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‘9 C. Tune defiderabat accubitum 2 P. Padre si, & fi non eft fecutus , ex eo fui; quia deerat opportunitas . C. Adunque nel fuo defiderio commifes Yaduleerio . 14. His in ta@iibus pafius né eft pollutio- nem? P. Padresi , & il pid delle voice. “C. Qnanre volce faranno ftare quelle , nelle Quali I’ ha patica, € quanee le alere fenzas - patirne 2 P. Padre.in quefti tre anni mo!tiffime fo- no ftate le volce , né io porrd ricordarmene . C. Potra ricordari quot ta@us habuerit cum ifta perfona ? P, Padre , certo che ron m’é pofiibile C. Adungue bafta, che s’accufi d’efler fla. to in quefto peffimo ftaro tre anni, ed’aver auuto hos omnes t2Gus , & pollutiones ; iuxta gvod fuperius dixi cap. 1. num. 6. 15. Midica ritrovandofi folo , recordaba- tur ne , & cogitabat obfcena , ac curpia , que patrabac cum hac perfona . P. Padre si, molce volce . C. Erat fe poliuendo? P. Padre, alcune volee si . C. Aueuz allora defiderio veré peccandi cum illa? P. Padre nd. ~C. Adunque guefte dilettazioni non con- treggono malizia d’aduleerio in fentéza di Vaf- quez in part. 2. Tom. 2, difp. 112. cap. 2. Sairo in Claui Regia lib. 9. cap. 7.n. 10. Bonacina de matrim.q. 4. puntt. 8. n. 19. Leflio lib. 4. de inflit. cap. 2. dub. 1§. & altri molti , che fanno diflinzione dal defiderio alla diletrazione; ¢ dicono, che il defiderio,come fi ordina all’opra, contrac tutta la malizia dell’oggetto, ¢ circo- ftanze ; ma la dilettazione , come confifte {olo nella {peculazione ,e now dice rifpetro all’efe- cuzione , non contrae Ja malizia dell’oggetto, ¢€ Circoftanze infieme , ma dell’oggetto folo. E cosi colui, che fi diletté de vxorara , con. fanguinea , vel Virgine, in f{enrimento di que. Ri Autori,non é obbligato fpiegare le circo. flanze di quefte petfone , ma folo dire , m’ac. cufo , che hé auuro toe deleGationes morofas cogitando de mulieribus, fenza fpiegarne lo flaco. Ilcontrario praticano comunemente i timorati; ¢ fanno bene. 16. In V.S. pero per altra circoftanza aue. ranno quefte dilettazioni la malizia de})’adp!. terio , qual’é per effcre’ V.S. maritaca ; la dilec- tazione, quantunque diamo, che non cone. tragga la malizia dellogeerto , contrae perd quella della perfona , che ’ha , perché non pud la perfona {pogliarfi della circoRanza, della quale € veftita. Quanrungue vedo, che alcu- ni DD. quali, taciuto il nome, cita, ¢ non ficgue Bafico Verb. Deled, n.5.§. An autem, >, ay x, Trattato VI. del VI. Comandamento; dicano j che i! maricato 5 qi dele@atur de mus © ¥ 2 a 4 za liere aliena , non commette adalttrio in quefta — dilectazione , nec injuriam infert vxori fur; — perché dicono , che per il matrimonio folo — s’cbbliga ad ‘non dandam careem propriam © alienz moulicri, ma non aftenerfi dalle dilettas — zioni: la qual fentenz@ , quancunque la ripro- — ui Diana part. 3. Trat. 6. mifcel. refol. 3. dipok 3 Vammette per probabilé part. 9. Trat. 6. refol. 4: lo fleflo fente Gafpar Hurtado ,che cica,¢ © non riproua Murcia Tom. 1. difq, lib. 2.difp.30 refols'3. n. 6, Quantunque io non affentirei mai a quefta dottrina , per eilcre infeparabile la cir- — conftanza della perfona. 17. Midica V.S. quando cognofcebat vxo- qj rem fvam , recordabatur né vxoris alicne ? P. Padre si. molre volre. C: Pro tunc habebat né defiderium cubandi cum illa, ant cantummod6 de ca cogitabat ad maiorem capiendam deleGationem ? P. Solo per la dilerrazzione vi penfauo. C. Se allora auefle defideraco di peccare, | farebbe peccaro d’adulterio quella remembran- — za; manon fi fendendo pit , che a mera com- piacenza, quantunque V.S. peccafle granemen- _ rein cal dilectazione ; non commetcceua perd | adulterio per caufa di quefto oggerto, fecon- do lopinione , che hé finito ora di riferire. Quefto é il modo ,e¢ fe dimande, colle quali s‘hanno da efaminare le perfone, che molro tempo fone viffure in male ftato: ¢ feripre, che non ponno dire diftintamenie i! numero de‘loro peccati , bafta , che s’accufino del vi- zio; ¢ quelli, che hanno peccato com varie perfone, che s’accufino almeno in genersic, fe non ponno fapere i] numero fifo , delle circo~ ftanze, che mutano fpecie: V.G. ficum con- fanguin¢is , vxoratis . virginibus, &c. : . 18. Mi'dica di pid, per vinere in quefa amicizia, foleua fiar fuori di cafa la norte, © 6 dormir in camera feparata da {ua Moglic ? P. Padte si , il pid delle notci dormiuo fuori. C. Quefta circoftanza aucna vo’altro ptc- cato d'ingiuftizia , per non far vita coniugale con fuz Moplie, ¢ metter obice, ad aon fol- ucodum debirum. P. Padre m’accufo , che ad aliam mulicrem vxoratam viginci feré vicibus acccfii . C. Suppone V.S, quod ex aliquo fuo accra aliqnando conceperir. P. Padre ia dee occafioni, che ho trattaro con queft2 ; in prima vice, nove polt mea- {es, ex quo habai rem cum ea, peperit . C. Quefta perfona coabicaua aliora con fuo marito ? P. Padre si. _ C. Ha auuto per azanti dal fuo proprio ma- tito figli? P. Padresi. C. Sic-
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