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14 quentare il Sacramento della Penitenza ció, che non demerita chi no"! frequenta. Con tutto ció, piú probabile, ficura, e comune e l'opinione contraria» quale dice, che una lol volea l'anno, 4 in una fola con- felfione li ponno allolvere quelticali, fiano o di divería, 0. della medema fpezie : itá Villalobos y Ledelma , Rodriquez , Trul» Jench, Sc aleri, che cita Murcia Tom. 2. difz, lib, 4. difp.x .refol.10, num, 6. 11. Ma per procedere con piú ficurezzá , mi dica, ic laputo» che V. SS. ha fattoil Pi= rata , e che há ulurpato quei beni naufragati a Criftiani ? P. Padre» Diofolo , $ iolofappiamo. C. Siche fono flati tanto -occulti quefti peccati , che le V.S. non li avefle confeflati, gon li fariano potuti provare nel foro eflter= no? Adunque » fe queftoé il [uo calo, di fuoi peccati fono tanto occulti, ch'egli folo lisa, né lenza lalua confeflione fi ponno provare nel foro ellerno: fofegnano molti Teologií, che, ónon s'incorre nella fcomunica, 0 le yi Sincorre , ponno allolverne i- Velcovi (nonoltante il Decreto di Alellandro VII. di fopra riferito ) itá Henriquez , Garzia, An- gelo, altri, checita il P. Leandro di Mur= cia nel luogo citato re/ol. 32.1. 5, y fe9. 12. Da dove inferilco , che in virtú della Bolia ¡o pollo aflolverla da tutte quelte Íco- imuniche , che há incorfo per eflere ftata, e Pirata, Sc ulurpatore de*beni de' Criftiani; perche la Bolla concede facoltá diaflolvere toties quorties da' cali. rifervati al Vefcovi : Atqui i.caíi della Bolla della Coevba Domini, quando fono occulti, fono rifervati a” Velco= vi: Adunque qualiivoglia Confelfore appro- vato puó , toties quories , affolvernelo .:E Dottrina del P. Leandro del-S. S,zom. q. de Cenfuris tras, 2. difp 17..$.3.9.84.-dí Pos malo Sanchez nella Somma lib. 4 Cap.54.8.27: di Diana par?. 1, ¿rar 12. refo!.28. Mendo citato»e feguito dallo fteffo Diana p 11 .2raf.2. rofol, 45. enell' addizioni p. 3. refol. 17. di» ce. il medemo Diana effere quelta opivione probabiliffima; la quale feguonoaltrimolti, che cita Murcia.nel luogo fopra citato.re/o/. 12, 2,6, EP movillimo. hoc tradis , we probabile £. Emmanuel A Conceprione infuo traét, Poni?. difp. 6. 9, 7.1. 819. e 820, Trattáto 1. del I,Comandamento . CAPITOLO IL Della Speranza, 13. q” [peranza e/4 tirtusy qua fpiritua. lia, E aternabona Jperantur : altri la difhiniícono cosi: ef virtus Theologica ¿(Y fupernaturalis , qua fperamus- Beatitudinert Divino auxilio. obrinendam: Sidice virió Teo. legita ( come é la Fede, e la Carita); per- che queltetre virta hanno -per loro oggetto immediatamente Dio: li dice fapramazurale ; perche € Lopra le forze naturali delia natura: Si dices che con quelta virtú /periamo la Bea» titUdine y GO ibéni /pirisuali, ÚFeternis acció s'intenda , che lo fperare i beni caduchi di queíta terra non appartiene alla virtú della [peranza Teologica . Il precetto della fperan- za uno € negativo » Valtro affermativo : il negativo y Che proibilce il dilperare; $e il prelumere troppo.», obbliga femper , (y pra Jemper 5 Vafíermativo obbliga in tempi deter- minati per[e , e peraccidens ;.comediro nel Capitolo Leguente, e piú diffufamente nella 2, part, della Pratica trál. 1 7.0.6.5 fe, ; 14. P. Padre m'accuío , che unavvolta peníando , che troppo grande erasilmumero de' miei peccati , mi parve eflereimpoibile, che mi lalvafíi. e C. Crede V. S. che lagraziadi Dio non ba- ftaíle per falvarla? P. Credevo, che Dio mipotelle (alvare > [e voleíle ; ma come che-erano tanti i-miei peccati , credei> che Dio non m'averebbe mifericordia . C. Sappia , che quello. fú peccato di di- (perazione oppolto alla virtú della [peran= za : Peró., le V.S. avelle creduto, che Dio non Vaveffepotuto lalvare colla fma grazia, quelt' acto averebbe avuto un' alcra malizia d'erelia; ¡tá comunitor DD. con S:-Tomato 2,2. Gr 18 De rs. P. Padre, macculo, che in unaltra occalione tanto contidai nella mifericordia Divina » che mi pareva ,- che quantunque non facefhi penitenza de' miei peccati non m'averebbe condannato, per avere Chriíto fparto per me il (uo langue. G. Sappia, che ancor queíto é peccato op- pofto alla virtú- della Íperanza , il quale € chiamato da' Teologi, prelunzione; ePaver creduto , che dopo d'avere si gravemente peccato , poteva lalvarí lenza penitenzas era atro di erefia formale . CA-
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