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8g Trattato V. del V.. Comandamento « tion fi faranno mol a peccare , per vdire il {uo commercio ; 6 tanto cattiui, che gia erano de- rerminati di peccare , fenza {entire quello V.S. diffe ,non aueva la fua iattanza la malizia di fcandalo ; perché non fi occafione di peccare. Sic Palaus part. 1, Trat. 6. difp. 6. punt. Is num. 4. Ma non efendo né tanto virtuofi , né tanto cattiui, come ha detto, ella commife peccato difcandalo , co’l vantarfi del peccato in loro prefenza. . 59. Midica,diche taro erano quefie per- fone , che vdirono il {uo peccato ¢ P. Padre ,vno era accafato, l’altro Sacere dote, ¢ gli aleri {ciolci . C. Nell’opinione comune, che lo fcandalo fi riduce 4 quella fpecie di peecaro, alla quale s'induce il Proflimo , é neceflario , che V.S. die ca Jo flato delle perfone . che ha {candalizzato, Peré , fecondo quello, che io inferifco dall’opi- nione di Suarez difp. 10. de chavitate Sed. 2. n. 4. Coninch difp. 32. de charit. n. 46. ¢ difp. 28. 2-12. che giudica per prababile Lugo de Panit. difp. 16. Sel. 14. n. 457. Quali infegnano , che; qnantunque guello, che configlia va'altro qua- Je ha voto di caftita, a trafgredirlo , pecchi contre il voto ,¢ gucfto feandalo fi riduca alla fpecie de! Sacrilegio ; Quelio perd, che folo co’l fuo mal'efempio da occafione di trafgredire il voto dicaftita a chil'ha facto non pecca co'l fuo mal’efempio contra il voco dell’alcro: Atqui ‘v.S.0on ha configliaro coloro , che hanno fentito ,a peccare , ma folo co’l fuo parlare ha dato loro mal’efempios Adunque non é ne- ceffario {picgare il loro Rato fecondo quefta Dottzina ; quantunque io mi conformicolla comune, che é la vera. Vedafi la 2. parce del- la Pratica Trat. 14. cap. 6.0. § 26 60. Come né meno fara necefiario {piegare il numero delle perfone, quali vdirono la fua pratica,¢ fi fcandalizarono, fecondo la dor- trina infegnata da molti Teologi, che dice, che vn’atro in oumero, non puo auere dues peccati di numero diftinci: Arqui, la iatcanza ci V.S. fi vo’acco in numero: Adunque non ponno efiere in quella due peccati di aumero diftinti, E casi baftera , “che V.S, s'accufi, di- ceado : Padre m’accufo,che hd dato mal ¢feen- pio.a molticon quefta , 6 quellalera {pecie di ptccato , fenza {piegare quanti erano gli {cans dallizzati ; comelo fente in ‘termini proprij di di caftica ? 3 P. Padre nd. i con altri 2 P. A peccare con altri. C. Di quale ftato era la perfona, alla quale diede quefto configlio, € quellacolla quales © Veforto a peccare ¢ P. L’ huomo era accafato, e la dontfas q {ciolca . C. Quantungue quefto fcandalo fi riduce C. L’ha configliata a pecCare con V.S. 6 & ay alla {pecie dell’aduleerio , per auer V.S. confi- — glizto perfona maritara a peccare; come ho — decco di fopra ; V.S. perd per caufa del fuo vo- — to,non ha commefio facrilegio; Ica Sanchez — lib. 5. della Som. cap. 6. n. 11. Perché con que- fto voto V.S. non s’é obbligaca a guardare la, — cattica altrui, ma la propria: Adunque non trafgrediilvoto di caftica. Lo fteflo infegao nella 2. parce di quefta Pratica Trate 14.cape, 6.n. 5 O- 62. In quefo Trattaco importa molto , che il Confeffore ftia fulPauuertenza di ripreadere, e tar conofcere , & aborrire affieme l’ec ceflo di galle,¢ vefti pompofe, ¢ fuperfiae, che vfano © le Donne vane, ¢ di poco fenno, colle quali — fcandalizzano i] Mondo, ¢ fi fanno lacci del © Demonio , rece di Jafciuia: vizio , che non ha lagrime per efier pianto abbaftanza , quando — fpogiiandoGi della modeftia canco connaturale alloro feflo, inuitano co’ loro vani abiglia- meoti, fenza vergogna addoffacifi,, cutto il Mondo alle brurcure della difonefia. Ec ii peg-. gio é, che non fi faano di quefto fcrupolo al- cano ,¢fléndo per alrro materia grauiifima ,¢ difomma confeguenza . Le auuerca , che que- ftaé wna materia , fulla quale iSzacti PP. fan- — no gran ponco, & i DD. Vabbominano , ¢ de- reftano,¢la dicono, wno ove, degua digran | caktigo:s Innumcri San&i, & Dotores,@ an= © tiqui Patres buiufmodi abufum taxant , @ igne aterno dignum exitimant, Dice i} P. Laynez de © ornam. & face mulicr.q. U5ecafa be. OE wale pcr - fcufail dire, che i Santi PP, loriprendeuano — tanco afpramence.,, perché giudicauano ciler — meglio aitcnerfi da quefti ornamenti , che v{ac- li,enon perché credeflero, che fofle materia — tanto grave: poiché a quefto fi rifponde, che i Santi Padri, ¢ Dotcori non parictiane coa tanto pelo di parole, fe non lagiudicafero cofa afiai graue ; come dice aflai bene Dionifio ~ Cartufiano in Decravite nobil. art. 14.in quettiy termini. Sanéti Patres, gloriofis Liluftriffimie — que Doctores , contra ornatum fuperfluum , 2 exe — quifitum , curiofam , fuperfluumque vveflitum tam — rigorosé non fcriberent , nifi in cis mortalem culpam — exiflere non indicarent , wenialia q ppe peccara, — talem condemuationem non premerentur « ae Ne meno vale la fcufa di dice ,che non hans — ho in quefo cattiua intenzione ; perché, {¢ Coe nofcono, — guefto cafo Leandro del S.S.\part. 46 T rate 54 difp. 8.§. §. q. 8, Quaatunque fia pid ficaro, j € pero da icgueGi ilconttarioy, & accufarG del 7% numero delle perfone che erano prefenti. Ica ' i Sanchez , & ali}, quos ibi citat Leander . y 61. P. Padre m’accufo , che anendo io fatto . voro dicaftica, hd configliaco vna perfonaa Commettere va peccaro difoneRo. C. Quefta perfona aucua ella ancora voto
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