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96 C. Io hoc Virgo confenfir? p. Padre si. < C. Se V.S. V'anefle Ienata di caf con vio- Jenza, il fuo peccato aneria due malizic di- ftinte di fpecie ; I'vaa contro la viren della ca- fica , ¢ V’altra contro la giuftizias ¢ comu- ne. Leflio hb. 4. de injtit. caps 3+ dubit. 9 num. 67. "Ma fe ela volonrariamente fi parti da cafa, non yifa la malizia del ratto. Sanchez li). 7, de matrim. difp. 14, n. 45. & altri , che cica Baf- feo Verb. Raptus n. 7. Lo fieffo dico d’auerla violate, che fe l’auef- {e fatto con violenza , aucrebbe queft’atro due malizie,e fi chiama flupros ma fe quella ha acconfentito volonrariamence, non fi fiupro, mafolo femplice fornicazione, in fentimento di Pietro Nauarro, Leffio , Vafquez , & aleri, che cita Murcia Tom. 2. lib. 4, difp. 10. refol. 3.0.3 Diana part, 1. Trat, 7. rvefol.t1.E la regione €, perche fcienti, c volenti nulla fit inuriag Adunqgue, fe la Donzella fpooranea- mente acconfenti, non v’é la malizia , oe del ratto ,né dello ftupro, Quantunque Suarez , Azorio , Bonacina, & aleri apud Murciam ibidem n, 2. dicano effere peccaco con malizia di ftupro , quamuis Virgo confenciat abfque vi, Vide Bafleum Verb. Stu- prum nt. 24.. Midica ,i Padri, 6 Tutori, forto Ja cn- ficdia de quali lana quefta Giouane , videro, che V.S. Ja porcaua via di cafa 2 P, Padre si. C. Quefti refifterono, accid V.S. non la por- tafle viag . P. Padre si, ma io auevo maggior forza, ene la portai, C. Adunque per quefta circoftanza d’auerla lenata dicafa con refiftenza de’fuoi Genicori, gucho ratto ha malizia d'inginftizia; come fens 100 i DD. citati, . 25+ P, Padre m’accufo , quod vicognoui mulicrem viduam, C. Tullicné vide yno in alium locum eam cognoicendi caufa ? perché in quefto cafo auc- rcbbe peccato diratco. P. Padre si, «. Sicomela malizia del ratro Gverifica, gnando violeacemence de vo in alium crank fsrcurlocum mulier, ¢a abutendi gracia , fue virgo , fine vxoraca, fiue vidua fic: Ica cuiuf. cumguc ttacus fic mulier fi ei vi accedicur , e2- lis eccctivs habee malitiam iniufticie. Perché Ja vircg della giaftizia, ordina , che 4 niuno fi faccia agerzuione’ fuoi beni, 6 perfonas Ia queito cafo fi fa alla perfona della cal Donna (fa qualfinogiia ); Adurque € peccato d’in- Biatizia sedi pid € contra la carica, com’é charo 5 Quantunque, aon effegdo vergine , non éucrd malizia di tupro, i Trattato VI . del VI, Comandamento . - bligara arefticuirle 200, ducati , perché queito CAPITOLO Y. Dello $tupro: C. Fa dandoli parola di f{pofarla , 6 di dorarlz? P. Padre, io non te ho offerto cofa al, cuna. C. Si ila confenfiflet in fui deflorationem © V.S. non farebbe obbligata a refticuirle cofa — alcuna(non aucodogliclo promeffo )benché © peraltroifuoi Padri, 6 Tucoriauefitro refi. © tito. Sanchez lib. 7. de matrim. difp. 14,1". UE. 7 Leflio , Nauarro, & altri, che cita,efiegue ~ Fagundez in 6. pracept, lib. 6. cap. §. Villalobos — part. 2. Trat, 11. diffe. 3. num. §. Perché quel- — Ja ,¢non {uo Padre , ha pieno dominio del fud corpo » Ma auendola V.S. conofciuta per vim, ¢ Jeuatole Nonore, quaatangue per alcro non le — abbia prometio cofa alcuna,é obbligataare. — fticuirle non cutea la dore, ma quello di pid, che € neczilario a poterfi maritare: V.G. fe conleruando la fua integrita, i faria maritaca con perfona di fao pari con 300, ducati , ¢ per auerla perfa, ne vole lo Spofo 500, V-S. € ob-« danno patilce per colpa di V.S. Villalobos nel luogo citat, n. 13. Navarro nella Som, lat.cap.16. n.i7- altri. a P, Padre, ella s'é accafata nell’ iteffo modo nel quale fi farebbe accafaca vergine, fenza maggior dote di quella anerebbz auuto , fe fofe fe ftaca fenza leffione; poiché s’é mariracas colliftefla dote, che haane auuco te fue fo- relle. C. Adunquein quefto cafo V.S. noné ob- bligataa cofa alcuna; poiché niuo dagno ha patico per lo ftupro. Leflio lib. 2. de inft. cap. 10. dabe2.n. 15. & altri. 27. PR. Padre m’acculo , quod ipfa confea- tienre cognoui aliam, quam vitginem cred. ~ bam, re aucem ipfa talis non erat. s C. L’ha foliicitaca con prieghiimporcuni, frequenti donatiui , 6 gran promefi= ¢ P, Padre's) , moizo !’hd fellicicata , & in vae rie maniere , C. Era perfona inferiore 42 V.S.come VG, q ferva &c. P. Padrend. C. I prieghiimporruni di p:rfont d’auto- rica, ve preces Domini cum ancilla faa , equi- u2gliono alla violenza ; come dicono comunct- meatei DD. Ee anche quando i prieghi nou fono di perfona d’Autorita , fentono , Medina, Cordoua , Caietano, & alcri}, che cica Diana part. 2, Traper6. refol. 48. che equiuagliono, ¢ fi reputano violenza; quantunque Leffio, © Pietro jar a 26. . Padre m’ accufo , quod vi cognoul. Pp aliam virginem. A “ g 4 a 3

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