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E poco xelo @'alcuni Confeffori. 15 pet fignificare la vigilanza,con la quale banno-ad attendere alla confernazione delle mifliche Citta: Se quefte fentinell: dormono , fara neceflatio , che Vinimico simpadio. nifca dell'anime , ¢ dinenga ta Chiefa nofira Madre’ niateria di pianro dolorofo ; ve- aicndo prenalere tiraonicamente Vinimico aftuco : inualuit inimicus , perla graue negli- genza de’ Minifiri , alla vigilanza’ de’ quali fidd Ja cuftodia de’ {noi f gli: falti funt fill mei perditis as t ‘Luce. cap! Ag. W 44, 20 Non fipiré gid alle rante Jagrime de’ Santi, & a" pianti della Chiefa, quando mi s'offerifcono a vedere i gemiti del nofiro gran Dio, ¢ Signore ; lo vedo piangere si di quella Gernfalemme , foura di cui pianfe ne’ {ecoli pafari Geremia s Videns Cinita- tem fleuit fuper illam: Lo vedo verfar lagrime nella morte di Lazaro , che rapprefenca- ua la morte fpiricuale dell’ anime: Lachrymatus eft Icfus: Pianfe anche con maggior fentimento , diffe S. Paolo: cum clamore valido , & lachrymis: E quefti clamorofi fof- piri diede , dice S. Tomafo , & altri , neil’ Orazione dell’ Orco , doue verso lagrime non comuni , malagrime di viuo fangue; poco paruero al {uo dolore due o¢chi , per ma- nifeftare il fuo gran fentimento , ¢ volle , che tucti i pori de) fuo Santiffimo Corpo fof- {ero , dice S. Bernardo , occhi per piangere , 6 bocche per proteftare il fommo delle {ue amarezze: Chriftus non contentus fuit lachrymis oculorum , fed totius corporis fanguiucis la chrymis peccata noftra flere voluit. Piange Chrilto con queitecceffo, per confiderare, che doncwa effere fruftaroria la fua Sanriffima Paflione in cance anime : piange , perche yn canro immenfo beneficio donena effere fcordato , & ingracamence corrifpotto da molti mali Criftiaois piange , perche Giuda , che aucua onorato co’! caratrere Sacer- dorale , ¢ datogli porefta dicurare anime, miferamence le perde : piange , perche gli Apoftoli, a’ quali aveua fidato la cuftodia del fuo gregge , € la vita delle fue pecore , fe ne ftanno alcamente addormentati , ¢ riprenfibilmence negligenti 3 invenit cos dormicntes; piange,perche prenede l'inimico prdco ad affalire anime: Ecce Satanas expetinit vos;e le fentinelle fe ne ftanno abbandonate al fonnos piange , perche confiderd , che queilo, che allora fuccedeva , douena alere volte vederfi miferameace rinouato , ed ofa fi vede pracicaco : dormono le fentjnelie : non vegtiano f Sacerdoti s fovo negligenci i Confef- fori: ¢ fi f4 padrone delasime il Demonio, che Chrifto a tanto fao cofto ricompro. Oh Giesn della mia vica , pisngere quello , ch'io von fento . ¢ fentice quello, ch’ ic non piango! Lagrime difaogue verla il voto amore appaflionato dalla mia t«pidezza; oh fe la mia freddeazza fi rifcaldafie col fuoco del voftro ardente amore! Oh dolciffi- mo Signore , chi porefle afciugare le amare vottre lagrime ! in gran parce refteranno Joan. cap, Ale Ve 35e Ad Hebre- os Cc. Se Vv. 7s Apud Cor- nel. in eum locum . S. Bera. ferm. Ze in Dom, Palmar. Matth,c.26, Ve 40. : “Luce GC. 22» ¥. gi. allegeritele vofire pene, {© atriueranno al fao fine i miei defiderij , & io potrd conte. — guive ia quelli, che quefto Libro leggeranno , \’ incenco , per il quale loicrino. Huo- . mo , che legei quefte linee, ij Confeffore, 6 nd, ti preggid’amace il Sanciffimo tao Dio . ¢ dolciffimo Giesi? non ne dubiro : vuoi dare qualche follicuo a’ fuoi amaati fentimenti? deno perfuadermi, che son ti negherai a dimande si douure , poiche facil- mente puoi farlo : fe fei Sacerdote , applicati zelofo alla falute dell'anime , con che cef- fando in Chrifto la maceria de! fuo ‘dolore, aliegerirai il fuo cuore dalle peat , ch: lo combattono : fe non fei Sacerdote , puoi anche temperare le angultie del cno Dio , non ignori , che piange per letue colpe , e flino i tuoi peceati , ¢ rimaranno follenati i faci pianci s ben fai, che verfa lagrime per effi : lafciali aduoque , eceffera nel tno Dio if motiuo del ranco fentimento , che ne ha: E’ chiaro, e notorio , che la tua cepidezza, freddura , durezza , e poco dolore caufa al tuo’ dolce Sigdore canta amarezza : piangi _ le rue empieta , addolorati per le tue ingraticudini, pencici feruorofo dell’jaconfidsraca tua vita , ¢ riempirai dj gaudio l’animo del tuo Redeocore. Amorofiflimo Giesd poca € la mia perfuafina , nulla la mia efficacia , le mie ragioni infofficienci , perche le decta il mio fpirito , che é tepido’; rinuigorifca 1a vofra grazia dinina quefti caratceri , che con buon defiderio forma la mia peona ; fupplifca la voftra forza alle fiacchezze del mio feruore , accioche per la porta degli occhi’ entrino animate quelte letcere , a per- {uacere nell‘incerno con fpirito , € vigore si iniportante docerina ;. Veftice , Signore del fuoco dtl vofiro ardore quefti caratceri , accio portino agli occhi fuo¢o , che paflando ai cuore , ’aecendino del yoftro amore, & innamorando J’anima della vofya ivfisita bonta , la porti a viui defderij d’afciugare le volire compaffionenoli , ¢ fenfaciffime lagrime. : ; 2i Turti queftimorini, che lafcio tiferiti, donerebbero perfuadere , e connincere “la nofira tepidezza , & ebbligarla ad applicarfi con‘diligente findio alla faluce deil’ani- ‘me, che patendo si doloroft accidenti fi vedono fenza gli opportuni rimedij;e fe le vragioni preeedeniti som rifcdidauo la noftra tepidezza , la rauiui , fe vole, il timor gra eee CG 3 ne, TT

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