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Capitolo V. Dello Stupro: 57 Pietro Nawarra: ¢ Ledefma citeti da Faguo- , dezin 6. pracept. lib, 6. cape §. 0-11. §. Aly, fentano i] cootrario. Mail featimento di Medio2 mi pare il pid vero , quia mulieres labiles fanz , & cum preces inualefcunt , eis refiftere non valent . 28. Midica,per quefto acceflo é feguita a coftei alcuna iafamia , 6 difonore ? P. Padre si; tutto il Luogo 'ha faputo. C. Ela pubblicazionedi quefto fatco, é fe. guica, perché V.S. fe n’é vanrata, ¢ dectoloa guaiche perfona ? P. No Padre, non fd per colp2 mia; ma perche eflalo confidd in fecréro ad yna perfo- na , ¢ da quefta s’é diuulgaro. C. Se V.S,fofle ata la caufe dell'infamia, farebbe obbligata a rifarcite i danni, che ne feguirono , {upplendo , con darle doce compe- rente d2 maricarfi. Nauarro, Magiore, Pie. tro di Nauarra , che cita , ¢ fiegue Bafleo Verb. Stuprum n. 45. in fupplemenio, & alcri . che ci- ta,¢ ficgue Bonacina Tom, 1. de matrim. qu. 4. pundt, 17.0. 7.€ Os Pero, fe V.S.noné ftato la canfa, che fi fia pubblicata la di lei fiacchezza , vimque non intulic , non ha obbligazione di refiruirie co- {2 alcuna. Bafleo nel luogo citato. Villalobos Tom. 2 Trate ite diffice 70.0. 36. Fagundez in 6. pracept. Decalog. lib. 6. cap. 5.7.10.§. Di- ceudum tamen eft. Perché quetta obbligaziooe direfticuire, 6 ’ha da fondare in violatione buius mulieris, 6 nell'infamia feguicra? Non nel primo, perché efla volontariamenct (co- me fi fuppone) confenfic ; & frienti , & volenti non fit iniuria. Né meno nel fecondo , poiché ella ftefa,e non Y.S. fa canfa della fua infa- mia: Adunque V.S. non é€ obbligata a refti- tuirle cofa alcuna . 29. P, Padre m’accufo, che moleo rempo ho frequentato la caf di cerca Giouane , & {2- pivs cam follicitaui , ipfa camen nuaquam con. ienfic . . C, Defiderabat vi eam cognofcere . P. NO Padre, fiipfa {poarée non confentie- bat , non aueuo penfiero vim ioferendi. _C. Nella dottrina di fopra riferica , che, quando virgo volontarié confencic, non ef iiuprum , il defiderio di V.S. non ha malizia di fiupro 5 perché il defiderio hala Kefla malizia. che ha il fuo oggecto , l'oggerto conofcendi virgioem fine vi non eft ftuprume Aduaque né meno il defiderio eam cogaofceadi hoc mo- do. Ecosi ftijao auuertici i Confeffori , che ia quefta opinione , quando vno s’accufa d’auer cefiderato virginem cogaofcere, nou deuono condannarlo di ftupro , ma allora folo , quaa- do ha defiderato vi cam cogaofcere. 30. Mi dica, per aucr frequentaco /a cafe di quefta Giouate, € feguico alla Giouane : -perdica di credico? P. Padre si, il Popolo credé, me faum dea turpauifie honorem, e C. Sapeua ella ftefla , che quefta voce defla {ua perfona correug ne! Popolo , perche V.S. frequentaua lafuacafa? | P. Padre si. . C. Encraua V.$.fn fua cafa contro fua vo- glia , 6 pure ella v’acconfentiua ? P. Padre ella mi permetrena, che v'anda™—i liberameate, ¢ fpontancamente mi dana !’in« greflo. C. Se V.S. fofle entrara in fua cafa contro fua volonta, farebbe obbligata a rifarcire i danoi di guetta infamia, fupplendo co’! darie doce competente, fecondo Ja perdica , che ha facto dell’onore ; ma fe effa liberamence gli ha acconfenrito, che andafle in fua cafa, non ignorando , quanto feredicana nel Popolo, non ha obbligo di refticuirle cofa alcuaa. {cz Molica Trat. 3. difp. 106. concl. 19. & altri, checica ,e fiegue il P. Baffto Verb. Stuprum, nel Supplemento n, 6. ¢ contta da quello s’¢ der. to difopra. 31. P, Padre m’acenfo , quod cum parnultis eram frequenter cangebam inuenculas , ez{que deofculabar. C. Ex ofculis illis , 2c tripudijs fentiebat ne crici pollacionem , fine commotionem parcium vercadarum ¢ PB. Padre alle volte si, alere volte poi era paro giuoco. re C. TaGusia partibus venercis femper fane peccatum mortale, quod etiam diceadum eft de ofculis , & amplexibus , fiue cra@ibus ma. nuum , fiue rationabili caufa habicis . quando iade oritur commotia in eifdem paribus. Ma quando caus func leucs: V.G. manus, vultus, auc aligquod ofeuium fine difa com. motione, folo per qualche, Oleggicrezza,d ciuilcd , dicono Caierano nella Som. Verb. Im- pudicitia, Nauatro in Sum. Hifpanica cap, t6s n. 21. Grafis, cicato, ¢ {eguiro da Murcia Tom. 1. difq. lib. 2. difps 3. vefol. 13. n- 6. & altri, che folo fono peccati veviali. Quefta opinio- ne peré non pud praticarfi dopo il Decreto d’Alefandro VII. che ncilz Propofizione go. condanna per fcandalofo il dire , quod ofcu. lum habicum folius dele@ationis fenfibilis cau. fa, ab{que alio curpi fine, non ¢ peccaro mor- tale. Econragione; perché quefte fono ma. terie molco pericoiole, ¢ rare volte, 6 mai la- fciadi macchiarfila purica in fimigliaati atcis Vedafilo {pitgo della detta Propofizione go. nella 2. part. della Pratica Trat. 17. 9. 253. doue fi cracca de’catti , baci, & altre Ieg-” gicrezze . N CA-
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