BCCPAM0001175-5-0100000000000
Cap.1.: del Precetto d'ndire la Mefa.. peccare lafciando Vinferma, e di peccare in non udir Mella, e giudicava, che p:ú pec- cava a non lentir Mefíáa, e chea queíto folle piú (trettamente obbligato , doveva feguire quelto dettame , efentir Mella. 6. P. Padre, m'accufo , che qualehe tem- po fono ltato in luogo, dove la Chiela era molto lontana, e per queíta lontananza hó hafciato molte volte di [entir Mella. C. Quanta diftanza era dalla Chiefa? Tre miglia. Poteva andarvi a cavallo? Padre si. . 1 tempoera forfi cattivo ? La ftrada era molto fcabroía. . Quando la Chiefa e diftante una lega, quale bifogna fare a piedi , non v*e obbligo d'andare a fentir Mella . Ita Villalobos nella Som. part, 1.trat.8 dif 36.2 :5.im fine 5 A aggiunge, che quantunque fía diftante me- no d'una lega, fe il tempo é cattivo , nevi- colo $cc. ne pure y'e obblígo: peró potendo andare acavallos non fcufa la diftanza d'una lega. 144 Diana part.10. trat. 15. refol. 35. Se forfi non folle molto fangofo il camino», ó pioveíle , 3 nevicalTe , che con fimili circoltan- zeron ve obbligod'andare lungi una lega, per fentir Mella, quantunque fiaacavallo. Jta Leandro del Sacramentó Tom, 3. trar, 2. difp. 2.91. 24. 7 P. Padre m'acculo, che qualchevolta ho fatto ftar in caía il Servitore , mentre gli altri andavano “alla Mella. C. Gonche motivo lo lafciava in caía 2 P. Perché non mifoffe rubato:. C. In quel Luogo 3d nel vicino, era pid d'úna Mella ? perche , fe ve ne folíe ftata un altra poteva il Servitore fentirla, Se in quelto tempo flare in caía glialtri della fa- miglia. P. Padre, non v'era, che una Mela . C. Aveva alcun fondamento di credere » che gli averebbero rubato , fe lalciaya (ola la cala ? ; P. Padre, fiamoin un mondo tanto catti- vo, chepoco fipud fidare. C. Se avefle udito,-che vi foflero: de? la- dri, che rubavano nelle cafe, poteva ragione- volmente temerne: Leándro ibid. quef. 35, «X in quelto cafo non farebbe peccato la- fciare chi guardaffe lacafa, jn tempo che (i dice la Mella al Popolo ; ma non avendo fondamento da temerne , fe non quel gene- male d'ellere il mondo cattivo, non poteva, Aaron 41 né pudo lecitamente, efenza peccato privare della Mefla il Servitore. 8. P. M”accufo anche della poca atten- zione cólla quale (tó ordinariamente alla Mella ? C. Quefta mancanza Vattenzione , e forí perche vi fla cicalando ? P. Alcuna volta 's?. C. Suole ttare diftratto ta difcorfi molto tempo della Mefla ? P. Il tempo non e gran cola . C. Quando la mancanza dell”attenzione e lolo per divertiríi col penfiere, fi compiz [ce al precetto in 'opinione probabile ( ben-= che la comune,-e certa e, che fi ricerchi Pattenzione; ) perché la Chieía non coman- da gli attí interni; quantunque , fe quelta diftrazione di mente foffe volontaria , fa rebbe peccato veniale , Quando perd il di- vertimento e elteriore , come e quello di parlare, dormire , guardare or in quella y or in quell altra parte, fe dura laterza par- tedella Mefa , non fi foddisfa al precerto. E” comune de” DD. che cita Remigio +rar. 2: cap. 3. num. Y. Se bene alcuni: Dottori corr Layman Tom. 1. trat. 7. cap. 3. fculano dal peccato mortale > quando fi fa attento al- la confecrazione y e pafti pid. principali della Mella 9. P. Padre, hd anche detto a mia Mo= glie, che non vada a Mella; perche allatta un figlio, che non pmo laíciar lolo, e felo porta alla Chiefa, non fi altro , che pian- geres e flurbare de il Sacerdote , e coloro:; che lo fentono. C. In queíto V.S. fibene, Bonacina de pracept. difp, 5 quel, unica part. 3. mum. 8. 8 altri; perché é minor inconveniente y che manchi la Moglie alla Mela il giorno di Fefta , di quello fia, che turbi quelli , che pam nella Chiela . Vide Dianam fupra 10m Jo!. 36. CAPITOLO IL Del lavorare-in giorno di Fefa. ro, Pp Padre m'acculo, che un Anno hd a fervito un Padrone , cheil piddel- le volte mi faceva lavorare i giorni di Fella e molte volte non mi dava comoditá di len» tir Mella. C. Se inflavate» che vi delle campo y vi trattava con alprezza ? P. Pai»
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz