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—————E ‘ _ Ofeas ibi. Lyra fuper tum locum - D, Cyprian. apud glofa- 5bi . Gen, Cap-4- v.10. Ofeas ibi v. 3. iThren, cape 1. 4° Inter. ib, Matth. 7, ¥- 53> ibidem. Threv, cap. 2.¥, 1je Ibid. Vgone Car. ineum joc&, Thren, Hierem,cap, 8. V,22, Locerlin.hic, Hierem, ibi. Hier. Thre, Cap, 2 Velde Rupert, fa- per Hierem. Ud. i, Ge 196 12 Lamento contra! Ommiffione » de perd virecceffotraprande di vizij: Malediftum, proG-out Ofea , ido , aggiunge fl Liratio , détra(tio proximi , er vituperium , & mendacium, & homicidinm 4c fiartum 5 7 adultevinm inundauerune , e Sanguis Sanguinem tetigit ; Maledizzioni , efecrazioni, detra- zioni, contumelie , frodi, odij ,. omicidij , furti, ingiufizie, braccure , adulcerij , & altri peccatithanno fiffaro tanto i! piede in quefto campo , iv’aleri tempi si fétice »che qual orribil diluuio hanno occupate la terra eurta coll’acque inondaati dell’empicra: innundauerunt ; di medo che il Sangne ,che ricvigorivai buenicoftumi . corre mifera. mente in pieni riui , che ormaigli vni fi congiongono cogli aleri : & fanguis Sanguinem tetigit , cum pectatum peccato additur; aggionge S. Cipriano: é canto campatiioacuole quefta fciagera, cheJacerra medema inca dal roffo di quéfto Sangue , fe non apre la bocca a dimandare vendetta , come gia fe in altri rempi, apre almeno gli occhia pian- gere fatalicd canro eftrema : propter hoc lugebit terra: E fe aeme la terta inumanamence oppreffz dal pefo de'peccati . accompagnsno il fuo pianto Je ftrade del Ciclo , edi Sionne dolce Patria, perché fi mirano abbandonare, fenza che vi fia chi le catnini co’paffi aggiuftari delle vired : Vie Sion Juzent, eo quod , non fint , qui veniant ad folem- nitatem ( jnlerlin. ibi) Patria CaleRis. Popolare da turbe, che arrollate forco Ic baadie. re di Luciftro , fieguono a correre a precipizij ererni: fi dilarano io trade miferand: di perdizione : Lata porta , Cr fpatiofa via eft, que ducit ad perditionem , & multi fant , qué intrant per eam, e ridorti fi vedono ad vna ficbile folitudine i dolci fentieri della Gloria; effendo pochi quelli, che perfeueranci li caminino : Ara via eft , qua ducit a4 vitam; & pausi funt , qui inneniunt eam . _4 Aquefte tanto giufte, quanto douure lagrime , s'segiunge l*incoofolabile taro di Gerufalemme medema: Cui comparabo te, vel cui afimilabo te filia Terufalem? Ma- — gna eft enim , velut mare, contritio tua: Sono rante, 6 Gerufalemme , le eve anguttie, che son trona i} penfiere a chi paragonare i! fommo de’tuoi dolori; mancano alles iperboli termini , co’quali poffino efprimere i tuoi pianti; é la tua contrizione fomma- mente grande ,come é immenfamente fomma la turbazione , alrerazione, mouimenti, & amarezza del mare: Magna eft velut mare contritio tua: Ma ahi dolore! che non é quefta la cua difgrazia msggiore : farebbe conforto il evo dolore , fe feruiffe di rimen dio a’cuoi danni: la miferia , che mai abbaftanza fara compianta ,¢é, che canta cua contrizione non ¢ fruttuofa,ed i tuoi gran fentimenci fono inurili , perche ci piango miferabilmence incurabile : Quis medebitur tai? pochi , 6 nifluno pud porgerti rimedio, rifponde la Glofa interlineale : ant nullus, aut rerust Ya wiuao,6 pochi troua Geres mis Opportune rimedio per la materiale Gerafalemme ; ¢ per la miftica Gerufaleme me, che € l'anima peccacrice, né meno ritroua rimedio ne’ Sacerdoti Vgone Cardina- le 3 nallus Sacerdotum medebitur tui , 6 homo peccator; Come né menc ?¢ verita Catolica, chene’Santi Sacramenti ¢€ il rimedio per tucti i mali della co!pa , e ne’Sacerdoti pocetta per fanare le anime da ogni force d'infermita de’peccati: Nunquid refing non eft in Gae laad ? ant Medicus non ef ibi ? Glof. interlin. hie: Nunquid vrefiea Panitentie non ef ia Ga laad aut Medicus » tdeft Sacerdos, euius medicamine cavari debuit , non eft th? Si pet ceeco, che vi fono rimedij ,e medicine, ¢ Medici, Sacramenti,, ¢ Sacerdori: -Quare ergo non eft obduca cicatrix filie populi mei? come donque vi fono cenri infermi {enza cura? da doue viene canca ; ¢ si pericolofa concagione? effendoui medicamenti canto efficaci, ™ ae eee cosi fatale, che pud piangerfi Dele: Quis medebicur curt Nulins, 5, Molee fono Ie caufe , per le qualinon hanno il douuto effetco i porentiffini rime- dij de’Sanci Sacramenti ; sate shee 3 He riferifce alcune con fomma amarezza del fuo cuore Gere- ei » & altre con {dmma erudiziont ‘addica il Cardinale S, Charo: Prophets tui , dice ve , ae tibi falfa, & flulta , nec apericbant iniquitatem tuam , wt te ad peniten- nda se ak ole ik iSacerdotj , Confeffori, Predicatori , Dortori,¢ Prelaci, che che ota te colon —. delle loro perfone , & vfficij, rapprefearati ve’ veri Profeti, soaiaauaal sera nellaacico Popolo per {uo conforto , ¢ per fuo rimedio; e-quelli , che quel ye age de loro minifteri , fono come i Profeti, de’quali fi duole in perche leceass 9 arate Quefti non fanauano idolorofis nimentidi Gerufalemme; nitenza ile pe a <i loganni »€ pazzie, non le manifeftauano, né riductuano a pe- aaa : es ne eames Miparano a’ danni de'peniceoti , 6 perche inauvertene wiz0ifédien .. ‘ ee me per ignoranza) gon li conofcono, 6 perche iafed «li gon li hile ‘aime: dice il venerabile Abbate Ruperto: Laia viderunt tibi falfa 7 : apericbant ee Medici > tam imperiti ,qudm infideles , vt te ad pant- wh foao ingaani, ¢ pazzic ne’peccatori ; ¢ fono , dice Vgone di 5S, Vic- Fenttam prowocavent’s

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