BCCPAM0001175-5-0100000000000

2%, w Capitolo IZ. del Voto. 37 cap. 54. am. 3. Sairo y Miranda, dc altri, che cita, efegue 1 R. P. Leandro di Murcia nello fpiego del 7. Capitolo della Regola del N. P. Si Prancefco quef. 8. Selet.S 2. num. 44. 8 allora non e neceffario applicare limofína al= cuna in fuflidio della Cruciata;-perché que- fto e neceflario , quando fi commuta peril pri- vilegio della Bolla, e non quando per altri privilegj . E e vi (i trovafle qualche caufa,al- lora fi pud mefcolare parte di difpenfazione , eparte di commutazione , per procedere piú lontani da' fcrupoli. 72. P. Padre m'acculo, che da melteílo mi fon commutato un voto» cheavevo fatto d'una cola in un'alera. “.C. E háacómmutato in altra cola migliore? perche di propria autoritá puó beniflimo cial cheduno mutar un fuo votoin cola, chefia evidentemente migliore. P. Padre non era migliore la cofa, nella quale 1'hó mutato. C. Era-cofa uguale ? perché , quantun= que molti- Autori neghino, che -un'huo- mo PP di propria autoritá un fuo voto in cofa uguale; Medina pe- rÓ, Enriquez , Tamburino, 4 altri, che riferiíce Leandro del Sacramento sella p.7. fopra il Decalogo 1.2. Trattator. difp. 18. $. r: queff. 9. aflermano che puó farfi di propria au- toritá. P. Padréiononsd» fela cola, nella quale l'hó commutato fía uguale , ónó. C. Qualera la materia del [uo voto? P. DigiunareiVenerdi. C. Inche J'hácommutato? P. In dare quelti giorni una limofina. C. Perqual motivo há fatto quelto voto di digiunare i Venerdi? P: Perliberarmi d'alcani ftimoli di concu- piícenza , che mi travagliano. C. A: niuno elecito, ne permeilo il com- mutare difua autoritá propria il voto in al- tra cola, che fia men buona, quantunque pofía commutarlo in cofay che fia migliore, d ugualmente buona; eper conofcere qual debba» diríi coía migliore , non (i há da guardare folamente la natura, e bontá in- trinfieca della cola ) ma bensi alla maggior bontá, chehi rifpetto al Soggetto, che ha fatto il voto. L'orazione in le flefla e mi- gliore del digiuno; peró riguardo al Soggeta to, pud eflere=migliore il digiuno , che P'ora- zione: Srancorché ammettiamo y chela li- moíma (ia virtú piú nobile,. dí eccellente del digiuno; per V.S. peró, che pativa quei fli moli di concupifcenza , eraminor bene l'ele- mofina , cheil digiuno; con che efendo mi- nor bene , non poteva di propria autoritá commutare il voto di digiunare in dare limo- lina. Villalobos »ella Somma Tom,2. trat, 34. dif. 31. num. qe 6, 73. P. Padre, orami viene un ferupolo; perché avendo fatto voto di portare per que- íto medemo motivo , ogni Sabbato il cilicio il Confelfore me lo commutó in quello, che ne' [udetti giorni recitafli il Rofario colle gi- nocchia in terra, C. Provava V.S. piú alleggerimento nelle [ue tentazioni, portando il cilicio, d reci- tando ginocchioni il Rofario? P. Padre coll'uno , e Valtro mezzo pro- vavo qualche [ollievo nelle mie tentazioni; un poco peró piúco'! cilicio. C. Glicommutó il voto il Confellore , in virtú del Privilegio della Bolla , d di qualche Giubileo? P. In virtú della Bolla. C. Avevaqualche cauía, per commutare quefto voto ? P. Sentivo grat difficoltá in portare il cilia cio , e molte volte trafgredivo il voto, e que- Ita tola fir-la cauía > che allegai al Confeffos re, acció me'l| commntalle. C. lo fentenza di Aragon, Toleto, Si 5 éc altri, che citas e fiegue come probabili Leandro del Sacramento ).2. trat. 5, difp. 14. S.15Ó. ep.7. tratit, dp. 18.S.1. quef. 12, fi puó con autoritá “del Confellore ¡a virta della Bolla , 4 Giubileo commutare il voto in altra coía quantunque fia al- quanto men buona . E' vero ma come che quella minor bontá , che há la cofa , nella quale fi commuta il voto , fi há per modo di difpenfazione , e queíta ricerca cauía , per poterfi fare ; perció , per com= mutare il voto in cola men buona vi fi ricerca cauía giufla , come dice Villalo- bos Jop. cit. mum, 8. dal che colla , che il Confellore poteva beniffimo commutargliil voto del cilicio in recitar ginocchione il Ro. fario 5 poiché quantenque fofle alquanto men buono per V.S. P'há fatto peró col pri. vilegio della Bolla , e per quel poco eccello dibontá , cherifpetroa V.S. aveva in por» tare il cilicio , fú cauía ballante la notabile difficoltá , che haveva in portarlo , e]'eflera gli quella dificoltá occalione», che piú volte laíciafle di portarlo.. G.3 Molte 6 A pra A 0d AA SOS o sencemengutr «lo ciA ii o GUA. - EAURBCNAA o A A A A ¿ans 207 Mco meo A

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz