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et). ete Pt E poco zelod? alcani Confeffort ; a quello ; videttard , perche quetti fono giudizij giatrdct rigore , & equita del Suprema Giudice. Jiemcomando, che fia portaca all’ inferao mia moglic . e che la posegano io mia compagoia , poiché non mi auuisd , né riprefe de’ miei pefimi crafficht ; avzi firallegraua de’ mici guadagni, perche {eruiuano a maggior commodo delle fuevani- . ta ,¢ profaniornamenci: Jtemcomando, che veoghino meco i miei figli; perché m’ erano compagni ae’ mici iniqui maneggi, accioché erefcefle l’ azenda , e gode fers pid piogue!’ eredita. Jtem comando, che il mio Confeflore{ atcendano con rifleffionei trafcurati) fia nell’ inferno fpolro , ¢ caftigato comle medeme pene, che io’; poiché {enza vedere in mé la difpufizione douuca , m’ afolueua da quefti peccaci , per non de- gradare daila mia amicizia, ¢ perdere i regalli, che gli faceuo ¥ ‘Si fini di (crivere in quefta Rela forma il ceftamenco, & appena lo firmd , quando per giufti giudizij di Dio comparuero i Demonij, e pigliando I’ vfuraro, {ua moglic ; i faoi figti | & i! fuo Confeflore ,e quefto,e i figll, ¢ la moglie , & il marico porcarono affa(ciaci afieme all’ inferno , per eflere tormencaci ecernamente in quelle orrende voragini. Oh’ piacia al Cielo , che quefto Conf:flore folo fia quello, che vada daonaco’, pzrefser nel fuo Vfficio negligeare! Oh cu, che hai lecco quefto cafo funetto , cemi, che ace non fuc- ceda al:retcanto t. Ye, eorta OF 4 23 Quefticaftighi, che deuono caofare timore, eterrore ne’ colpeuoli , deuono aleresi nelcempo ftcflo auuiuare la fperanza ne’ diligenti. E' il noftro clementiffimo _ Dio pid inclinato a premiare ,che a caftigare; {e minaccia il fuo'tigore a quelli , che fono tepidi , la faa boned invita, & anima quelli, ‘che fono diligenti . Grand fimo premio ha riferuaco i] {uo amore per quelli Sacerdoti, che zelofi dél bene de’ profimi, fi dedicano vigilancia faluare le loro anime. Rifplenderanno, dice. il Profeca Danie le, come falgentiffime ftelle nell’ Empireo per cuccal’ ecernita , quelli che s'applicano ad infegnare la firada defla giuftizia, e vit: ; Qui autem doth fuerint fulgebunt quaft Splendor firmamenti , > qui ad inftitiam erudiunt muitos, qua(i flelle in perpetuas aternitates: Noa corona di fiori preziofi, che a¢ confumera il tempo , né diffipera il giclo , hapre- paraco il Sourano Rimuaerarore , per cingere le tempie di quelli ;che feruorofi s’ im- piegano ia dare pafcolo falucare alle pecore dell’ ovile di Chrifto Supremo Paftore: Cosi I’ aff.rma il capo del Collegio Apoftolico S. Pietro & Pafcire, qui in vobis'eft ., gre- gem Dei... Cr cum apparuerit Princeps Paftorum; percipietis immarcefibilem gloria coro nam. Grande é|'amore, che porca Dio alle fue acime ; per ammaeftrarie , fcefe dal Ciclo in terra; per iofiruirle, fi veQidel ruuido facco,della vofira nacura ; accid che non fi perdeffcro,, tranaglid , fudo | s’ affaricd , cemori: Adunque é neceffario ; che la fua bonea flimi molto quelli, che fi danno ad aiucarei fuoi defiderij . accid fi guada- gnino i fuoi crauagli,¢ non fi p-rdano Ie fue anime . Vn Padre, che porcatle molco amore ad vn figlio , fi confeferebb: per molto obbligaco , {< efendo fchiauo in alg.eti {uo figlio , quaicheduno gliclo rifcacafle , ¢ libtrandolo gli guadaguafte colla fua ap- plicazione +n Regno, vn Principaro, vn Scetrro , ena Corona. Il Padre Celefie por- ta infioico amore all'anime, molre flanno parendo frectiffima {chiauicd fra le cacene tiranniche del peccato , (il Confeflore le libera co’l {uo z¢lorda giego si dolorofo , le merre in forz= di confegauire il Regno, Principato , Scetcro , ¢ Coroaa della gloria ,¢ neceflario , che ftimi molto I¢dio quefto veiliflimo efercizio , ¢ piecofo impiego.. 24 E' molto da nocare, che nel giorno del gindizio , qual Chrifto Signor Noflro ci propone nel fuo Euangelio, non fa mentione d’ alrre opere buone, per premiarei giufti, che dell’ opere di pietd': Efuriuienim, & dedifiss mib: manducare : Sitti, & de- diftis mib. bibere , Ge. & @ la tagione , perche effendo to ftadio principale del noftro Cicemenuffimo Dio Pimpiego delle fue infinite mifericordie, qnefte opere efercicate da’ fuoi amici gli porcano la principale follecicudine : Ja Jimofina , com'cui s’ordina a foc- correre ie neceflicd cemporali de’ proflimi, é nella Prefeoza diuina molco grata ; ma ¢ incom parabilmence maggiore quella , che mira alrimedio delle hecefficd {piricuali ; ¢ tanco ¢ longi I’ wna dall alera , quanco v’¢ dalla baflezza delle cofemateriali all’ acura delle {pirituali ,¢ quanca é la differenza, che verte fra il corructibile corpo , ¢ l'anima in.mortale , cangoé pid appreziabile la limefina , che fordioa a dare il pane della doce trina allo fpiricé afamato ;-che quella, che s’ applica ad-alimencare la carne , che é patto de’ vermi }*L’ efempio , che fi¢gue, fira ceftinionio d’ eccezione maggiore @ quefta docttrina . ! i 25 Roiferifce il Padre Fr. Gio: di Saffonia , che v’ era vn feruorofo Confeffore, il quale , fe bene aucfle aicini dif:cti (nota propria dell? vmana condizione , che in que- fta pericolofa carticra il pid yalorofe foldato non refta priuo di qualche cicatrice ) era er re pero fi a 3 AL Okie Slee Riu Daniel. cap Bde Vo Ze . 1. Petr. c 5, W206 4 Matth- eap. 35+ Ua Zhe ae Ser

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