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Trattato PI. del VI. Comandamento ; 4 entrar ip quella ; ¢ ficome confumacdo ii ma; trimonio , fia reddendo , vel petendo , s'impof, fibilita ad encrare in Religione , per:quefto nog | ote ilind confumare , neque pecendo neque _ foluendo debjcum . we ~ PARTE II. (106 se encrare in Religione, pecca grauementes guello , che confuma i! matrimonio , d man- dando ,6 pagando il debico ; perche , quan- tunqne paffino i detti due mefi, € lecito 4 qual- _fiuegiia de’ contrataci entrar in Religione, non auendo con{umato il matrimonio. Imo, quan- tunque paffino molti mefi , & anni , come dice colla comune Leandro del Sacramento part. 2. Trat. 9. difp. 5. quel. 26. Canfumando pero il matrimonio , fig ananti, 6 fia dopo i due mefi, noo puo pid entrare in Religione: Adunque confumando il mstrimopie , quantunque fijno paflati iduc mefi, s'impoffibilica di poter com pit al voto: Advague pecca grazemence ia confumario. Ma coofumato il matrimonio, quantpngue lebbia fatco peccando, fara di poi lecico perere , & reddere debitum : Sic Pa- laus party 5. Trat. de Sponfalibus diffic. 3. punét, 4. §- 8 n. 3. Perché il voro dencrare in R li- gione noo ¢ voto formals di caftira: Adungue, quantungne quello, che fi¢ maricaco con ve- to dicaftica, non poreft pcrere etiam confu- mato matrimonio 3 poreric perere , & reddere, qui yxorem duxic pot emifium yvocum Rell. gionis . De’ Proclami, 9 Denunzie ; 64. -M’accufo Padre, che, quando mj © P marital ,noo fi feceroi tre proclami, — . © deounzie folite a farfi. — 4 C. Si fono Iz{ciaci cutci tre, 6 pure folamens — te alcuno? Pecché in opinions probabilenoy faria peecaco graue , lafciar yno de’ tre pro- — clami, non cemeadofi impedimenro , ches © ofafle al matrimovioe , come con Sanchez , di- — cc Villalobos Tom, 1. Trat, %3. diffice 24) © nus. 3» : ’ P, Padre tutti cre fi fono lafciati , i C. Silafcizrone con difpenfa dell’Ordinas© ric ? Perche , effendoni caufa ginfta , pud |’Or- — dinatio difpenfarea cutei tre, 6 adalcuno di — quelli ,come ricerca la canfa occorrente ;¢ cig © enie ae e e e 63. Dices contra bac. Quella , ches'é mari- tato , ancndo voto di caftitd, quancunque ne’ due primi mefi con poflic confamare macrimo- nium , perendo , neque folvendo debicum, pal. fari-ptro i due mefi poceft, confumare matri- monivm folucado , licec non poffic perendo des bitum , come inftgnano Soto, Cordoua , & aleri , che riferifce, ¢ cita Leandro del $.5. fupra dip. 25. quaft. 66. Aduague to fteffo fi dira di chi fimarica, avendo fatto voto d'entrare ia Religione , che non potra, neque reddere., ne- que pecere debicum ne’ due primimefi, né do- pud fare qualfiuoglia Yefcono de’ contrasati, — quando feoo di diuerfi Vefcouati, come dice Villalobos ibid. n. 6, Le canfe giufte per-difpens — farcfono, quando fi reme, che alcuno mali. ziofa ,&iagin&amence debbaimpedire , ¢ fra- flornareii mactimonio 3,6 quando hanno da _ deguire nogabili incommedi nellafama, vica, facolca , 6 fanita ; 6 quando icoatraenti forg — Pérfonaggi gtaodi,.6 molro difuguali nella» © condizione ,O ccd, & alcre caufe fimigliaac, © che allegano gli Aucori, q PB, Radce, il Vefcouo nen ha difpenfaco, © che fi lafciaiero iproctami. iia C. Gome dungue s'é ammogliato , fenza— che. @ faceflero 2 ; P.. Padre il Psroco era alquanto ignorance,© jo gli perfuahi, che v'era grao pericolo, ef © diffctina jl matrimonio, ¢ con guefta ¢gli fico © li tafcio , 4 oO quelli matrimovium confamare, pecendo debicum , fed folum reddendo, Rifpondo in primo luogo, che , quaotun- que quefhti Aucori affermine quel , che sé detco circa il voro dicaftita , ¢ fia quefto probabiic; arco é pure il contrario, che anco paffati idettidue mefi, non poffic reddere dobicum, confumando macrimonium quello, che s’é ma- ritato, auerdo voro di caftica, il che afitrma- no Alenfe , Scoto, Ricardo , Paludano, Mag- giore, Navarro, Azorio, Sanchez, & altri, che cita Lesadro jbid. Rifpondo fecondaria+ meate ; dato che fia vero l’ancecedente , nego Jaconfegucoza, La difparitaé, perché quel» Jo, che ha fatto voro di caftica , non ¢ obbli. gato entrar in Religione , per offervar il {uo yoto 3 anzi che pud perfeperare nel matrimo- hio contratco, ¢ fermaadonifi paffaci i due pri» mimefi,ha gia il Conforcé azione , ¢ diritco petendi debitum ; e quello , che ha fatro il vo- t@, non ha ditirro di porergiicio negates: Aduogue Geut pagarlo : ma quello, che s’é ma- ricato Coa voto di Meligione , é obbligato ad 65. C, Quantunque jn opinione di Machas do, &aleri, che cita Leandro del Sp. part, 24 T rat. 9. difp. 7. 9-676 Li Paroco ia quaiche cas 7 fo molcoapprecato , & vrgente , pofla difpen~_ fare n¢e’proclami ; il contrario pers € quello, che deue cenerfi, ¢ fegnire. Perchée il Sacro Cencilio di Treuro , folo agli Ordinarij, enon” a’ Parochi diede facolea di difpenfarli. E cosh ha peccaco V.S. grauemence in auer conrracto © ii matrimonio fenza le deouozie. Enon folo | - ha peccato granemence nel contracrlo, maane | che nel con{pmarlo, ¢ cance volee ha peccato, © quance volee’ cogaouic vxorem fuam, fenza fare i proclami: Perché tacte volce sxpofuic {6 ptticuie habendi copujam foraicariam y nen tacendo decti prociaui ; pviché poreua cferai qualche ag

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