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a passare in rassegna tutte le 14 opere di misericordia cor– porale e spirituale che, nella lunga giornata orvietana, fra Crispino esercitò continuamente? La visita ai malati e ai carcerati rientrava nelle oc– cupazioni quotidiane di fra Crispino. Consolava gli uni e gli altri, e non solo con le parole. Si faceva grande at– tenzione a quel che diceva a un infermo. << Amico, hai vinto» preannunciava la guarigione; se invece esortava: « Raccomandiamoci al Signore », bisognava prepararsi alla morte. Altre volte era piu esplicito, come fece con un giovane « sano, robusto e d'umore stravagante»: « Amico - gli disse -, io non voglio lusingarvi con false appa– renze... ». Ma piu spesso egli annunciava la guarigione, come si poteva arguire dal suo saluto: « Zio Carlo, do– mani non è piu niente », oppure: « Amico, prendi una presa di tabacco... ». Non di rado, però, fra Crispino ve– niva a portare anche un aiuto concreto. Persino per il compagno era un mistero come mai egli fosse cosi bene informato circa malati e loro condizioni. Una volta il frate che 1 l'accompagnava si senti dire: « Andiamo a vi– sitare una ,povera vecchiarella inferma, che è qui vi– cina», e a lei portava carne, biscotti e ,ciambelle avute dalle monache. Quando si ammalavano i frati, anziché all'infermeria di Viterbo, voleva che fossero portati al– l'ospizio e li assisteva con la massima cura. Per lungo tempo visitò e sovvenne un religioso infermo di altro Ordine, miseramente trascurato dai suoi. Alle monache inculcava la cura delle consorelle malate, dicendo che ciò andava anteposto alle stesse pratiche di pietà. L'interessamento di fra Crispino per i poveri e i car– cerati andava molto piu in là della parola di conforto e del pezzo di pane. Specialmente in anni di carestia, raccolse quantità di grano e di altri generi di prima necessità nelle case dei signori Francesco Barbareschi, Giuseppe Pier- 16

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