BCCPAM000544-1-03p7d000000000

dove si temette per la sua vita. Ciò avvenne durante il provincialato del p. Leonardo da Viterbo (1704-1708). Il questuante Non pare che fra Crispino giungesse a Orvieto con l'incarico di questuante. Infatti, negli ultimi mesi del 1709 accudi all'orto del convento. Solo all'inizio del 1710 sali a Orvieto per chiedere pane, vino e olio per i suoi frati, e lo farà per 38 anni (non quaranta) interi, poiché bisogna tener conto delle due interruzioni avvenute nel 1715 (suo allontanamento a Bassano) e 1744 (ricovero nell'infermeria di Roma), allorché, posti dinanzi al dilem– ma « o fra Crispino o la fame)), i cappuccini furono co– stretti a far tornare colui che ormai gli orvietani chia– mavano « il nostro san Felice l>. Dunque, egli si conquistò la simpatia e la venerazione del popolo fin dal suo primo apparire in mezzo ad esso, per lo stile di vita, per quel che chiedeva, per quel che dava. Stante la lontananza del convento dalla città e a mo– tivo della via particolarmente scomoda da percorrere, il questuante disponeva di un piccolo ospizio el!tro le mura di Orvieto. Al tempo di fra Crispino, ne ft: offerto uno piu ampio, che poi fu occupato dai francese.mi riformati: egli sconsigliò di accettarlo, per non offenc'ere la povertà. La maggior parte del tempo, perciò, la trascorreva in mezzo al popolo, confuso tra esso : per ascoltare la messa e le prediche, per l'intervento a funenli e a particolari funzioni solite a farsi nelle varie chifse cittadine. Non solo lo conoscevano tutti, mi conosceva tutti, e tutti salutava con il suo « Addio, smtarello >l, tanto che 12

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz