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28 Molte regole afsegnano gli Autori, che fi hanno ad of:ervare nelle commutazioni de yoti; ma, come quefte materie , quan- do vengono al Confelsore , regolarmente danno tempo , né portano fretta, non Íara bene lo fpedirle fubito nel Confeflionario » ma pigliarli tempo a penfarvi, € ponderare ilcalo, Jeggendo i libri > che ne trattano , e puó vederfi Villalobos nel luogo citato; Leandro del Sacramento Paz. 7 trat.x. dp. 18, 9.2 9uf.32.6 fer. $. 3. quefi sa. To- malo Sanchez nella Som. Tom.Y. lib. 4. cap. 36. per totum ., E chi non avera quefti li- bri, potrá communicarlo con qualche dot- 10. CAPITOLO YV. Eforrazioni, che fi banno da fare al Penitente , che ba cofume di giurare y 0 maledire , 74. Avwverta V.S. che queflo vizio di a giurare;-0 maledire , é un vizio diabolico, che molto difpiace a Dio . E' un vilipendere , e [prezzare il Santifimo Nome Suo l'averlo ad ogai parola in boc- ca , fenza rivereoza d'un tanto Nome, che nominato ÍA tremare le Colonne del Cielo, e Ípaventa lInferoo tutto. Non cofta a V.S. pin travaglio il dire, fa benedetto Id- dio, che dire fia maledetto5 ne dire , Dio vájuti, chedire, Vajuti il Demonio: epoi- ché non colla piú uno» che Paltro, savvezzi a proferire parole buone , € Criftiane > € saltenga da quelle, che diídicono , e non convengono ad un Cattolico . In che diflingueremo noi i Fedeli da' Gentili, fecolle noftre lingue dilprezziamo quel venerabile Nome del Noftro Amantil- fimo lddio? Come potremo chiamarci Cát- tolici, fe le moftre parole non corrifpondo= ho a profeflione tanto Divina ? Non confi- dera ella, che ¿fegnale di figlio della perdi- zione il ginrare fenza riíperco di Noltro Si- q Noi diltinguiamo gli huomini dal inguaggio , nel quale ciaícheduno parla : chi parla Greco adiciamo , che é Greco, chi par- la Francelé , diciamo » che e Franceíe ; chi arla Spagmuolo , diciamo , che € Spagnuo- o. Llidióma del Cielo, €la parola buona , che loda il Nome Divino : L'idioma dell Inferno € la beltemmia , e parole male: Dun- que chi proferifce male parole , colle quali diíprezza il Nome Divino, diremo , che e Traitato 1. del HC omandamento. figlio del Cielo? m0; perché non parla eo'l linguaggio Celelte ; figlio dell Inferno , si» poiche parla coll'idioma de' damnati. Con che faccia V. S. li potrá prelentare avanti a Dio, quando morra? Che rifpon= deráa Dio, quando la tremenda Íua Maefla gli dimanderá conto di queíto brutto peccas to, ele dirá: Vienquá mal Criftiano, che male ti facevo io? che torti_ti fece il mio Santiflimo Nome, che lo difprezzavi, lin- giuriavi , avzndolo [empre fulla lingua fenza timore, riípetto )'d riverenza alcuna ?. Co- me avelli ardire di di(preggiare colla tua Ícorretta lingua un Nome, che dovevi con tutto il cuore venerare? Che dirá V.S.allo- ra? Come vorrebbe allora eflerí. tagliataco' denti lalingua , piú toto che: averla impie- gata in parole silconcie? S'emendi , ora per íchivare tanta confuftone , edolore. _ E per vincere queíto mal'abito, alla mat- tina nel levaríi faccia fermo proponimento dimon giurare in tutto il giorno» né male- dire: dica alla Vergine Santiffima una Sal- ve Regina, acció le ottenga grazia dal fuo Figlio di mettere ia-opra il proponimentos e fe tal volta per P'impeto della colera tral- correíle in qualche giuramento ».4 malediz- zione reciti fubito ¡'Ave Maria» 0 baci la terra, o úi faccia il fegno della Croce , ac- « ciocché con quello ricordo poto a poco vinca il mal'abito. Ed afinché veda quanto Dio í chiami offeío,-e quanto leveramente cafti- ghi coloro, che giurano, e lo maledicono > noti quel elempio. scrive Alellandro Faya 2.part. verb. Ju- rament che un Fratello della Compagnia , caminando per la Spagna, e ritrovandoís di notte in un' Oflería , s'incontró in un Mulattiere gran giuratore, che ad ogni pa- rola proferiva un giuramento . Pregollo il Religioío a voleríi moderare ín quei giura- menti : non fececonto il Mulattiere dell'aw- viío tanto Religioío, e tiró avanti co fuo coltume tutta la Íera.. In quella notte me- dema ftando tutti a letto (i fentirono den- tro , e fuori dell'Oltería ruggiti tanto fpa- veotofi , che polero orroreaquanti verano y e tutti li fecero balzare dal lerto , accelero il lume , per vedere dadove venifle si [payen- tofo rumore». andarono dal Mulattiere (per- giuro, elo trovarono morto a' piedi de'fuoi muli nella falla. Era dovere, che quello, ch'era un'animale nel;parlare , -morifle nello flerco come animale fra le belie: Polero il corpo

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