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bili, ministri di Stato ed ecclesiastici di altissimo rango, a cominciare dal papa Clemente XI che a Crispino offriva candele da ardere dinanzi all'immagine della Madonna e tordi da cucinare per i frati, chiedendo in contraccam– bio preghiere per sé e per il felice stato della Chiesa. Per questi motivi il futuro cardinale Francesco Maria Casini, allora definitore generale e predicatore apostolico, sì opponeva al trasferimento, che nondimeno fu consen– tito dal ministro generale p. Agostino da Latisana. Fu cosi che Crispino si sottrasse a una popolarità, che rite– neva pericolosa per la salvezza della propria anima. La popolarità di fra Crispino non era dovuta unica– mente alla sua amabilità nel conversare o nel recitare ottave del Tasso; come già a Tolfa, gli si attribuivano interventi taumaturgici. Aveva ricette inspiegabilmente efficaci per mali del corpo e dello spirito: si era convinti che egli, con castagne, fichi secchi, mortella, funghi op– pure segnando malati con la medaglia della sua corona, operasse guarigioni inattese. Nei processi l'aneddotica è copiosa e varia, e quel che in essa piu sorprende è la naturalezza con ,cui fra Crispino opera. Si direbbe quasi che egli agisse per giuoco, forse nell'intento di distrarre da sé l'attenzione. Senza riuscirvi, naturalmente. Cosi, un giorno, dopo avere risanato .Marco Antonio Adriani, cameriere segreto di Clemente XI, si senti chiedere dal– l'indispettito quanto celebre Giovanni Maria Lancisi: « La vostra triaca ha piu virtu di quella di noi altri medici?! l>. E fra Crispino trovò modo di « smontare » il geniale ed ombroso medico del papa: « Monsignor mio - gli ri– spose-, voi siete dotto e per tale vi riconosce tutta Roma, ma la mia Madonna ne sa ,piu di voi e di tutti i medici uniti insieme». Il ragionamento non faceva una grinza, almeno per un medico del papa che era anche uomo di fede. 10
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