona di queft’Opera m’é parfo bene dar due anuertenze , vna a’ Confefori ,¢ Valera a’penicenci ; 2’Confeflori gia ho ricorda- to fu’l principio diquefta Practica il zelo , la di- ligenza, ¢ follecicudiat, colla quale deuona impiegarfi nella falute dell'anime , non negan- do loro i! pane celefte del Sacramento , per lor negligenza 5 & ab prinelpio della {econda parce li cforeaé ad adempire il loro obbligo; ¢ ne) de- corfo dell’altra ho procurato qualche volta fugecrire parcicolari auuercenze , fecondo che ricercauano le maceri¢; ora mi é patfo brae aggiungerui quefta di nuovo. ; Aunerienga prima a Padi Confeffori . Oppo che il 2elo del Padre Spiritvale ha [Ltt neb coofefionario a tre Vis h fcij, che has di Giudice , Ma ro ,e Meaico$ ha da procurare, che l'anima, che inferma venne a’fuoi piedi, fe ne ricorai fornica, provedvta di qualche buon Recipe, che ij ri- medio , che la preferui dal cader di nuove nel contagio dg! vizio antico; alcune ragioni pro- poli per quefto fine vel Trat. 19. cap. 3. num.26. pag. 207. & ora prego , ¢ fupplico per l'amore di Gees Chrifto Nofiro Signore , che procuri- nocon fanto zelo incaricare a’penicenti , che s'applichino ogsi giorno per qualche poco di tempo all’orazione mentale , fecondo la capa. citd , ¢ dilpofizione de'penitenti, quancunque non fiapiu che mézz’ora , 6 vo quarto, Gal. meno nel cempo, che fentono Mefia; perchée quefo Sant’efercizio ¢ la rugiada , ¢ fonce , che fcconda J¢ piaace di buoni propoaimenti, accid non Gi fecchino 5 ¢ Vacqua, che da falucare re. frigerio alla fere iocetiost ; ¢ il vento profpero, co'l quale la barca deljl'anima ha da folcare ip pericolofiffimo mare delia vita morcalg ; é la finefira, per la quale ba da eocrare ja luce a)” anna, accid oon viva fepolia nell’ orridezza cclla colpa 5 ¢ laura rugiadofa del mactino, che hada cemperare l'acdordelie paffiical +8] fuoco diujno , che ha ad infiammar la tepid za del cuor aggiacciaro re il fréna , cheden imbrigliare gli sfenaci appecici, é lo fprone, ch ha da rifuegliare dalla {ongolenze l’'anima, ¢ | efficina, in cul fi rirrouzombrimedij cuted tutei i mali , & € il compeadio , nel quale fi colgooo breucmente. cucti i beet. Lam, di guefo vtiliflimo efercizio hada effere quencemence la dolorofiffima Paffione del Reg dencore , confderando e n molca atcenzioneiqg ciafcheduno de’punci quefte cingue cofe: Chi — patifce? va Dio immenfo, iafinico , &c. Perchy patifce? per vovil verme, per me ingratacreacud ra, &c, Che patifee? Tali, etancd cormenci, vilig peadij , &¢. Come patifee? Con gran patienzs, ¢ priacipaimeste con fommoamore, &c, Pera ché patifce per faluare la mia anima, per libes racla dal?’ Ioftroo , per portarla al Cielo, &c. per darmi efempio: apprendi dunqye, anim, : 4 mia, que&’clempio, ama chitanco amd: pa. ti(ci per chi canro per te fof}, non offendere chi taato per tuo amore ha penato, &c. Quefti ¢ funili 2ff:cti haano d2 cauarfi da queto din ciffimo efercizio.« Anche quaiche volta ha pigliarGi per maceria ii meditar i nouiflimé jo ipaucarofo poco. della morte ; ihrigorofo ofa me del Tiibanale diving; la fublimj:a deila Glos tia eteraa ; i cerrori dell’inforno, gli orreri del peccato, colli motiui , che diffial fiat del Frate tato 26. Cap. vit. pag. 459. & feq. Credano Padri Coofedori a Santi, che caoco caldamenet raccom.indano queft’ cfercizio veilifimo del orazione, come mezzo pocenciflimo, per cui tare, i peceati, @ perfeyerare nella grazia del Signore ,¢guadagnarii la faluce eceraz, foc, ¢ cermiag, al quale vaicamenre dobbia af a picace ; ¢ fe n0'l credono, fidine vn poco quetta negozio allifpericnza, ed cha iolegacra loro chiaramenee la verita propoka. Sil 4 Auucrtenza feconda per ¢ Penitenti. A * Penitenti conuiene ricardare due cof Yvna,che fi {cielgano fenpreilCone feflore pithidenco ; che fe per la falute — del corpo & cerca fempreil Medico migliors; — non éragiontuole, che @ faccia il concta per la faluce deli’animat Noo folo fara cola prenfibile cercar il Medico {pricuale men’gtto, © ma anche fara la Confeflione nu'la , fe ape pofta facca fi cerca fimile Confeffore , che 6 pi gofaggine noa abbiz 2 conofcre la grauezza ¢ peccati , € le loro parcicolari circoltanze , € g! obblighi di refticuire roba, fama, onore; @ per la paffione, che lo predomina , non ab da negare l’'afloluzione, quando l'indi{pofizioné — del Peniceore la demerica . L’alera cola, accel 4 faria da foggésite a’Penicenci, é , che procus Teg a : ia
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