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A y Y - Re Mt 2... paa 6 > a? 28 parole (i tro -la fede : dicono fenza errore interno con- e fara formalmente ereticale , quando we quello errore : quando é formal- mente ereticale > Pafloluzione Ípetta al Tri- banale del Sant Ufficio. A uando perófono materialmente eretica- li, e pubbliche, 0 di confuetudine, quan- tunquefianorifervate al Sant” Ufficio , perla Bolla «della Crociata fi ponno aflolvere toties quoties; Lo ltello (i dice degli altri cafi rifer- vati aquelto Tribunale : V.G. fortilegj , ma- Jefici, écc. wutri á ponnoallolvere peril pri vilegio della Bolla toties quoties . eccetro Jerelía eterna, cosi infegna Suarez > Filliu- cio, Alcherio, che cita Diana par? 1. trat 5. refol. 7. e Murcia Tom. 2. difq. lib 4. difp.x.. refol. 14. num.12. Quando li dica la beltemmia pubblica, o confuetudinaria, e quando per quelloe rifervata al Sant Ufhicio, fi pud ve- dere in Diana p. ro. trat.14. refol. 68. e 69. “31. P. Padre , m'acculo, che altre volte hó detto , per la Palfione di Critto, che que- ftoé cosi; 0 che hóda fare quelta , d quell> altra cola. C. Quefta parola preía in tutto rigore .e beltemmia; perché intutto rigore e elporre al difprezzo la paffione di Crilto, fe non € vero quello y che s'afferma. Peró in fentimento comune, non fipren- de queíta parola con queíto rigore , e non prendendofi in quefto fentimento y non é bellemmia; come né pure il dire, quelto e tanto vero , come évero » che Crifto há pa- tito per noi . L'ifteflo, dice il Cafpenfe deve diríi ¿ quando fi dice:peril Capo, per il Volto di Crifto ..Tom.2, trat. de fide difp. 6. fe,3, num.1s. CAPITOLO TIL Della Maledizione. 32, Padre, m'acculo, 'chehó un” abi A to diabolico di maledire ad ogni trattos, edireil Diavolo ti porti.. C. Suole: V. S. dir- quelta maledizione con animo, che il Demonio porti via quel- le períone, contro: le quali la dice? Perché v.e maledizione materiale, 8 e, quando fi dice lenz” animo, che sefíettuiz e maledi- zione formale y che'é, quando (1 malediíce con animo che fueceda ibfatto: la maledi- zione formale é peccato mortale , la materia- leé peccato veniále.. Traitato 11. del 1..Comandamento . P. Padre , foleyo maledire in colera . 33. C. Soleva dire quelle maledizioni a” figli , 0 domeltici di caía, 0 pure a fuoine= mici? P. Le dicevo a qualíivoglias che mi dava occafione d' inquietarmi.. Non é¿-facile a” Confellori conoícere y quando i penitenti maledicono con inten= zione , e quando nó, non fapendo ell ri- ipondere altro , fe -non che maledicono , quando vanno in colera; e per formare giu= dizio di queíta materia deve chiedersloro contro qual-períona dicono le maledizioni; avvengaché , le le dicono a* figli, alla mo- glie, ed-amici , d'ordinario- fono: maledi- zioni materiali , non folendo mai defidera- re, la Madre > 0il Padre a? proprj- figli limi- li mali. ; Se le maledizioni fi dicono a gente (tra- niera di langue , develi aver riguardo all” occafione ,, che v'e di maledire, 4 alla na- tura di chi maledice ; le l'occafione e ftata grave , che abbia potuto eflere motivo di qualche odio fermale., la maledizione (¡ deve tenere come formale ; $ anche quando la períona e affai iraconda , benche loccalione non fia flata molto grave. - 34. None perd neceflario Ípiegare nella confellione la qualitd delle maledizioni , fe furonodette; 0 alla períona, d alla roba > d alla vita, d:all' onore ; perche quelta diffe- renza é filica, e non morale, come dice Fa- gundez /opra il Decalog. lib_8 cap, 12. 1.27. ancorche Baíleo tenga il contrario Verb, Maz lediót. m. $: : 35. C. Soleva ella dire con avvertenza ques fte maledizioni ? Perché , quantunque pet altro fiano ftate détte con mala intenzione , le manco Vavvertenza , non furono peccati gravi , perché non vi fú la libertá . P. Padre, ¡oledicevo in quella colera, é vero peró ¿ che Ínbito mi palfavás C. Hl pafíare fubito la colera non e argo- mento, che ledicefle [fénza avvertenza, co- me notó beniflimoil P. Bafleo me! logo poco fa citaro in fupplemento m.3. perché quando la: palfione della colera paíía fubito e fegno , che mon fú tanto veemente , che potefle ac. ciecare di modo y che privalle dell avver= tenza; anzi tutt' alcóntrario, quando paffa fubito e fegno » che non fú tale la turba- zione dell” animo , che togliefle Vawvver- tenza. 36. Il fegno , per conoíceres quando € primo

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