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O e me yu Hi 40 Trattato 11. del UT. Comandamento. Fella ho lafciato d' udir Mella . ; C. L'ha lafciato per fua colpa? . Padre si. y de ek come 1'hi lafciata? P. Padre, una volta andando per viag- gio , Á avendo potuto lentir Mella nel Luogo» dal quale partii, diflerii a lentirla dove andavo , credendo di ritrovarvi Mela fe, equando varrivai» non ve n'erano piú: Paltra mi poli a giuocare Íulla mattina» e di oi, quando mi ricordai della Mella , andai alla Chieía per udirla, ené meno vene ri- trovai. 2. C. In quefte occafioni gli venne mai dubbio, che non averebbe potuto udir Mel- fa» d purecredeva, chelarebbe ftato a tem- po di lentirla ? P. Padre, fempre credevo di dover ellere 2.££MPO . C. Poiche V. S. :eredé di dover fempre ef- fere atempo d'udir Mella , né mai dubitó delicontrario, non peccó in quelte due oc- calioni, lafciando la Mella; perché la mali- zia dell'ommiflione non confiíte nell' om- mifione ftefía; come con Vafquez ».e la co- mune y dite d'Calpeníle Tom.1. ?raf, 11. de peccat, difp. 1 fect. 8. nm. 80, ma bensi in dar- vi caula., conoícendo, che dalla tal zauía ne feguirá Pommifiione : lei non pensó » che ne dal fuo viaggio, nédal fuogiuoco potefle feguire 'ommiflione della Mela ,. e di quefto mon Webbe pur dubbio: Dunque Pommiílto- ne non fa peccaminoíla. 3. Midica, credendo alcuna volta, d.du- bitando , che nor farebbe arrivato a tempodi fentir Mela, Jafció di fentirla nel Luogo. dal quale parti per Paltro? P. Padre si, maringrazio Dio» che arri- vaia tempo di fentirla, ela fentii. C. Quisi, che V. S. peccó mortalmentes perché, come hó detto , lamalizia delllom- mifione confilte in. darvi caufa, 8cin efpor- Itapericolo di quella: V. S. quantunque ab- bia-fentito Meífa , pure fi e polta apericos di perderla: Adunque há peccato. grave» mente .. E quelto peccato di laíciare la Mella in giorno di Fefta, epéccato contro la vice della Religione ;. non ¿pero facri- legio. > Awverta quíal Confeffore » che nonfubi- to che il Penitente dice , che ha lafciato d'u- dire Mella in giorno di Felta. per fua colpa, há da condanmare di peccato mortále;. ma deve faríi capace del come, e per qual cauía há laíciato d'udirla , nella forma detta . : 4 P. Padre , m'acculo , che un'altro giorno di Feíta avevo la moglieaffai inferma , enon potevo laíciarla lola , e per non avere chi le aiítelie , lalciai d'udir Mella. C. Pensó di far peccato mortale , non [en» tendo Mefla ? P. Padre si. C. Pensó di piú , che peccava gravemente fe lafciava la Moglie? P. Padre si. €. Qual de'due cali gli pareva , che piú Pobbligafle ? P. Padre , non feci diflinzione dall'uno all'altro. C. Quantunque nel fare qualch'azione con colcienza erronea , quale colcienza det» ta eflerepeccato la tal azione , vi-fía pecca- to ; peró nel calodi VS. non vé pectato in non fentir Mefla; quantunque per altro la colcienza erronea le dicele. il contrario. Gio: Sanchez nelle Selez. difp. qt. num. 13. To- malo Sanchez nella Som, lib.1. cap.t1. num.4, Rodriguez mella. Som.2.part. cap. 51. num.6, - Cafpeníe trat. decon[cienz, difp 2. feét;2, mum; 11. perché il peccato há da ellere volonta» rio: quando la volonta (i troya:tra. due cole, quali non puó efercitare tutt' afieme, é in tutte due penía eflervi peecato , perché non e libera » per efercitarle:> in ciafcheduna penía di peccare : Adunque non: opera vo» lontariamente , né pecca: V.G. il Paltore > che fla sú i monti coll'armento , gindica, che pecca, lalciandolo;. e penía , che pecca, non fentendo Mefla ; e ció non eoftante , non puó fare tutte due le cole » e ftare coll'ar- mento (ul monte, e venire a- fentir Mella : Adunque non é velontario il traígredire que- fi due precetti , che occorrono afieme; lo ftefo pala nel cafo di V. S. 5. Altracola farebbe, fela cofcienza er- ronea le avelle dettato ,. ch'era peccato il non Tentir Mefla, enon giudicava peccato lafcia= re l'inferma , 0 'armento.: in quello calo si ». che peccherebbe per la cofcienza erronea nell'ommifione della Mela ;. perché allo- ra non. propone la cofcienza due precetti congiunti , ma un Íolo ,.e cosi. refla. libera d'efeguirlo. E [e avelle flimato y che una. di quefte- due cole l'obbligava pia che Paltra ,. era -ob= bligato-a far. quella , che le pareva di. mag- ] gior obbligazione . V. G. le credeva «E peccare:
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