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voto di caltitá , 0 parentela d'affinita, n.60. PS ; Puo rilafíare il giuramento di pagare cid , che se perdutoa giuoco proibito, num. 168. .174. Eflendovi caufa giufla, pud difpenfare ,cheil Capellano celebri le Mefle in altro luogo non aflegnato dal Fondatore, n. 161.p.351. Se pud diminuire il numero delle Mefle , quando la Capella há perfo parte della ren- dita, n.172.p. 354. Il Concilio gli dá facoltá d'elaminarei Notaj» n. cn P-449. C Se puo eleggere per fuo Confeflore il Sacerdo- te femplice, che non e Luo Suddito, n. 105. p. 526, Gli concede il Concilio poteíta d'aflolvere da” cali Pontificjocculti, n. 17.p. 504. Quali fiano 1 cafi rifervatia' Velcovi.. Vedañ la parola Ca Rifervati Vefimenti veni, Quanto devono iConfellori deteftarli, e ri- prendere chi li porta , n. 62 p.70. Ufhicio Divino . Quando obblighi la Capellaniaa dirlo, n. 51. E feg. p. 321. Quello:y che in un giornolafcia leferte Ore Minori, commette un fol peccato mortale, 154: p:.322. Quantipeccati commette quello, chef de- termina di non volér recitare in tutto l'an- no, 1.55. ibi. ó Che devereflituire quello, che non dice UE ficio Divino,n. 56. 8 (eq: ibi. Vedaíi la parola Refirazione. Un' Ora fola , che lafci di recitare, e materia grave, n.73.p.326. Qual parte d'Ufficio fia materia leggiera, n. 74:p.317. Soddisfa quello, che pronuncia le parole quan- cunque non lefenta) n.77. p. 328. Quello, cheé alquanto balbuziente, d recita con compagno , chelo e, foddisfa, quan- tunque vi fia qualche coía mal pronunciata » n. 79.ibi. Quello > che incolpabilmente Na dillratró nel! Uffcio non pecca yn. 80. ibi: Quello , che con avvertenza fla diftrattointe» riormente pecca,n:81. ibi. Se la diftrazione € elteriore , 8 incompatibile coll” atrenzione , non fi foddisfa , e qual azione fía incompatibile, n. 82. p. 329. Delle Cofe Notabil: . 663 Quando ú foddisfa recitando, dove + molto rumore, n. 83. ibi. Quello , che avendo dettobene l'Uficio, gli pare d'averlo detto male, e propone di dirlo un' altra volta, non e obbligato a recitarlo di nuovo, ma baíta, che deponga il fo Ícru- polo, n. 84. ibi. Non ricerca intenzione elprefla di foddisfare al preqetto, quandofi recita, bata, che non vi lia intenzione contraria, num. 85, ibi. Quello , che recita , e nel tempo fteTo accon- fentea qualche grave peccato, commette due peccati di fpecie diltinti, num. 36. p.330. Se queltotale foddisfaccia al precetto della. Chiefa, n. 83. e 89.p.330.€e331. Quando fia peccato dire 1'Ufficio de' Santi, ne” giorni, checorre l'Ufticio della Feria , e quandonó, n. 91. ibi: Quello , che per errore non dile 'Ufficiodel Santo , che correva , puó dirloin un'altro giorno, n. 92. ibi. Quando (i pud dire d'un Santoin due giorni, lenza peccare, n. 93. p. 332. Non e peccato far l'Ufficio di Santo femidop- pio come di Santo doppio, n. 94.ibi. Se quello, che per errore há recitato Mattu» tino della Feria", deve profleguire tutto PUfhcio della Feria, dopo chel'hiavyer- tito, n.95. ibi. Quello, che per errore há recitato tutto PUÉ£ ficio d'un Santo , non € obbligato ripeter= pd nuovo , avvertendo l'errore,num. 96. ibi. E?lecito con caufa recitare la fera Mattutino, e lafciare le Laudi per la mattina, nam. 98. p. 333. A che tempo develi recitare cialcheduna del- le Ore ,n: 100: ibi. Che pecéáto lia interrompere 1Ufficio Divi- no, 1n:102. ¡bi, dí p. leg. Il mutare lenza cauía J'ordine dell Ore, e peccato venialey e con caufa non vé pec- cato alcuno , n. 104. p. 334. Si foddisfa recitando con compagno , che non recita per obbligo, 1.105. ibi. Eflendovi cauía e lecitorecitar Mattutino del giorno feguente , quantunque non fi a e? loddisfatro al!” Ufficio del giorno prelente 4 n. 106. p. 335 Chi há qualche Beneficio , atrende a' ftudj» non loddisfafacendo dire per altri ) Ufficio, n-134.p. 532. ol Non
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