BCCPAM000544-1-03p7d000000000

molesto pensiero, « perché è una chimera che vossigno– ria s'è messa in cuore, tramata dall'inimico infernale». Ad un buon parroco, travagliato da grandi ansietà di spirito, frate Crispino dà consigli tali, che un provetto maestro di spirito non potrebbe far di meglio: « Si faccia animo grande e virile... Vada allegramente [a compiere doveri spesso tanto delicati], non facendo caso del turba– mento... Procuri... stare allegro nel Signore i> e tenersi occupato in cose di suo genio e degne della propria vo– cazione. « La nostra vita è una continua guerra», ma questo « è segno che siamo destinati, per misericordia di Dio, ad essere dei principi grandi in paradiso i>. E' un pensiero che ritorna di continuo nelle lettere del frate viterbese: il cristiano ha sempre « allegrezza di spirito», a motivo della « eternità gloriosa » che l'attende. Questa, è l'ultima lettera e la piu lunga tra le pub– blicate. V'è in essa cultura biblica, delicatezza di tratto, penetrazione psicologica e sicurezza nel guidare il timone dell'anima umana tra le piu insidiose tempeste dello spi– rito, e non solo di questo, perché anche i migliori cristiani han da regolare i conti « con quel d'Adamo». Si può considerare come il testamento e, insieme, uno dei piu espressivi ritratti della fisionomia spirituale di fra Crispino. Cortese sino alla fine A Orvieto, fra Crispino cadde gravemente infermo durante l'inverno 1747-48. Il reumatismo, la podagra, la chiragra, accompagnati da febbre altissima, lo immobiliz– zarono al letto. Era nell'ospizio e fu assistito dai secolari 37

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz