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24 C: Queflo ¿giuramento elecratorio ( ben- che il volgo- ignorante lo confonda colla maledizione.) ln queli giuramenti elecra- torj vi fono due malizie, una grave, e Valtra leggiera: la leggiera el'imprecazione , colla quale sinvoca il Demonio ; dí € leggiera, perché mai d'ordinario £1 delidera , che il Demonio ci porti via : La grave dichiaro con quelto dilemma , co”! quale dichiaro quel- la del giuramento comminatorio :.0 che li delidera eleguire quello safferma con quefta elecrazione 5 V.:G. che (i faccia queíta , O quel! altra cola, 0 nó; le non fidelidera, ne shi intenzione d'eleguirlo , manca la veritl di prelente , 8 é giuramento fallo > e per confeguenza peccato mortale; Se Íi deli- dera » per deliderare quel male al Proflimo, manca digiultizia, elará ingiultizia grave, o leggiera fecondo la gravezza del male , che fegli delidera, come sé detto del giuramen- to comuminatorio. 14: Lo. medemo- fi-deve dire proporzio- nalmente del giuramento promilsorio , in quanto alla veritá di prefente : in quanto poi alla veritá di futuro há da diríi lo ftefso relpettivamente > che fi dice del voto , del quale tratteró dopo. E savverta, chetutti jgiuramenti afsertorj , promifsorj » commi- natorj , Sc elecratorj y in-ragione dí giura- mento , non Íi diftinguono di [pezie , per giuraríi ora per Dio, ora per i Santi , ora per altra Creatura , 0 di quallivoglia ma- miera. Itá Cajetano, Soto , Lellio, Azorio , 8caltri, che cita, e iegueil P. Murcia: Tom, 2, difg. lib. q. difp. 4..refol. 1.1.6. E la ragione €, perché la ragione formale del giuramento coníiíte in chiamare Dio in teftimonio della cola giurata; in quelta ragione convengono (pecificatamente tutti igiuramenti: Adun- que in ragione di giuramento tutti fono d'una Ípecie.. Dico, in ragione di giuramento ; perche per altre circoflanze fi diflingueranno di Ípe- zie V.G. (eil giuramento e áccompagnato dalla beftemmia 50 fe nel comminatorio i troyail defiderio della vendetta ; fe V'afler- torio (fin manodel Giudice, che allora e accompagnato dall'ingiullizia , le fi giura 3l fallo, perelserequeño giuramento giuri- dico. Fagundez fopro il Decalos. lib.2. cap. 4. num. 6. 15. P. Padre nvacculo, che molte volte vedendo, che¡ miei falinoli non facevano quello, chelor diceyo, giurayoy:e diceyo, at Trattato 1. del UL Comandamento. giuro a Crilto , che me Vavete da pagare; e di poi moltiflime volte non facevo loro coía alcuna. C. Eflendo che il caltigare i figli modera- tamente , affinché s'allevino co'l timor. di Dio, é cola buona: nefiegue, che il giura= mento obbliga a farlo, ÉS efeguirlo. Molte caule peró vilono, che fcufano dal caltigar= li, quando s'e giurato; V.G. quandoalcun” amico » Ó vicino Sinterpone , acció fi folf- penda il caltigo; quando dal caltigarli fi te- me poflino nalcere difcordie in cala; quando il figlio fi ravvede , e dimanda perdono ; e generalmente quando li giudica , cheil per- donar loro fará di piú profitto , che il caltigar- li ,Cajetano , Toleto , Leflto , Sanchez, Na= varrocon altri, checita, e fiegue Fagundez lib 2.Decaloz. cap.q.nUM.X4. €15. 16. P. Padre, macculo, che in una oc- cafione da un Proflimo mi furono dimandatí danari, e per non darglieli, quantunque li avelli , lo negai , dicendo , i danari , che ho, fiano maledetti. C. Quelto non é giuramento ,-né efecras zione, perché non caíca la maledizioneLo- pra la períona » ma bensi fopra il danaro; come né meno per la fteísa ragione e giura- mento quando fi dice, fia maledetto il boc- cone » che bd mangiato. Sanchez /opra il De- calog. tom.2. lib*3.cap.2. num,42. 17. P. Padre , m'acculo, che Pietro mí doveva alcuni- danari, e come egli mi nega- va d'averli ricevuti , lo feci- giurare avanti del Giudice» e giurd il fallo; e cosi m'accuílo d'elsere ftato cauía , che giuraíse il falío. C. Sapeva V. S. di certo , che-averebbe giurato il fallo? P. Padre certamente no' fapevo , quan- tunque dubitafii, cheavendoli negatia me , potria efsere , che giuralse anche il falío per foftenerlo. E C. Se. V.S. ¿velse laputo di certo , che averebbe giurato il fallo , averebbe peccato gravementeco'l tirarlo al giuramento: Poi- che Pobbligava ad una azione intriníeca- mente mala: Se perd Íolo ne fofpettava, e dubitava , non há peccato facendolo yiura- re; perche in dubio memo prefamitar malas nife probetur : Suarez» Sanchez , Éc altri, che cita Fagundez fopra il Decalog. lib, 2,cap. 7, NUM. 4. 18. P. Padre, m'aceulo, che in una in- formazione , che fi ebbe a fare d'un Sogget- to, il quale abitaya in sala d'un Ebreo , lo chiamai
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