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nomignolo di « santo mangia miracoli», forse con allu– sione al vino e alle altre derrate da lui moltiplicati. Al che egli rispondeva con un verso del Tasso, che gli era stato particolarmente caro e familiare lungo tutto il corso della vita: « Amico, hai vinto, io ti perdon, perdona! ». E, per suggellare il perdono, distribuiva ai brontoloni ciam– belle e altre leccornie a lui offerte. In fondo, era un modo come un altro per chiuder loro la bocca, perché non pec– cassero contro la carità fraterna, almeno mentre man– giavano! I suoi aforismi In un profilo biografico di fra Crispino da Viterbo rimarrebbe una incolmabile lacuna se non si accennasse ai suoi aforismi: detti, sentenze, massime, riflessioni o esclamazioni in cui egli, da autentico maestro, sapeva condensare il succo delle sue convinzioni piu profonde e dei suoi sentimenti. Uomo riflessivo e cortese, aveva il gusto delle similitudini e delle immagini, ed era abilis– simo nello sviare il discorso, quando c'era da superare una situazione pesante oppure sottrarsi alle lodi che gli venivano fatte. Soprattutto, sapeva trovare parole e modi giusti, quando si trattava di «avvertire» gente di qual– siasi condizione. Lo notò con felice intuito il fratello laico Domenico da Canepina, di 43 anni, ,che ai ,processi de– pose: « Nel dare li suoi santi avvertimenti, costumava una maniera dolce e cortese, mostrando di santamente scherzare, e indirizzando il discorso quasi ad una terza persona per meglio venire con prudenza al suo in– tento... ». 25

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