BCCPAM000545-3-09000000000000

aes Mickie Cy E poco zelo d'alcuni Confe (fori » $3) S/Viteore , He MInifiri quefti medemi diferti: Quelli deMiriiti confiftono in quefto; che a feconda de] Joro genio ,.6 inclinazione ( non fia qualche volta paflione ) annune ciano al penitence cofe profpere , 6 lo riempiono, difpauentofe minaccie : Quando, quibus volebant promittebant profpera « Quando, @ gquibus volebant , minabantur adnerfa, Tronaoco Teologie favoreuoli per vo cafo, che porca vn ptnicenre; ¢ quefte Teologic noo praticano in cafo fimile altri penicenti ; fono xutto doleezza per le perfone dilo- ro genio, ¢ tnrco rigore per quelle , alle quali non ce "hanno. Co'l ricco . quanrunque peruerfo , fi diffimula ; & i) pouero, quanrenque buono, & ponra ; cosi lo prorefta S, Geionimo : ¢ vt leqnar. quod feutio , difficile boc maledsFo quis cavere pote , cam & malis frequenter adulemur propter potentiam , @ bonos de{piciatans propter mopiam » il 6 Moltifono glinganni , ¢ le pazzie, che fi rire nano ne’peccarori , a’ quali non fo no da’Confeflori fuclace s Viderune tibi falfa- & fixlta . nce aperiebant iniquitatem tuam; enon fcoprendofi la pizga, bifogna per necefira, che fi feccia vanala cura , ¢ fe ne si. inanga fenza rimedio l’infermo, Dice il Penirente , che ha efaminaro la fua cofcienza, ptr andare co’l preceflo delle fue colpeben formato a quel Sagro Tribunale 5 ¢ vedra il Confcflore , che queflo é mote vole falfo : viderunt tibi falfa ; poiché non porta il nus mero de’{noi peccati , ne le cireoflanze neceflarie . né 1a qualica delle colpe ; i) che facile mente fi conofce in moltiffime perfone ; ¢ fe il Medico {pirituale non gi {cuopre quefto {uo inganno ; quando coll'interrogazioni non pud fupplire la mancanza dell’efame ne« ccflario nel penicenre , come lofanera? Quis medcbitur tuiz finifce di riferire i! procef. fo de’fuoireatial Confeflore, che ¢ Giudice: dicendo , che non fia altri peceati, ¢fe con qualche diligenza s’interrog2, ¢f ¢famioa , fi troverd alcuno, chelitaceua;¢ mo)ciffimi non ji confefano, dicendo , che i) Confeffore non Ii ha interrogati: ’efamie ni, Pinrerroghi fe ha tacciuto nelle confeMioni palace ne’primi anni della fua erd quale che peccato con qualche rimorfo , fingelarmeace oeila tale, 6 cal materia? &c. Noa lauorando con zelo , manca l’applicazione foilecicra ; mascando quefta non fi fcuopre il peccaro : wec aperiebant iniquitutem tham; ¢ refandogli la piaga occulta nel cuore. ¢ neceflatio , che moia feaza rimedio ; forzaé, che l'iofermo perifca , non fcuopren- dofi l'infermita s Quis medebitur tui? ‘ 9 Non é mia la colpa , dira il Coofeffore ,fe per fua malizia , 6 vergogna non ma- nifefta il penitence il fuo peccato ;io non gli dico, cheto caccia; egli é ilreo, & il reftimonio , io il Giudice , che ho da dare la featenza fecondo quello, che mi riftrifce: adungue fe eglim'informo male, a lui deve impurarfi, enon amé :: Noo nego, che il Confefiore fia Giudice , che deue {enrenziare fecondo cueilo , gli ailega il penirence; non mi porra pero oegare ii Confefore, che non fia anche medico dell’anima , che vie- ne a fuoi piedi inferma : come Giudice , glibafta l"informazione del penitence ; ma Co- me Medico dene roccarli il polfo, ¢ per turtii mezzi-pofhibili fara capace della fua in- fermica per guarirla. E’ vero , che anche a’ pi zelanci , & appliceti nel loro efercizio fogliono alle volre i penitenti occnitare il peccato per propria malizia, 6 vergogna ; ¢ pcro alcresi coftance , che quefto molre volre pronicne , 6 perche il Confeflore non in- terroga , come deue, jl penixenre, 6 perche jo ricene 56 rratta can poca vmanita ,€ molco rigore, Auendo trafgredico i] commandamento di Dio Achan, ¢ veauro alla prefenza di Giofue , quefto per indurio a confeflare il fuo peccaco , gli diffe: Fili mi, da gloriam Domino Deo Ifrael, cr confitere, atque indica mibi quid feceris: No'lriceue con afprezza , non gli fi mofiraco'l volto efa{perato , n¢ gli parlacon voci di rigore, conofcende queito gran Capiraco , & infegaando a noi, dice 'Abulenfe , che ta fuaui ra € porentiffimo rimedio , per asimare il penicente a manifeftare il fun peceatos Voe caujt lofye Acham filium fuum , eft enim modus dulcis ad fuadendum conueniens ; CF boc vt in duceret eum ad confitendum quid feciffet: Quelio, che va aconfearG , d'ordinario vi va occupato dalla riverenza, ¢ verecondia; ja riucrenza dis} venerabile Tribunale lo riem= pie di rimore;e la verecOdia di manifeftare le {uc proprie miferie gl'impedice il libero vfo della linguasha di bifogno,che il Confeflore, come Padre I’animi.e come Paftore lo {ciol- gare fe alla paura , eroffore , che ha il penitence, aggiunge il Confeffore l’afprezza delle parole,Ja durezza nel modo,la feccagine nel trartamento, ¢ contra il dercame delio Spi- rico Santo, afflige il cuore del poutro penitentes cor inopis ne afflixeris; € chiaro, che.con quefo lo difanima a manifefare 1a {ua colpa: Non deuce farfi cosi,dice il P.S. Agoftinos Saterdos adjit benewolus , pavatus erigere, C> fecus onus portares Adinuct confitentem ss Iu- uct leniculo , confolando , {pem promittendo , 7 cum opus fuerit , etiam increpando: Sit par- ticeps laboris , qui particeps vule fieri gaudy s Mofiri il Sacerdore voa beneuolenza affabi- le ; fiapronte arilevare il caduco con pita dalla fua miferia ; viva prepara pi- : preset eens gliare, eye? Vgo de S: Vict. tom. 4. Anoor elu- id.io Ihre- nos Hierem. duper ,hunc verfum. D. Hieron. fom. 5. 1.4. in Jam. Hier. Sas 2: Vis hune; versfi, fre s . Tofue cap.7, v. 19. Abulen. io eum locum, quait. 47. Ecclef, cap. 4: Ve 3s D. Auguft. lib. de vera, & falfa pen. ce Re fe

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz