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Alcuni degli aforismi di fra Crispino seguitarono ad essere ripetuti a lungo. Ne fan fede non solo i processi canonici dove sono riferiti in gran numero, ma capitava anche di sentirli citare per le vie e nelle case, tanto è vero che un cappuccino, p. Giuseppe Antonio dalla Val– tellina, predicando la quaresima nei castelli dell'Orvie– tano {Sugano, Torre, Sala e S. Venanzio), credette oppor– tuno commentare « detti e massime» di fra Crispino, e la gente accorreva 1 per sentirli ripetere, anche perché era convinta della loro efficacia. Ne citeremo alcuni anche qui, senza la pretesa di esser completi o di inquadrarli nel contesto in cui furon detti, cosa che richiederebbe troppo spazio. Spesso, alzando gli occhi al cielo, fra Crispino escla– mava: « Oh, bontà divina ! >>. Oppure, invitando ad am– mirare il creato, diceva: « Che grande Iddio, che grande Iddio! ». Spesso gemeva: « Oh Signore, perché tutto il mondo non vi conosce e non vi ama ? »; ed esortava: « Amiamo questo Iddio perché lo merita»; « Ama Dio e non fallire, fa pur bene e lascia dire »; ammoniva i mercanti: « Avvertite, non fate il Meo, ché Iddio ci vede». E ancora: « Chi non ama Dio è matto >>; « Chi ama Dio con purità di cuore, vive felice e ,poi contento muore »; « Chi fa la volontà del Signore, mai gli accade cosa alcuna in contrario». In tempo di grave carestia, esortava cosi alla fiducia nella divina Provvidenza: « Poni in Dio la tua speranza, ché averai ogni abbondanza >>; « La divina Provvidenza piu di noi assai ci pensa >>; nella stessa occasione, a chi domandava come avrebbe provveduto alle necessità del convento, dove la famiglia si era accresciuta di altri sette studenti, fra Crispino rispondeva « che non ci pensava niente, ma che aveva tre gran proveditori », cioè Dio, la Madonna e san Francesco. 26

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