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520 Trattato XVII. Spiego delle Propoftz. Cobds\d Aleffandro V 11. mento ;come dice Giouznni Sanchez nelle Se- lett. difp. 10.num. 3. € queRo dene inteaderf, non folo quando v’é 'pericolo di peccare con opra confumata, ma anche quando v’é di peccare col penfiere, toccamenti, 6 altri pec. cati 3 perché occafione proffima fi dice , quan- do y’é pericolo morale di peccare: Aducque importera poco , che fia l’occafione dentro, 6 fuori ci cafa, che fia il peccato di quefa , 6 quell’alera fpecic ; per affermare , ch.efendovi péticolo morale di peccare, fia obbligato il Confeflore 4 non affoluere i] Penirence . che fon s’apparta dall’occafioue , 6 }’zbbia io ca- fa , 6 fucridicafa, pecchiin penfieri , 6 paro- le, dG opere, in quefta, 6 io quell’alera {pecie di peccato . 273. Da qui s’inferifce, che non deue efer afoluto i! Concubinario, né la concubina, che Hoo s’apparrano dall’occefione , per dir quefta, che fe cfcedicafa , oon porra ricuperare qua!- che qvacrica di danaro, che gli imprefd , cé autre i} {vo falario: Né quello, che ha ia cafa Yamica, Ola vifita fucti, per dire , che incor- reta nota , f¢ la fcaccia di cafa , 6 non fa sifics, flandoui , 6 vinendone fuori; Né meno i Gio- vaoi , 6 Giovane, che fempre che vanno iofie. me ne’balli, givochi, conuiti, & altre cofe, commercono peccati graui , fe non hanuo pro- pokto ftrmiffimo d’apparcarfi da cali concorfi: perche non puo effer affoluto chi non ha pro- pofito d’appartarfi dal peccato, ¢ petricolo mo- rele de] peccato: Atqui in quefti cafi dicon. corfi v’é pericolo morale del peccato ; Adun. que quello , che non ha propofito d’apparcarfi da fimili concorfi di balli , giuochi, ¢ paflaceme pi; che gli fono pericolo morale di peccare, non udefer afoluio, ' Ne meno ha da effer afloluto quello, che per anerin cafa l’'amica, 6 vificarla tuori, caufa {cencalo , fe non Ja {caccia di cafa , 6 non de(ie fie dandar alla foa. Né meno deve effer affo- foto infermo, che tiene l’amica in cafa co’l medemofcandalo, ¢ per il! pericolo , che , fe rifzna , pofla di nuovo tornare al vomico della colpa ; come dice , e bene Lumbier fopra quefta propofizione s Tom. 2.num. $20, 273- S’ inferifce per fecondo , che quello, che € in occafione dubbia di peccare ; cioe, che dubita , che la tal’occafione fia pericolo mora- Je di peccare , € obbligato ad zpparcarfene; co- ine coo altri dice Leandro del Sacramento part. 1. Trat.§. difp. 7. quaft. 33, Ne meno dene ef. {cr afloluca la Donna, che per far Ofteria,¢ tener locanda, vine in petricolo proffimo di peccare {fe non lalcis quett'impiego , pocen- colo lafciate fenza norabile danno , 6 fcandas ’ Jo; € lo fteflo dico , fe noo licenzia la ferna , 6 {crue , che la feruono , € che, per {eruire in que. fto minifero, fono in proflima occafione di peccare cogli ofpici; © Ie {true , che fenza gra- ee — —_ i am 2 ue lor denno,; potendo appartarfene; ‘non, n’apparcono, né meno ponno efier affolut Wide Leandrum ibidem quaft.§5.0 274, Dico per terzo , che quefta condane zione ren parla dell’ occafione iouolontat, né ficondanna quiil dire, che pofla cer aff Into quello, che viue in occafions inuolor Gi peccare : la ragione é¢; perché Ja prop ne condannata dicena , che porena efer’ag to i! Concubinario , che non f{cacciaua la con: cubioa , per efler molto veilc al {uo gufto ed régallo; Sed fic ef, che l'efler veile al fuon gallo , non fa Poccafione involonraria : Adun que non parla la propofizione condannata dell’occafione inuolonrariat la minore fi pros ua; perche occafione inuolontaria é€ quella, che non pus fuggirii fenza notabile danno: Sed fic eft, cheno é danno ‘norabile , che il Come cubinario refi prino del {uo regallo: Aduns gue il reftar privo il Concubinario del fuc regallo , oon fa l’occafione jnuolontaria, 375. Da qui s'inferifce, che pud il Padre alimencar i figli aunci dalla concwbina , quan- tanque fiz con pericolo di peccare’, quando non pofla con aliro mezzo alleuarli ; come ce Giouanni Sanchez nelle fue Selet. ailpe num. 9. circa medium: Sed cur non poli alios alimenra preitare? dice, ¢ bens Di part. 5. Trat. 24, refol. tog, potra alere Carceriere fomminiftrare il vitco alla Do Carcerata coo pétricolo di peccare con ¢ffa, Com menon vi fia altro, che poffa feruitla: Neil” Giglio di famiglia ¢ obbligaro lafciare la cafa di fuo Padre , nella quale ha l'occafione inuolons taria proffima di peccare: Ne il Mercante, Medico , Chirurgo , Scriuasa, che ia alero moe do non ponno vinere, fovo obbdligati lafciaté iloro Vfficij , quancunque fijno loro occafione di peccare: Vide Palaum part, 4. Trat. 2. difpy 2. part. 9. §. 3: num. It. € 12, la ragione’e perche ia cutci quefti c2fi l’occafione non € ¥O= ontaria, ‘oa 276. Daqui é, che ne’cafi decei, ae folo l’occafione proffima , potra effer aflolata: il penicente , che viue in occafione inuolodtas tia , quancungue non abbia propofico dap tarfene , quando l’abbia di non peccate guardarfi cucco il poffibile, ¢ fare le dilige neceflarie , per emendarfis la ragione é,{ che l’o¢cafione iavolonraria non é pei colptuole: Adunque , quantuaque i! penit te non abbia propolito d’apparcarieac » porta effer afoluto , quando abbia propofito dit peccare, di caucelarfi, & adoprare i mezzic ducenej all’emenda: Ho derco, che porra {er’affoluco il penitsace attenta fola l'occafione ih uolontaria; perché, f¢ coll’occafione vi fois? anche l’abito di peccare, auera da negarfeglt l'afsoluzione per ragione dell’abito , com> dill in quefla Prat. part. 1. Trat. 10. num, 23% Ca ne rere 2 AN a aia la laa r i ee OE EC ae Pater, y mee m wit Ta ear er a iin anit tiitial . Rua ee ail ——
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