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as bmw - ene etreeonnnn ae m gaco ; credo s che anco. layercé: tacivto in altre cogftlsioni . : : ~"C. Saccufa ancora di quefta yolonta , che aueua di fare altre confelsioni , ¢ comunionl male? “ p. $} Padre ; di curto, m'acculoe 3 18. C, Quefto ¢ il modo, che hanno da te- ere i Coofefsori pell’efaminare i Peoiteati ; che per vergogna hanno raciuto i peccati , {eguie tando poi ad efaminarli per i ptecetti del De- calogo,¢ della Chicla, iaterrogando il Penj- tentein. cialcheduno di quefti si quelle cofe, nelle quali fogliono frequcncemente mancare le perfone della fua qualita; n¢ hanno ragioae di gurbarfi , quando viene a’loro piedi qualchedy- no, che per gran tempo fi ¢ confelsaco male; molco meno dirigercazlo,come fogliono cal’eaj oco flemmatici, ¢ mandarlo ad cfaminarfi; prima, perch¢ fono rari quelli, che ritornano vna voliarigectaci; ¢ poi, perch¢ fomiglianci perfong, che r4ciono i peccati , comunemence fono gence di corte incendimenco 3 ¢ quefti cali, dice i! Padre Vafquez, & il ®, Granata citati ga Dianap 10. trap. . refol. 31. Hurtado dp. 30. de Panit. cap. 6. fol. 362. Non fi denoro mandar via ,quantunque venghino fenza auer fatto I’sfame fufficiente ; anzi deue il Confelso- re fupplire al difecto dell'efame, che macca,coll’ interrogarli, {2pendo benifsimo d’ ordinariq_ quello, in che ponno aver mancaco; & algol- wendoli incaricargli, che di nuoue sfamining con cutra diligenza la loro cofcienza , € che ri- trovandowi qualche cofa di pid, ritoreino v’al- tro giorno a riconciliarfi; l’ifiefso dice , citan- do Hentiguez, Remigio, & aliri il N, R.P. Torrecilla nella feconda impreffione delle fue Conf, frat. 2.Confule, dt. 8 8 ° * ee , E per ifperienza hd veduro nelle Mi(gioni, che, anendo ¢olledimande , & interrogazioni capaci dal cuore i peccati @ fomiglianti perfo- ne, ¢ detio loro , che fe poi fi ricorderanno di gvalch'altro peceato, torpino a riconciliarfi, non hanpo poi portaro al Confelsionals cofa, ¢he dirmi , bench¢ con ogni diligenza Gi folsero tfaminaci ; né tanto auetiano gonfelsato c l mecterui cucea la diligenza a loro polsibiles, aoe b¢ dicevano interrogati , & efaminati ame, oh Ube ai Per cfsere la pee pid contagiofa , che infer- f2 innumerabili anime, ¢ le danna di pid, la vergogna acl confefsare i peccati ; come lo Plaoge il grande, & Apottolico Spirico di S. Vincenzo Ferretio: 0 quam wulti propter vere fundiam in conféffione fifa damnantur , Jmporca mnlce che | Confefori con fagacica, ¢ de- i228 ,amore ,¢ dolcezza_dimaadino fempre 2’ Penicenti fu'l ‘principio della confeffione . {e henvotaciuto algun peccato per yergogaa ; ¢ * la perfona ¢ tsic, che fi pofia fofpectare, che 4 i i> oo ta aliacciata cog quefto laccio del Demouio, Efordiond Principp, fe le porra. faggtrive quel! efempio,.che. qui pongo breucmence , per darle la {pinta abeq confeflari; ¢ beache fia molro trio , volgare, ¢ non poco riperuco 5 tuctauolta per auer fatto infinite conuersioni , ¢ ginfto , che ogni giorng fi. replichi. a ad Nelle Croniche antiche della mia Seraffica Ree ligioge fi riferifce , che viaggiando dus Reli- giofidel mio, P. S. Brancefco, ed entrando in voa Chiefa., per farui orazione , v'incontraros no wna diuora( al parer loro ) ¢ Principale Si- gnora, che ad so di loro dimandd, che G compiacefle di coafeflarla; le rifpofe il Reli- giofo, che molco volontieri t’ anerebbe fencira; e meatre lg fentiua gel Confeffionale, fi ritird i compagao ad orare io vna Capella ,da done vidde v{cire dalla bocca délla Dama, che & confefapa, molei, & orridiflimi. rofpi, ¢ che vao d'incredibile {pauenco veauro pid yolce fia fulle labbra della Donna ,, cengaua d’ v{ciroe, ma appena compariua fulla parca della bocca, che {ubiro tirana di auouo denrro la refta . Fin} Ja fua conf<ffione , & appenz riceud l'afloluzio- ng, quando cuceii rofpi, che gneua vomicaca quella pouera Signora, falcellando di ougua gli entrarono in bocca, ¢ per la bocca acl cuore » “ _ Partirono dalla Chiefa per profeguire il viag- gioi Religiofi, ¢ acl caming raconrd il Come pagoo de] Coofellore la vifione ayuta de’rofpiz il Confefiore fcbico fofperrd. j) miftero : iccte parono addictro, per ritronare la Dama, ¢ gionti al luogo , intcfcro,, che allora allora ¢ra morta gimercimprouifa, = Si pofero in orazione per raceomandare lg di lei anima 2 Dio; ¢ mentre crauang con tut. to feruore, vicgro cnirare per la porta della Chicfa a cauailo a’ vn Drago iofernale quel!’in- felice Donna, la quale da curte le parti del core po buttana {ciatille di fuoco ; suena per cingo- Jo alla ciogura wn'orribile vipera , che caftigg- pale fue brutcalicd; porraua per pendenti at- taccati agli orecchi due feroci Gotten in pena de’ canci ofcenj vditi; le mamelie le fi erano tras mucare in due bocche difornace , che gecrana- no famme fecenti ia pena delle famme impus diche , che ouctiua angor viua ge! {eno ;¢ fame me di fuoco orrendo erano i di lei capegiiia pena de'naftri, ¢ delij intrecci di {eca ,¢ d‘oros ¢o'quali allaccigua l’anime incauce ia brutc amori; S’auuicind lq fgraziaca a idue Reli- giofi,¢ dite loro: fappiate , che io fono quel- la Donna, che or ora s’é confellsta da voo di voi, ¢ che la Giuftizia Divina m’ha condauna. taadvna ecernicd di pene infcroali per le mie tauicolpe di difonefta: ¢ la caufa della mia daonazione cutca ¢ Rata lauer taciugo le brute t¢22¢ commefi¢ per vergogna , ¢ieri coll’occa- Rone buona » che di ‘Vol gi giunie di confef. atau, decermizai di fatlo 3 comiaciai la mia Con.
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